Non sono mai stata il tipo di persona che abbandona una serie dopo una sola scena, perché solitamente cerco di guardare almeno un episodio intero prima di decidere se proseguire o meno con la visione. Eppure vi sono casi in cui, per diverse ragioni, nemmeno con tutta la mia buona volontà sono riuscita a proseguire oltre i primi minuti di alcune produzioni. Se per esempio non ho mai continuato la visione di The Boys perché l’ho iniziata nel momento sbagliato o quella di House of Cards perché sono troppo debole di cuore, in molti casi le serie tv che ho abbandonato dopo una sola scena erano evidentemente produzioni nate vecchie, piene di cliché e terribili sotto tutti i punti di vista, tanto che anche quando sono tornata sui miei passi e ho deciso di finirle me ne sono pentita amaramente.
Le sette serie tv che ho abbandonato dopo la prima scena appartengono un po’ a ogni genere e sono diverse tra loro sia per qualità che per il successo che hanno avuto, eppure in un modo o nell’altro sono tutte produzioni che nonostante la buona volontà non sono riuscita ad amare e anzi, ho sentito il bisogno di abbandonare letteralmente dopo la prima scena.
1) First Kill
Il teen drama a tinte fantasy prodotto da Netflix, presentato come una versione queer e paranormale di Romeo e Giulietta che strizza l’occhio a produzioni come Twilight e The Vampire Diaries, passerà probabilmente alla storia come una delle peggiori idee mai portate in scena dal colosso dello streaming. Pubblico e critica non si sono trattenuti nell’evidenziarne i difetti, da una recitazione livello spettacolo di fino anno delle elementari fino a un CGI degno dei peggiori Disney Channel Original Movies, passando per una trama che fa acqua da tutte le parti e una scrittura che definire acerba è poco.
Non sono mai andata oltre la prima scena del primo episodi di First Kill, eppure solo da quei primissimi istanti mi sento di confermare che probabilmente tutte le critiche ricevute dalla serie sono fondate. Nei primi minuti di First Kill facciamo conoscenza con la vampira adolescente Juliet, che tra frammenti di sogni erotici e pillole sostitutive del sangue ci racconta di quanto lei sia speciale e diversa dagli altri, laddove tutti sono crudeli mentre lei è una timida creatura spaventata dalla sua ombra. Al di là del monologo ridicolo della protagonista di First Kill, è stato soprattutto il lato tecnico della serie a farmi desistere: il lavoro di CGI è talmente poco credibile che in confronto la Melevisione sembra un film della Marvel.
2) The Boys
Nel caso di The Boys la situazione è ben diversa, perché la mia decisione di interrompere la visione della serie non ha a che vedere con la qualità della produzione Amazon Prime Video.
Infatti, pur avendo visto solo la prima scena della serie che ha rivoluzionato il genere supereroistico, non posso negare che The Boys sembrasse fin dal primo istante una produzione di altissimo livello. Nei minuti iniziali del primo episodio appare evidente che dal punto di vista dalla regia, della recitazione e della scrittura The Boys sia una serie tv che non ha nulla da invidiare alle migliori produzioni Marvel, eppure qualcosa di quelle prime inquadrature mi ha spinto a decidere di rimandare a un futuro indefinito la visione della serie. La scena iniziale di The Boys è piuttosto canonica per quella che si è poi dimostrata essere una produzione rivoluzionaria e forse è proprio per questo che, non essendo mai stata una grande fan dei supereroi, ho deciso di interrompere la visione. Con il senno di poi, avendo sentito meraviglie sull’evoluzione e l’importanza di The Boys, mi sono pentita della mia scelta e aspetto solo che arrivi il momento giusto per riprendere in mano una serie che ho sicuramente giudicato troppo in fretta.
3) Kevin Can F**k Himself
Nel caso di Kevin Can F**K Himself devo fare un mea culpa: non ho resistito abbastanza da comprendere che la dramedy era una parodia delle sitcom familiari statunitensi, cadendo quindi in un errore da principiante che ha compromesso la visione di una serie che probabilmente avrei amato se solo avessi saputo in anticipo di cosa si trattasse. Ho tentato di iniziare Kevin Can F**k Himself in una serata di zapping triste e anonimo, scegliendola a caso tra le produzioni proposte da Amazon Prime Video e rimanendo immediatamente delusa: la prima scena della serie sembrava riprodurre fedelmente tutte le dinamiche che ho sempre odiato di sitcom familiari come Tutto in Famiglia e La vita secondo Jim, con anche l’aggravante di essere circa vent’anni in ritardo rispetto ai pilastri del genere. Ho resistito a malapena due minuti prima di spegnere la televisione, salvo poi cercare informazioni sulla serie e scoprire che mi aveva ingannata, facendomi cadere nella trappola dei pregiudizi che Kevin Can F**k Himself cerca in tutti i modi di ribaltare. Tuttavia, anche con questa nuova consapevolezza, non sono mai riuscita a ricominciarla, interrompendo definitivamente la visione dopo la prima scena.
4) House of Cards
Come nel caso di The Boys, la mia decisione di interrompere la visione di House of Cards non ha nulla a che vedere con la qualità straordinaria di una serie che ha fatto la storia della televisione.
La primissima scena di House of Cards mette infatti tutte le carte in tavola, mostrando come all’interno del racconto portato in scena non esista alcuna morale e che le regole a cui siamo abituati ad attenerci in società altro non sono che una debolezza. Kevin Spacey guarda in camera e ce lo racconta in un monologo straordinario, che sono certa mi avrebbe convinta ad amare la serie per sempre, se solo non fosse che proprio mentre ci narra di cosa è disposto a fare per ottenere il potere, Frank Underwood (il personaggio da lui interpretato) uccide un cane ferito a mani nude. Una scena iniziale potente e meravigliosa, che tuttavia mi ha spezzato il cuore al punto da costringermi a interrompere la visione all’istante, sconvolta dall’uccisione di un innocente e dalla freddezza con cui questa viene dipinta.
5) I Know What You Did Last Summer
Sarò sincera: avevo interrotto la visione del primo episodio di I Know What You Did Last Summer dopo il primo ridicolo monologo della protagonista, eppure qualcosa mi ha spinto a tornare sui miei passi e concludere la serie. Una decisione che rimpiango amaramente, perché se avessi dato retta al mio istinto non avrei sprecato ore preziose della mia vita guardando quella che mi sento di definire la serie tv peggiore che io abbia mai visto.
Nella prima scena di questo remake della serie degli anni Novanta, la protagonista Lennon si lancia in un toccante monologo di pirandelliana ispirazione sul fatto che non ci si possa fidare di nessuno, che tutti abbiamo segreti e che non esistono volti ma solo maschere, il tutto mentre sullo schermo scorrono immagini di panorami delle Hawaii che riescono nell’impresa di far sembrare le isole paradisiache piuttosto deprimenti. Sebbene non possa negare che evidentemente qualcosa in questa scena debba avermi spinta a cambiare idea e continuare la visione di I Know What You Did Last Summer, a pensarci a posteriori non mi viene in mente nulla, ennesima dimostrazione che avrei dovuto fidarmi del mio istinto.
6) Pretty Smart
Pretty Smart potrebbe tranquillamente fare compagnia a First Kill nella classifica delle peggiori serie tv mai prodotte da Netflix e la sua scena iniziale lo dimostra a pieno titolo. Attratta dalla presenza nel cast di Emily Osment e Gregg Sulkin, due volti noti a chi come me è cresciuto a pane e Disney Channel, ho deciso di dare una possibilità a questa comedy che già dalla trama sembrava trasudare noia e cliché, ma, lasciatemelo dire, nulla avrebbe potuto prepararmi alla reale bruttezza dei primi minuti di Pretty Smart. Nel giro di circa 120 secondi facciamo la conoscenza di tutti i protagonisti, i quali sono macchiette stereotipate al limite dell’assurdo. Tra ragazzo muscoloso perennemente senza maglietta, avvocatessa che ha lasciato il lavoro per diventare guaritrice, influencer gay che pensa solo agli outfit e una coppia di sorelle che più diverse tra loro non si può, Pretty Smart annoia dopo pochi istanti, tanto che non possiamo che essere sollevati della sua repentina cancellazione dopo una sola stagione.
7) Boo Bitch
Anche l’ultima delle serie che ho abbandonato dopo la scena iniziale è una produzione Netflix, con la differenza che nel caso di Boo Bitch avevo qualche aspettativa in più rispetto alle già citate First Kill e Pretty Smart. La trama di questa comedy paranormale sembrava infatti contenere qualche spunto di originalità e l’estetica colorata mi sembrava perfetta per una serata estiva casalinga, eppure dopo i primi tre minuti di visione non ho più resistito e ho deciso di impegnarmi piuttosto nell’ennesimo rewatch di The Office.
Boo Bitch, che narra le vicende di due migliori amiche in seguito alla loro morte in un incidente assurdo, si apre con il racconto degli eventi che le hanno condotte verso la fine della loro vita, a partire dalla presentazione del loro status sociale al liceo. Nella scena iniziale, dopo aver visto la protagonista Erika sepolta sotto un alce, ci vengono mostrati tutti i cliché dell’universo sulla vita degli adolescenti negli Stati Uniti, raccontati con una finta ironia irritante al punto tale che non ce l’ho più fatta e ho subito interrotto la visione. E mentre per molte delle altre serie presenti in questa lista la curiosità è stata tale che mi sono comunque voluta spoilerare gli sviluppi successivi della trama cercandoli su internet, nel caso di Boo Bitch non ho sentito nemmeno questa esigenza.