5) Rust Cohle – True Detective
L’ultimo personaggio che incontriamo nell’insidiosa strada della critica alla Fede è un profondo conoscitore dell’animo umano. Un esploratore della psiche, un teorico del pessimismo cosmico più Leopardiano mai concepito. Parliamo di Rust Cohle, colui che rimarrà per sempre ricordato come uno dei personaggi meglio scritti della storia della serialità. Rust è incredibilmente perfetto nella sua imperfezione. Un Bojack evoluto e consapevole. Un uomo che sa e che deve far sapere a tutti la verità. E la verità è che non c’è verità. C’è un incubo, una stanza sprangata, e poi ci siamo noi che viviamo la nostra vita dentro a essa.
Perché lui è lì per questo, perché “se l’unica cosa che rende corretta una persona sia l’aspettativa di una ricompensa divina allora, fratello, quella persona è un pezzo di m***a”. E lui i suddetti escrementi vuole farli venire a galla. Quale sarebbe la vita vera ci chiede Rust? “Persone che si radunano e si raccontano panzane che sono in aperto contrasto con tutte le leggi dell’Universo solo per finire una c***o di giornata in pace?”. Questa non è vita secondo lui, non si può andare avanti in questo modo, gravati dal peso della Fede. Perché la realtà è che “le persone sono così fottutamente deboli che preferirebbero gettare una moneta nel pozzo dei desideri piuttosto che comprarsi la cena”.