A volte l’ambientazione nelle serie Tv svolge un ruolo così fondamentale da poter essere considerata quasi un altro personaggio, o comunque un’entità con cui interagire e che può comunicare dettagli e sensazioni specifiche. Quale esempio più calzante di Stranger Things, che ha fatto della dualità del suo setting non solo un protagonista, ma una metafora e fulcro dell’intera serie? Ma ancor più affascinanti sono quelle stagioni uniche che vengono ambientate proprio in un luogo diverso rispetto alle altre. Scopriamo quali sono queste serie che ci hanno regalato degli inaspettati gioiellini.
1) Stranger Things – Stagione 4
L’ultima stagione di Stranger Things, appena uscita su Netflix, ha lasciato Hawkins per avventurarsi non solo in luoghi sconosciuti del Sottosopra, ma soprattutto in altri luoghi del nostro mondo. È così che – mentre le atmosfere si fanno cupe, i personaggi più grandi e i temi più maturi al punto da sfiorare problemi quali depressione e violenze – la nostra prospettiva si allarga abbracciando la California – dove Undici, Joyce, Jonathan e Will si sono trasferiti – e la Russia comunista dove Hopper è tenuto prigioniero.
D’altronde sapevamo che i confini si sarebbero estesi e che da adesso in poi la storia di Stranger Things sarà una storia “globale” con al centro sempre la città di Hawkins, che però perde la sua esclusività come ambientazione e che lascia il posto ad altri luoghi, per certi versi quasi più inquietanti. La cittadina californiana forse non avrà un passaggio per l’Upside Down, ma al contrario scopriamo di creature altrettanto difficili da fronteggiare. E d’altra parte, in Russia, assistiamo a scene pietose e raccapriccianti, ma anche a quella che potremmo quasi considerare una amicizia che va oltre ogni fazione.
2) Sons of Anarchy – Stagione 3
Nella terza stagione di Sons of Anarchy, Jax Teller e la sua banda di motociclisti devono lasciare la California per intraprendere un viaggio nella speranza di riportare a casa il piccolo Abel, figlio di Jax, rapito nel finale della stagione precedente. La ricerca li porterà in Irlanda, per incontrare il fratello di Belfast. Le lunghe strade che costeggiano le alte pareti rocciose di Charming lasciano così il posto a vie immerse fiancheggiate dalle suggestive sfumature verdi. Questo viaggio oltre oceano non ha convinto tutti i fan della serie e alcuni hanno lamentato un’eccessiva bidimensionalità e l’abbondanza di stereotipi.
L’Irlanda fa da sfondo a una stagione controversa, ma bellissima, che sembra penetrare l’anima del protagonista e scavare a fondo le sue paure e insicurezze, lasciandoci un uomo ridotto a brandelli. Ma l’ultimo episodio si chiude come un cerchio perfetto: un’ode alla lealtà e alla lungimiranza di Jax, che dimostra già molto prima di sedere a capo del tavolo dei SAMCRO di essere la vera anima del club.
3) Attack on Titan – Stagione 4
Attack on Titan (qui 7 curiosità sull’anime) ha allargato sempre di più la sua prospettiva, ci ha fatti avventurare insieme ai protagonisti, facendoci largo tra giganti e nemici interni, facendoci soffrire e affezionare, fino ad arrivare al mare. Ma fino a quel momento rimaniamo sempre sull’isola di Paradise. La quarta stagione si apre altrove, con altri protagonisti addirittura ad accoglierci. Questi nuovi personaggi non vedono l’ora di tornare a casa, ma casa non è dentro le Mura dell’Isola. Casa è a Marley.
È questo cambio di ambientazione che accompagna il cambio di prospettiva funzionale a quello che è il messaggio dell’anime che recepiamo come un pugno nello stomaco: distinguere buoni e cattivi non è poi semplice; e il torto e la ragione sono concetti molto labili. Dopo lo spaesamento iniziale, abbiamo iniziato ad orientarci nella nuova città e a conoscere “il nemico”. Prima ancora di arrivare agli altissimi momenti emotivi che la seconda parte ci ha regalato, i primi episodi ci hanno preparato a un’escalation di sentimenti.
4) Dexter – New Blood
Il ritorno di Dexter tanto atteso ci presenta non più Dexter Morgan, ma Jim Lindsay di Iron Lake, piccola cittadina dello stato di New York. È una città spoglia e isolata, sepolta dalla neve, con una popolazione di meno di 3.000 persone: il posto perfetto per prendere le distanze dalla precedente vita caotica. Non è costretto a interagire con genere umano e gli unici contatti che ha sono con Angela, una poliziotta di cui si fida e con Deb, con cui vive e unica che gli riporta indietro il suo passato oscuro.
Il clima gelido è la rappresentazione della personalità del protagonista: il revival è molto più drammatico, carico di ricordi e tormentato dal passato, sepolto sotto il candore bianco della neve. Se Miami è rumorosa, soggetta ad una vasta ambiguità morale, luogo perfetto perché un serial killer possa mimetizzarsi. Ma è anche colorata e vibrante. Iron Lake è silenziosa, solitaria, fredda. Bisogna coprirsi bene, nascondere le proprie cicatrici, prima di lasciare la propria dimora per uscire alla luce.
5) Teen Wolf – Stagione 6
Come dimenticare la sesta stagione di Teen Wolf. Riconosciamo quanto anche la seconda parte sia stata bella, ma inevitabilmente si sentiva la mancanza di una presenza fondamentale: Stiles. Per questo, anche se non era una vera e propria conclusione, la prima parte della sesta stagione ha significato più della fine in sé. La centralità del rapporto tra Stiles e Lydia e tra Stiles e Scott è stato da una parte un ritorno alle origini e dall’altra la realizzazione di quanto stavamo aspettando da tanto.
Se le prime stagioni si ambientano principalmente a Beacon Hills, la prima parte della sesta invece si espande in una dimensione “altra”. Proprio come Will in Stranger Things, Stiles resta intrappolato in una dimensione cupa e spaventosa, a metà tra sogno e realtà. Una stazione fantasma, dove le persone dimenticate attendono di sparire del tutto. È qui che ritroviamo anche personaggi che da tempo non vedevamo: Peter Hale, anche lui catturato dai Cavalieri Fantasma. La dimensione onirica diventa un bacino per raccogliere speranze, ricordi, sentimenti e addii.
6) The OC
La quarta stagione di The OC è stata da molti poco apprezzata, o meglio: poco capita. Molti fan hanno disapprovato la scelta di togliere di scena Marissa Cooper, personaggio fondamentale, ma che ormai aveva preso una strada impossibile da percorrere al ritroso.
Tra le tematiche principali c’è anche il rapporto di coppia che appare inclinato per tutti i protagonisti. Seth e Summer appaiono distanti, troppo lontani per potersi ascoltare e comprendere (qui abbiamo approfondito i motivi di questa distanza). E infatti per buona parte degli episodi lasciamo Orange County per spostarci alla Brown, college frequentato da Summer. Il nuovo setting rappresenta il cambiamento di una stagione e del personaggio di Summer in particolare. I confini si allargano, non siamo più al liceo, non siamo più ragazzini e il mondo, fuori dalle mura protette della propria casa, fa paura. Ma non c’è solo il timore e lo sparsamente: c’è anche la scoperta di una nuova parte di se, che non aveva mai avuto modo di esprimersi a casa.
7) Glow
La terza stagione di Glow si ambienta a Los Angels, la città del lusso e della sfrenatezza, ma anche la città della finzione. Nello show non c’è niente di vero, anche gli stereotipi proposti per andare incontro al piacere dell’americano tipo degli anni ’80 non sono confacenti alla realtà. Ma allo stesso tempo, il casinò e albergo Fan-Tan offre alle protagoniste tutte le distrazioni di cui hanno bisogno. E sorprendentemente, anche agganci che faranno da trampolino di lancio per alcune di loro. Proprio a Los Angeles, in questo luogo di sfarzo, opportunità e perdizione i protagonisti si spogliano del costume di scena e indagano le loro identità.
La diversa location diventa ancora una volta una metafora atta a rappresentare l’evoluzione delle protagoniste e il loro cambiamento. Anzi, delle tre parti di cui la serie si compone, forse quest’ultima è quella meglio riuscita e che ha saputo rappresentare quegli anni difficili e ha permesso a personaggi e spettatori di comprendersi e incontrarsi.