ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler su Stranger Things, Buffy, Gilmore Girls, Brooklyn Nine-Nine, The Handmaid’s Tale, Supernatural, Glee, Fleabag e The Vampire Diaries.
Il mondo seriale non sarebbe mai stato lo stesso senza i suoi grandi protagonisti: Walter White, Ragnar Lothbrok, Tyrion Lannister. Annalise Keating, June Osborne e Buffy. Volti iconici che ci hanno catturato sin da subito grazie a caratterizzazioni forti e storyline avvincenti. Ma per quanto queste figure abbiano lasciato il segno nella serialità, non possiamo dire che lo abbiano fatto da soli. Nel corso degli anni, le serie tv ci hanno infatti proposto una miriade di personaggi secondari. I cosiddetti supporting characters che, pur avendo il compito di fornire un sostegno a quelli principali, spesso e volentieri hanno finito per rubare loro la scena. O comunque per farsi amare allo stesso modo.
E questo perché piuttosto che dare spazio solo ai volti di punta dello show, gli scrittori si sono ritrovati a sfruttare il potenziale anche di quelli più marginali, dando loro una caratterizzazione forte a prescindere dal loro screentime . Ed è così che, nel corso degli anni, ci siamo imbattuti in personalità secondarie incredibilmente interessanti che, nonostante le loro mancanze ed errori, abbiamo amato anche se avremmo dovuto odiarle. Grazie a un’attenta e intelligente costruzione, ognuno di loro è riuscito infatti a mostrarci sia i propri pregi che difetti, fra mancanza di scrupoli e lucida follia, stranezze e vulnerabilità, morali discutibili e il desiderio di riscattarsi.
Ma quali sono questi personaggi? Continuate a leggere per scoprirlo!
Billy (Stranger Things)
Apriamo la nostra selezione con Billy Hargrove, uno dei personaggi secondari di Stranger Things.
Interpretato da Dacre Montgomery, è stato una delle figure più importanti della terza stagione di Stranger Things, riscattandosi agli occhi degli spettatori dopo un capitolo in cui si era attirato perlopiù il loro astio. Bello e dannato, il fratellastro di Max è infatti un ragazzo aggressivo e scontroso, dal carattere spesso violento e imprevedibile. Sin dall’inizio mostra inoltre segni di razzismo e pregiudizio nei confronti di Lucas, tanto da invitare la sorella a tenersi alla larga da lui. Oltre a questo, Stranger Things ci ha mostrato anche il suo amore per lo sport, le macchine e l’alcol, tre elementi che sicuramente hanno contribuito a rendere credibile il suo ruolo da bullo e sex symbol. Tuttavia, pur ponendosi come un personaggio perlopiù negativo, Billy si è rivelato molto più complesso di quanto pensassimo.
Con il passare degli episodi, Stranger Things ha infatti messo in luce il suo passato turbolento e traumatico, segnato da un rapporto conflittuale con un padre autoritario e freddo.
Questo sguardo sul suo passato ci ha dato dunque la possibilità di comprendere meglio questo personaggio spigoloso, che nel corso di Stranger Things 3 andrà incontro a una notevole evoluzione. Nonostante gli venga offerta la possibilità di passare una notte di sesso con Karen Wheeler, si tirerà indietro non appena capirà di star mettendo a repentaglio la stabilità di una famiglia. Quando poi verrà impossessato dal Mind Flayer, non abbiamo potuto che provare compassione per il personaggio, manipolato contro la sua volontà ma comunque capace di ribellarsi nel momento della resa dei conti. Alla fine della terza stagione di Stranger Things, Billy riuscirà infatti a liberarsi dall’influenza della creatura sovrannaturale, decidendo di sacrificarsi per quei ragazzini per i quali aveva sempre mostrato disprezzo. E soprattutto per la sorella, alla quale offrirà delle sincere scuse prima di andare incontro al suo destino finale.
Drusilla (Buffy)
Nel corso di Buffy abbiamo incontrato una miriade di creature oscure, ma solo alcune di loro hanno lasciato davvero il segno. Fra queste, bisogna sicuramente citare Drusilla, un personaggio che, nonostante il poco screentime, si è conquistata l’amore dei fan. Folle, letale e imprevedibile, Drusilla ci viene introdotta nella seconda stagione dello show, ponendosi come uno dei Big Bad del secondo capitolo. Una vampira che, pur sembrando fragile e quasi innocente all’inizio, si dimostrerà capace di atti atroci. Basti pensare ai suoi piani diabolici per far risorgere il Giudice, al suo desiderio di distruggere il mondo, oppure all’omicidio di Kendra. Eppure, nonostante sia a tutti gli effetti una villain, non è mai stato possibile odiare Drusilla. Deliziosamente squilibrata e ipnotica, la vampira ci ha conquistato con la sua personalità intensa e imprevedibile, resa possibile grazie alle sue visioni profetiche, la sua inquietante passione per le bambole e il conturbante amore condiviso con Spike.
Emily Gilmore (Gilmore Girls)
Emily Gilmore è forse il personaggio più controverso di Gilmore Girls. Donna ricca, orgogliosa e snob, passa gran parte del suo tempo a organizzare party ed eventi per consolidare la posizione sociale dei Gilmore. Nata in una famiglia ricca e benestante, Emily viene cresciuta per essere una moglie e madre, per seguire una vita scandita da ritmi, regole e protocolli ben precisi, dai quali difficilmente si allontana. Influenzata dalla sua educazione, Emily si mostra dunque molto rigida, tanto da non riuscire a considerare strade alternative a quelle che conosce. Quando Lorelai rimane incinta, ai suoi occhi l’unica soluzione è quella di spingerla al matrimonio con Christopher e mettere su famiglia. Ma come sappiamo, la figlia opterà per una strada diversa, una vita lontana dai genitori che creerà una crepa profonda nel suo rapporto con la madre.
Per anni le due saranno infatti legate da un rapporto conflittuale, ricco di litigi, recriminazioni e macchinazioni subdole. Basti pensare a come Emily avrà un ruolo fondamentale nella fine della relazione fra Lorelai e Luke, così come in quella fra Rory e Dean. Senza poi contare le sue uscite dai toni razzisti o le sue critiche sullo stile di vita della figlia. Tuttavia, nonostante tutto questo, Emily non è mai stata una persona cattiva. Sotto la sua scorza dura, è semplicemente una donna ferita in cerca di comprensione e amore, dalla visione spesso retrograda ma non per questo priva di sentimenti e compassione. Ed è proprio per questo che non abbiamo mai potuto odiare Emily fino in fondo. Al di là dei conflitti con la figlia, la donna ci ha infatti deliziato con il suo composto cinismo, per poi mostrarci un lato completamente diverso nel revival, decisivo per condurla verso un percorso di autoconsapevolezza e rinascita.
Madeline Wuntch (Brooklyn Nine-Nine)
Brooklyn Nine-Nine ci ha conquistato con i suoi protagonisti, ma è anche grazie ai personaggi ricorrenti se lo show ha avuto tanto successo. Doug Judy, Pimento, l’Avvoltoio, Kevin. E ovviamente Madeline Wuntch, un personaggio che a ogni sua comparsa ci ha regalato momenti di puro genio. Infida, astuta e incredibilmente scorretta, ci viene presentata sin da subito come la nemica giurata del Capitano Holt, che non mancherà mai di affibbiarle i peggiori nomignoli (devil, a goat, a bat, a forked-tongued lizard witch, a talking raisin, per citarne alcuni). La dinamica fra questi due personaggi è sempre stata deliziosamente intensa e divertente, tanto che non ci è mai stato possibile disprezzare completamente la Wuntch.
Nonostante infatti cerchi costantemente di sabotare la sua carriera, il suo sdegno per Holt –unito alle sue inappropriate avances – ci hanno regalato un’infinità di risate. Sia chiaro, abbiamo odiato le manipolazioni della Wuntch e le difficoltà a cui ha sottoposto il personaggio di Andre Braugher. Ma dobbiamo ammettere che senza di lei lo show non sarebbe stato lo stesso, dal momento in cui è stata introdotta per la prima volta fino alla sua prematura morte che, come la sua vita, sfrutterà per tormentare il suo rivale.
Joseph Lawrence (The Handmaid’s Tale)
The Handmaid’s Tale pullula di personaggi detestabili: Fred Waterford, Serena Joy, Zia Lydia. Tuttavia, nel corso delle stagioni lo show ci ha presentato anche delle personalità che, seppur ambigue, ci hanno mostrato sfumature che ce li hanno fatti quantomeno apprezzare. Joseph Lawrence rientra sicuramente in questa categoria. Enigmatico e ricco di contraddizioni, il Comandante ci ha affascinato sin da subito, e non solo perché interpretato dal talentuoso Bradley Whitford. Lawrence è infatti un personaggio in cui la natura corrotta di Gilead e la più basica decenza umana s’incontrano. Come abbiamo potuto scoprire nella terza stagione, Lawrence ha avuto un ruolo fondamentale nella creazione del regime, ideando la sua politica estera e interna. È proprio così che diventerà uno dei suoi esponenti più importanti, sfruttando una mente brillante ma anche terribilmente pragmatica. Pur non sporcandosi mai direttamente le mani, Lawrence sarà infatti responsabile di diverse delle atrocità perpetuate da Gilead.
Tuttavia, nonostante ciò, Lawrence non ci è mai apparso come un villain spietato e senza scrupoli. Mentre nei Waterford non c’è alcuna traccia di pentimento o redenzione, in lui abbiamo potuto scorgere un lato più compassionevole. Basti pensare al suo amore per la moglie, o all’aiuto fornito a June ed Emily. Attraverso questi atti di gentilezza, Lawrence ha dato dunque prova di essere molto più complesso di quanto ci saremmo aspettati: non un manipolatore cinico e sprezzante, ma forse un uomo tormentato dai sensi di colpa. Dalla consapevolezza di aver creato un mondo in cui lui stesso è ormai prigioniero e in cui il suo crudele pragmatismo è l’unico mezzo per sopravvivere. E, chissà, forse anche per redimersi.
Lucifer (Supernatural)
Nel corso di 15 stagioni, i fratelli Winchester hanno dovuto affrontare numerosi nemici, di cui Lucifer è sicuramente uno dei più memorabili. Ci troviamo infatti di fronte a un villain degno di questo nome, una figura che è riuscita a lasciare il segno non solo per la sua malvagità, ma anche per un’ironia che ce lo ha fatto amare. L’angelo caduto ci ha ingannato con il suo sorriso e le sue idee, così come con i mille volti che hanno sempre continuato a incuriosirci. Nel corso delle stagioni Lucifer ha infatti assunto volti e personalità sempre diverse. Mark Pellegrino ci ha regalato sicuramente una delle versioni migliori del personaggio: calmo, brillante, feroce e perverso. Ma bisogna riconoscere quanto anche quelle di Jared Padalecki, Misha Collins e Rick Springfield siano state convincenti. Ognuno di loro ha infatti portato qualcosa di nuovo e interessante al personaggio: la sua regalità, la sua natura manipolatrice, la sua comicità e vulnerabilità. Tutte sfumature che non ci hanno mai fatto stancare del personaggio, fino al momento in cui abbiamo dovuto salutarlo definitivamente.
Sue Sylvester (Glee)
Glee ci ha fornito una miriade di personaggi secondari nel corso delle sue stagioni, ma nessuno ha lasciato il segno come Sue Sylvester. La feroce e prepotente allenatrice delle Cheereos ci ha infatti regalato alcuni dei momenti più assurdi ed esilaranti dello show, facendocela amare nonostante fosse a tutti gli effetti l’arcinemica dei protagonisti. Egoista, meschina e spesso infantile, Sue metterà costantemente i bastoni fra le ruote del Glee Club ricorrendo a mezzi astuti e subdoli, che sia un’alleanza con i suoi rivali o piani elaborati per screditare Will Schuester. Ma nonostante i suoi machiavellici tentativi, l’uomo non si piegherà mai a Sue, tenendole testa episodio dopo episodio.
È proprio per questo che la donna finirà per provare una cerca ammirazione nei suoi confronti, tanto da poi stringere una sincera amicizia con Mr. Schue. Dunque, pur indossando i panni della villain, Sue ci ha dimostrato di essere molto più di questo. Attraverso l’amore per la sorella Jean, per Becky e il supporto offerto alla Coach Beiste, abbiamo infatti scoperto un personaggio molto più compassionevole di quanto ci aspettassimo. Però diciamocelo, avremmo amato Sue anche se non ci avesse rivelato il suo lato più dolce. I suoi commenti taglienti (e spesso inappropriati), la scalata al potere al Liceo McKinley, il tentativo di diventare senatrice, il matrimonio con se stessa: tutti elementi che hanno portato nello show quel pizzico di scorrettezza di cui aveva bisogno per controbilanciare la positività del Glee Club.
La Matrigna (Fleabag)
Brillante, innovativa e commovente, Fleabag ci ha raccontato la storia di una giovane donna londinese che si barcamena fra una famiglia disfunzionale, la gestione della sua caffetteria e la ricerca di se stessa. Nonostante si focalizzi principalmente sulla sua omonima protagonista, lo show ci ha presentato anche una serie di personaggi secondari che hanno contribuito a sancirne il successo. Fra i più memorabili bisogna sicuramente citare la Matrigna. Antagonista ricorrente insieme a Martin, il personaggio di Olivia Colman è un’artista spezzante e arrogante che, pur presentandosi come una dolce e affettuosa madrina, non mancherà mai di sminuire sia Fleabag che Claire. Eppure, nonostante la sua natura velenosa, questo personaggio non ha potuto che conquistarci. Fra le sue esibizioni artistiche incentrate sul sesso e il suo corpo, i battibecchi passivi-aggressivi con Fleabag e i suoi commenti taglienti, la Matrigna ci ha infatti regalato momenti sì terribili ma comunque indimenticabili. Ed è per questo che, pur disprezzando il suo atteggiamento, non abbiamo potuto che apprezzare la sua presenza nello show, arricchito da questa personalità melodrammatica e sopra le righe.
Kai (The Vampire Diaries)
Nel corso delle sue stagioni, The Vampire Diaries ci ha proposto villain diversi, riuscendo inoltre di tanto in tanto a farci empatizzare con loro. Basti pensare a Damon, Katherine e Klaus, forse l’antagonista più amato dai fan, talmente tanto da conquistarsi una serie tutta sua. Ma il Mikaelson non è l’unico ad aver lasciato il segno nello show. Nella sesta stagione, The Vampire Diaries ci ha infatti introdotto a Kai Parker, un antagonista che ci ha completamente conquistato. E questo perché è sempre stato contraddistinto da una natura incostante e imprevedibile che ci ha tenuto costantemente sulle spine. Membro della Congrega di Gemini, viene imprigionato dalla sua congrega di stregoni nel Mondo Prigione come penitenza per aver ucciso i suoi fratelli. Costretto a rivivere sempre lo stesso giorno dell’anno 1994, Kai discenderà sempre più nella pazzia, che però saprà nascondere dietro una personalità sfaccettata.
Quando infatti Bonnie finirà nel Mondo Prigione, non le sarà facile inquadrare immediatamente Kai: il ragazzo che si ritrova di fronte sa essere capriccioso e infantile, ma anche calmo e quasi innocente. Un uomo adulto in cui c’è tutta l’angoscia e il dolore dell’adolescenza, così come un’amore per il sarcasmo e le battute. Kai oscilla continuamente da un estremo all’altro, mostrando un comportamento sempre diverso che ci ha sia affascinato che inquietato. Nonostante sia incredibilmente divertente da guardare, l’uomo è infatti a tutti gli effetti uno psicopatico che ama torturare e uccidere il prossimo, che sia per raggiungere i propri obiettivi o il semplice piacere di farlo. Una caratteristica che, nonostante il suo tentativo di redenzione dopo aver assorbito il fratello Luke, si porterà con sé fino alla fine del suo percorso.