Quando esordisce un nuovo prodotto televisivo con buone premesse ed enormi potenzialità, scatta immediato l’accostamento con un altro prodotto di successo. Che sia una trovata pubblicitaria o un modo per i critici televisivi per offrire delle coordinate di riferimento agli spettatori, poco importa. Il paragone serve a offrirci una qualche garanzia di qualità. Dire che The 8 Show è la copia di Squid Game o che Shōgun è la nuova Game of Thrones significa creare delle aspettative su quel prodotto facendo riferimento a una base affidabile. Chi conosce Game of Thrones sarà infatti incuriosito dal capire che tipo di prodotto si trova davanti, anche semplicemente per criticarne i punti di distanza. È sempre più frequente giudicare una serie tv prendendo come punto di riferimento un titolo che ha già avuto successo nello stesso genere.
È il caso di The 8 Show, ma ce ne sono una miriade di altri simili.
Solitamente però, i titoli che sono all’esordio falliscono la prova del paragone forzato. Molte serie finiscono per essere penalizzate da un accostamento importante, sia perché si ritrovano a dover fare i conti con delle aspettative molto alte, sia perché chi si trova a guardarle si aspetta sempre qualcosa di diverso da quello che poi in realtà guarda. Ci sono varie serie tv uscite di recente che hanno dovuto affrontare un paragone ingombrante con altri titoli di successo. Se Netflix ha la sua Èlite, Amazon Prime Video deve attrarre a sé la stessa fetta di pubblico proponendo qualcosa di simile ma, allo stesso tempo, distante. Non sempre la prova del paragone ingombrante è uno svantaggio. Essere accostata a un prodotto di successo, al di là di ogni sorta di scetticismo, attira l’attenzione del pubblico. Che magari potrà bocciare quello che vede, ma sarà comunque incuriosito a guardarlo. Dall’inizio dell’anno, sono uscite sulle varie piattaforme delle serie tv intriganti e dal buon potenziale. Alcune di queste, hanno finito per essere considerate “la nuova X di questa piattaforma”, generando tante aspettative, ma anche una buona dose di curiosità.
Vediamo di che si tratta.
1) The 8 Show
Quando è apparsa per la prima volta su Netflix, The 8 Show si è immediatamente trascinata dietro l’accostamento a un’altra serie tv di successo, che qualche anno fa ha fatto incetta di fan sulla piattaforma, diventando uno dei prodotti sudcoreani più visti in assoluto su Netflix. Squid Game è diventata in breve tempo un fenomeno mondiale e infatti c’è tanta attesa per l’uscita della seconda stagione. The 8 Show si è presentata sulla scena più o meno con le stesse premesse. Un prodotto seriale proveniente dell’estremo Oriente, colorato, disturbante, alienante. Un racconto brutale consumato tra le pareti di un microcosmo artificiale, costruito da entità invisibili con lo scopo di replicare, in forma ridotta, i meccanismi che sono alla base della società. È una serie che fa ruotare tutto attorno ai soldi, con il montepremi in bellavista che richiama ogni individuo ai suoi istinti primordiali.
The 8 Show, esattamente come Squid Game, è un prodotto meta-seriale.
In entrambi i casi si tratta di un gioco, una sorta di reality show in cui i concorrenti vengono osservati tutto il tempo da una telecamera. Dall’altra parte, esistono degli spettatori, che poi siamo noi. In The 8 Show i personaggi si trovano all’interno di un palazzo con otto piani. Ciascuno di loro occupa un piano e ha l’obiettivo di non morire e arrivare vivo alla fine dell’esperienza. A differenza di Squid Game, non ci sono giochi mortali ai quali bisogna sopravvivere. In The 8 Show i concorrenti guadagnano per ogni singolo minuto di gioco. Il montepremi aumenta con la semplice permanenza all’interno del palazzo. Le otto persone che partecipano allo show possono acquistare beni di prima necessità a un prezzo cento volte maggiore di quello normale.
All’inizio, i concorrenti collaborano per massimizzare i guadagni. Ma poi, con il passare del tempo, viene fuori la vera natura di ciascuno di loro. Sopraffazione e violenza prendono il sopravvento. The 8 Show ricrea una società all’interno di un contesto sballato, inedito, e costringe i suoi membri ad adattarsi. Le leggi della natura fanno il resto, lasciando emergere egoismi, bramosie, debolezze, istinti brutali. Il paragone con Squid Game è immediato e immancabile. The 8 Show è tratto dal webtoon Money Game e Pie Game di Bae Jin-soo ed è diretto da Han Jae-rim. Ma la serie non è una copia del più popolare prodotto coreano. Ed è una buona notizia, perché l’accostamento non favorirebbe The 8 Show. Che invece è solo un altro modo – simile, ma non identico – per raccontare con l’espediente meta-televisivo le disuguaglianze sociali che lacerano la società.
2) Shōgun
Ma The 8 Show non è l’unica serie tv ad aver avuto a che fare con un paragone ingombrante. Shōgun è da subito stata pubblicizzata come la nuova Game of Thrones. Un period drama tratto da un romanzo di successo, con un budget di produzione sostenuto, una resa stilistica di altissimo livello e una storia intricata di guerre, intrighi politici e amori proibiti da raccontare. Detta così, qualsiasi dramma storico potrebbe essere associato a Game of Thrones. La cosa che ha spinto molti a mettere a confronto le due serie tv è la preponderante componente politica. Shōgun, come Game of Thrones, ruota attorno alla lotta per il potere. Nella serie HBO tratta dai romanzi di G.R.R. Martin i personaggi combattono tra di loro per conquistare il Trono di Spade. In Shōgun, invece, la guerra si fa per conquistare il più importante titolo militare del Giappone feudale: quello di Shōgun, per l’appunto.
Ma mettere sullo stesso piano la serie HBO e lo show andato in onda su Disney+ sarebbe fare un torto ad entrambe le produzioni.
Shōgun ha una sua unicità che, come per tutte le opere artistiche, è eccezionale ed irripetibile. Sebbene si possano trovare dei punti di contatto tra i due prodotti, ognuno va giudicato nella sua individualità e singolarità. Shōgun presenta tanti elementi di novità. L’ambientazione storica, i personaggi, i contesti nei quali si muovono sono completamente diversi da quelli dell’universo di Game of Thrones. Anche il modo di raccontare la lotta per il potere ha più punti di divergenza che punti di contatto. In Shōgun la guerra viene solo evocata. È una possibilità, è il motore che fa scattare la scintilla dell’azione, ma nello show non vediamo battaglie, schieramenti di eserciti, conflagrazioni rumorose.
La serie sul Giappone feudale fa una precisa scelta narrativa: racconta la politica, le tradizioni, la strategia, le peculiarità di una civiltà antica senza seguire le regole tradizionali di un period drama classico. Shōgun non assomiglia a Game of Thrones, per cui qualsiasi discorso su quale dei due prodotti sia migliore dell’altro risulterebbe fuorviante. Chi ha visto la prima stagione della serie andata in onda su Disney+ sa quanto ogni paragone con un colossal come Got possa sviare lo spettatore e privarlo della vera poesia della serie.