Attenzione: evita la lettura se non vuoi imbatterti in spoiler di Mad Men, Peaky Blinders, Master of None, Rick e Morty, Seinfeld, The Boys, Crashing!
Nella storia delle Serie Tv sono tantissimi gli esempi di Serie che, pur di non inimicarsi i fan, hanno stravolto intere linee narrative e riscritto intere trame. È giusto volere l’affetto dei propri spettatori, ma fino a che punto? Quando un fan diventa uno sceneggiatore c’è un unico grande problema: si tende a perdere l’unicità della Serie Tv e si perde di conseguenza anche il suo piglio di coerenza. Altrettanti, però, sono gli esempi di Serie Tv che non si sono lasciate travolgere dalle smanie del proprio pubblico e che, nonostante possano essere state criticate, hanno continuato a mantenere il proprio stile a discapito di ogni dibattito. Non per tigna o per orgoglio, il punto è che mantenere una rotta e incanalarsi sulla propria strada risulta, effettivamente, sempre funzionale alla riuscita della Serie stessa. La coerenza con i propri personaggi, con il proprio stile ed il proprio linguaggio traina l’intera Serie verso il successo e sappiamo che spesso le critiche possono aiutare, anche se spietate, a migliorare e a migliorarsi. A lungo andare, infatti, le Serie che hanno deciso di mantenere la propria originalità, contro tutto e tutti, hanno ottenuto un maggior successo o quantomeno una maggior considerazione a livello stilistico e narrativo. Piegarsi al fanservice può aiutare in termini di numero ma spesso e volentieri non aiuta in termini di qualità. Molte Serie ovviamente hanno saputo conciliare le due cose, ma più spesso si sceglie una delle due vie e la maggior parte delle volte si vince scegliendo la propria singolarità. Ci sono, a tal proposito, alcuni esempi lampanti di Serie che hanno scelto questa via:
1. Mad Men
Mad Men finisce nel 2015 e chiude, con la settima stagione, un arco narrativo molto lungo e altrettanto affascinante. Il presupposto di base sembra davvero elementare e analizza la vita di Don Draper, pubblicitario di una grande azienda newyorkese negli anni Sessanta. Eppure, nonostante l’apparente semplicità, Mad Men si delinea nel tempo come una delle Serie meglio scritte in assoluto, grazie alla coerenza narrativa che la contraddistingue per tutte e sette le stagioni. Gli scrittori di Mad Men, infatti, hanno fatto la scelta di non cambiare mai, in nessun momento della storia, il loro modo di approcciare alla scrittura. Quest’ultima è molto lenta e molto riflessiva, mirata ad una narrazione piuttosto razionale di storie di vita vissuta. I personaggi sono molto caratterizzati e ben delineati secondo lo stile tipico di Mad Men e soprattutto seguono delle linee narrative mai scontate. Lo stile di Mad Men, insomma, è peculiare e ben delineato e questo nel tempo non è mai cambiato. Nonostante molti fan avrebbero voluto vedere forse più azione, Mad Men non ha mai cambiato nulla del suo modus operandi e, alla lunga, ha sempre funzionato come una delle Serie di maggior successo soprattutto sul tema.
2. The Boys e non solo: Peaky Blinders
In generale, Peaky Blinders non è mai scesa a patti con il fanservice; lungi da Tommy Shelby scendere a patti con qualcuno. Ed è questo uno dei suoi punti di forza. Esattamente come il suo personaggio principale, e non solo, la Serie stessa rimane ferma e decisa sulle sue idee, intransigente alle pretese di chiunque altro. Soprattutto quando di parla di storyline amorose. La storia d’amore tra Tommy e Grace ha sicuramente una forza d’azione inarrestabile e chiunque ha sperato davvero che potessero finalmente portarla avanti, sempre a loro modo. Eppure, gli scrittori di Peaky Blinders hanno deciso di interromperla in un modo, peraltro, parecchio brusco e inaspettato. Con la morte di Grace, infatti, gli autori sembrano nuovamente e ancora di più affermare la loro supremazia sugli spettatori, comunicando una decisione fuori dal coro ma certamente funzionale. Come a dire: Peaky Blinders non parla dell’amore cui siete abituati, Peaky Blinders non si piega a storyline amorose scontate, Peaky Blinders è unica e in quanto tale si riserva di decidere chi vive e chi muore. Di nuovo, in perfetta coerenza con i propri personaggi, Peaky Blinders si distingue dalla massa e non scende a patti con nessuno, individuando la carta vincente per far sì che la Serie abbia davvero il seguito che voleva fin dal principio.
3. Master of None
Con la terza stagione, Master of None ci spiazza. Eravamo abituati ad una narrazione incentrata su Dev e sulla sua complicata e a tratti comica ricerca del suo posto nel mondo, o almeno della sua serenità. Non che ci dispiacesse, Master of None si è sempre contraddistinta per la sua chiave ironica e allo stesso tempo grottesca che spesso non risulta comprensibile a tutti. E già dalle sue prime puntate il riscontro non è stato unanime, quanto leggermente di nicchia. In ogni modo, la Serie ha sempre dimostrato grande caparbietà e grande coraggio nell’affrontare un tema di vita quotidiana con una vena piuttosto sagace, senza mai lasciare nulla di non detto. Inoltre il caso mediatico e giudiziario che si è creato intorno al suo creatore e scrittore Aziz Ansari non ha contribuito. Tralasciando ogni implicazione esterna, Master of None ci ha sempre convinti per la sua narrazione tagliente e ironica della vita vera. Quando Denise appare sullo schermo la prima volta capiamo subito che abbiamo bisogno di conoscerla meglio. Nonostante i fan più accaniti sperassero in un nuovo racconto dal punto di vista di Dev, la terza stagione ci porta finalmente nel mondo di Denise, un mondo fatto di temi che fino ad allora non potevano essere toccati, semplicemente perché non inerenti. Con Denise riusciamo a cogliere delle sfumature ancora diverse di spaccati di vita vissuta, e vissuta intensamente. Master of None colpisce ancora e stupisce ancora grazie al suo anticonformismo che la rende una serie unica nel suo genere.
4. The Boys e non solo: Rick e Morty
Il nonno e il nipote più scorretti della serialità televisiva non hanno bisogno di presentazioni e di certo non hanno bisogno dell’approvazione del pubblico. Gli autori di Rick e Morty sono esattamente in linea col proprio protagonista e se ne fregano di qualunque critica o qualunque rimprovero sul loro operato. Sono convinti di quello che fanno, sono esperti e sono pieni di idee: insomma, sono loro stessi Rick Sanchez. Sembrano dirci: la volgarità è un problema? Chi se ne frega, questo è il nostro modo di fare. E, ancora una volta, vincono. Rick e Morty è una delle serie più irriverenti degli ultimi anni ma è allo stesso tempo una delle serie meglio riuscite e meglio scritte degli ultimi anni. I suoi creatori sono riusciti a reinventare un certo tipo di animazione, discostandosi totalmente dai canoni imposti e creando un nuovo paradigma. Rick e Morty si infila silenziosamente in un filone di animazione per adulti che abbraccia, però, vari tipi di approccio alla comicità. La varietà di Rick e Morty, insieme ad un enorme dito medio alzato nei confronti dei canoni sociali, fa sì che la Serie conquisti i più grandi amatori dell’animazione e non solo. Nonostante il suo volersi distaccare dalla massa, ottiene l’effetto contrario e coinvolge anche chi non è un appassionato di animazione. D’altronde, anche Rick cerca di essere al di sopra della massa, ma sappiamo tutti che in fondo ci tiene all’opinione di alcuni selezionatissimi membri di essa.
5. Seinfeld
Quanto era bello Seinfeld? Per chi non lo conoscesse (posto che dovrebbe recuperarlo) Seinfeld è una delle serie comedy che ha fatto la storia della comicità americana e non solo e che ha insegnato a molte dopo di lei cosa volesse dire creare una sit-com. Seinfeld è bellissimo e il motivo è davvero semplice: racconta di quattro amici che vivono la loro vita a New York in modo talmente semplice da risultare ridicolo e grottesco, il che ci fa ridere tantissimo. Ma perché Seinfeld sfida il fanservice? Soprattutto per il finale, penseranno molti di voi, che ha avuto un seguito talmente negativo da essere addirittura più odiato del finale di How I met your Mother. Nell’ultima puntata di Seinfeld i protagonisti finiscono in prigione dopo un processo a dir poco ridicolo che si conclude, infatti, con un altrettanto ridicolo finale. Si badi bene, però, che per ridicolo non si intende poco riuscito bensì comico, portato all’esasperazione. In fondo questa è la comicità. Seinfeld sembra dirci che quei personaggi nascono così e muoiono così, senza mai cambiare, sena mai migliorarsi, senza mai affrontare le proprie responsabilità. E la loro forza è esattamente questa. Seinfeld vince su tutti, senza grandi obiezioni. Ed esattamente nello stesso modo affronta le critiche (spesso venute anche dagli stessi attori) riguardo al finale, le prende e le mette da parte. Seinfeld non ha bisogno di spiegazioni né di giustificazioni, è perfetto nella sua semplicità e nella sua unicità.
6. The Boys
Gli antieroi della Vought sanno cosa vuol dire ribellione e sanno cosa vuol dire non seguire mai le regole. Butcher e i suoi non hanno di certo mai avuto problemi a sfidare i dettami della società o le critiche loro rivolte. E così anche i loro autori. The Boys è una delle Serie che più ha fatto dell’anticonformismo un punto di forza e che ha sempre voluto distinguersi soprattutto attraverso un linguaggio duro e diretto, senza fronzoli e senza filtri. I Sette, così come Butcher e i suoi The Boys, sono da subito delineati come personaggi complessi che inizialmente possono sembrare solo cattivi, senza remore e spudorati (Homelander non fa esattamente un’ottima prima impressione) ma che andando avanti scopriamo essere molto di più. Essere umani (e non umani) complicati, difettosi, imperfetti, contraddittori. Le imperfezioni che caratterizzano i personaggi di The Boys rendono la Serie quella che è, diventano quasi delle risorse che portano la Serie ad ottenere un seguito strepitoso. The Boys, infatti, contro ogni previsione, ottiene un grande successo e se ci riesce è proprio grazie alla sua coerenza, mantenuta nonostante le critiche alla sua volgarità o alla sua durezza. The Boys e i suoi autori vincono grazie alla tenacia nel mantenere un certo tipo di linguaggio, a discapito di ogni obiezione. D’altronde Butcher non scenderebbe mai a patti con qualche damerino infastidito dalle sue parolacce.
7. Crashing
Phoebe Waller-Bridge è una scrittrice di teatro, oltre che di Serie Tv. A dirla tutta le sue Serie Tv sono entrambe tratte da monologhi teatrali e questo si riconosce immediatamente. La sua scrittura è leggera e sagace allo stesso tempo, è diretta e appassionata, come se dovesse sempre arrivare anche a chi side in ultima fila. Phoebe Waller-Bridge scrive per tutti, non parla mai a bassa voce, si fa riconoscere e ama le imperfezioni. Insomma, una vera e propria anticonformista. Crashing è la sua prima fatica sul piccolo schermo, ma la sua inesperienza non si nota mai. La Serie verte intorno ad un gruppo di amici che vivono insieme in un ospedale abbandonato ed inizia e finisce con un’unica stagione. Nonostante le insistenze dei fan che chiedevano almeno una seconda stagione, Phoebe Waller-Bridge ha continuato dritta per la sua strada e ha confermato che l’unica naturale conclusione di Crashing poteva essere quella. Senza grandi drammatizzazioni della cosa; è questo uno dei punti forti di Phoebe Waller-Bridge. La sua determinatezza si ritrova nei suoi testi e fa sì che questi testi siano impattanti, anche se incentrati su semplici storie di vita quotidiana. Crashing non scende a compromessi e si siede nel suo posto comodo, al sicuro, tronfia del fatto che sia una delle Serie più sottovalutate e allo stesso tempo più brillanti sulla scena.