Patriota, o Homelander nelle sue vesti originali, è uno dei villains meglio riusciti e più potenti degli ultimi anni tra le serie tv. Il personaggio, interpretato da uno straordinario Antony Starr, è il fulcro di The Boys e colui che regge la baracca della diabolica Vought. Il pubblico lo ha visto commettere terribili atrocità e dare sfogo al suo enorme ego nei modi più assurdi, onde per cui risulta praticamente impossibile provare pietà per la sua anima. Ma noi vogliamo provare a capire se c’è qualcosa di salvabile in Patriota, cimentandoci in un’analisi introspettiva del suo fantastico e contestualmente orribile personaggio.
Il seguente articolo contiene numerosi spoiler su The Boys.
Partiamo proprio dall’esterno, da quello che è realmente successo: Patriota non ha una famiglia, non ha punti di riferimento ed è dunque privo di qualsiasi tipo di educazione umana. Patriota è, più di qualunque altro super, autentica carne da macello. “Nato da una provetta”, con uno scopo ben preciso, quello di dominare incontrastato sulle masse, facendosi adorare come un re e temere come un dio. Lo scompenso materno è messo in evidenza fin da subito, sono infatti diverse le bizzarre scene della prima stagione di The Boys in cui patriota si disseta con del latte materno (e no, LM non c’entra), portando avanti un rapporto oltre modo ambiguo e perverso con Madelyn Stillwell, arrivando ad ucciderla con le sue stesse mani, ma non riuscendo a rinunciare alle sue attenzioni, finendo per costringere Doppleganger a impersonarla per lui ogni volta che questi ne avesse bisogno. Tuttavia, nel finale della prima stagione ci rendiamo conto che Patriota è forse l’unico tra i Sette realmente in grado di rinunciare immediatamente alle sue necessità, pur di non rischiare che i suoi oscuri segreti vengano scoperti da tutti. E’ proprio questo che differenzia Patriota dagli altri super: questi ha saputo aspettare fino all’ultimo, pur rischiando spesso di perdere il controllo, prima di mostrare al pubblico la sua reale essenza, riuscendo dunque a sfruttare il momento, ossia la sua personalissima pipe bomb di sfogo della terza stagione, per continuare a cavalcare l’onda dell’entusiasmo dei suoi fan.
Il vero Patriota, quello più semplice da odiare e detestare, lo vediamo probabilmente lungo la seconda stagione di The Boys, accompagnato dalla fedele Stormfront, protagonista di una run rapida quanto spaventosamente convincente. Stormfront è infatti l’anello mancante in grado di comunicarci la reale missione della Vought, oltre che quella che sta dietro alla “creazione” di Patriota: l’essere perfetto, il superuomo per eccellenza in grado di riportare l’umanità a uno stato di totale dominio della razza ariana. Patriota però, pare essere più lusingato che convinto di tale missione costruita su misura per lui. L’antagonista principale di The Boys, infondo, non chiede altro che attenzioni e, soprattutto, approvazioni. Le stesse che non ha mai potuto ricevere e che non sa nemmeno in che forma vadano guadagnate, ma effettivamente, la prima volta che lo vediamo entrare realmente in crisi con se stesso e con il sistema della Vought, è in seguito alla scoperta del pubblico che Stormfront, intanto diventata sua anima gemella, non è altri che una nazista convinta, moglie del defunto inventore della Vought e tenuta in vita per portare a termine il diabolico piano del Quarto Reich.
Di padre in figlio
Toccando il punto di vista affettivo, è solo al culmine della terza stagione che scopriamo che Patriota, in realtà, un padre ce l’ha eccome, ed è ancora vivo e pericoloso più che mai, ovvero Soldatino (Soldier Boy), tornato negli USA grazie alla perseveranza dei The Boys, ed intenzionato a vendicarsi di tutti i membri dei Rappresaglia, suoi ex compagni di squadra, colpevoli di averlo condannato a un isolamento forzato in Russia. Ma se il padre di un uomo senza alcun tipo di senso del limite e con un ego smisurato risulta essere anch’egli un uomo oltremodo cinico, violento e vittima delle sue stesse manie di grandezza e del suo indecifrabile ego, allora quale sarà il risultato? Un mostro, senza dubbio, un inguaribile mostro che può essere sconfitto soltanto con la morte, cosa altrettanto complessa da attuare. Eppure c’è un punto che ci lascia perplessi. Patriota è lo stesso uomo che ha stuprato Becca, una donna felicemente sposata, dandole un figlio e costringendola a una vita di reclusione per allevare il suo pargolo, Ryan, nonché diretto discendente del suo impero. Patriota dunque, nel momento in cui decide di fare un figlio, di creare da sé un erede, sta ammettendo a se stesso e a tutti che sa di non essere immortale e che, come ogni re, necessita di un principe che lo renda tale.
Soldatino ammette di fronte a suo figlio, nello scontro finale della terza stagione di The Boys, che se lo avesse saputo anzitempo, avrebbe protetto Patriota e lo avrebbe allevato come suo erede, per poi lasciargli il trono, ed è la stessa cosa che Homelander promette a suo figlio Ryan. Quest’ultimo, nonostante un’educazione l’abbia ricevuta eccome, con tutto il calore umano che una madre affettuosa e premurosa come Becca ha potuto dargli, sembra destinato a percorrere le orme di suo padre, anche se forse, di generazione in generazione, di padre in figlio, qualcosa sta effettivamente cambiando, e nel mondo raccontato in The Boys, nonostante sia cinico e spaventoso, probabilmente c’è ancora spazio per avere fiducia nell’animo umano. Per concludere il discorso su Patriota, è difficile dire da ora se il suo personaggio vedrà una svolta, o qualcosa di lontanamente simile, in positivo, ma ciò che è certo è che nei suoi occhi di padre, gli stessi per cui è disposto a trucidare un’intera squadra della CIA pur di riavere suo figlio, si legge una totale mancanza di umanità che però, di fronte al volto del sangue del suo sangue, si concede qualche lacrima e un briciolo di tenerezza, di umanità.