Cosa vuol dire fallire per una Serie Tv? Mai domanda fu più complessa. Non esiste una risposta singola a questo dilemma, ma una lunga serie di combinazioni e ragioni per cui una serie, semplicemente, non vince la sua sfida. Fallire può significare cominciare bene e finire male, sbagliare fin dal principio, presentarsi discretamente ma non fare mai il grande salto. Fallire significa perdersi, che sia subito o durante la narrazione. Significa non mantenere il concept, togliere l’equilibrio a un prodotto che si era presentato egregiamente, come nel caso di The Following. Eppure, fallire non significa sempre sbagliare ogni singolo passo compiuto. Esistono infatti Serie Tv – come la prima citata The Following, Under the Dome, Babylon – in cui, nonostante il fallimento, abbiamo conosciuto personaggi scritti e interpretati divinamente. Non era importante quanto la serie sbagliasse o perdesse colpi durante la narrazione, loro rimanevano comunque intatti nella loro immensità, conferendo alla serie un motivo per cui essere ancora guardata nonostante tutto.
Joe Carroll ha scritto una delle parti più interessanti di The Following, e così è successo in altre Serie Tv con altri grandi nomi. Vediamo allora insieme di chi stiamo parlando, e fateci sapere se vi vengono in mente altri esempi!
1) Joe Carroll – The Following
Come non iniziare questo viaggio con Joe Carroll, il protagonista assoluto di una Serie tv che era partita bene ma che ha perso tutto durante il suo sviluppo. The Following, nonostante il suo declino, è sempre riuscita a conservare l’immensità di questo personaggio che, possiamo dirlo, ha retto probabilmente da solo l’intera serie dopo la prima stagione. Joe è il perfetto serial killer, il perfetto villain da temere e da cui aspettarsi qualsiasi cosa, anche l’impossibile. La sua crudeltà è viva, e traspare tutta dai suoi occhi, e il suo fascino è magnetico. Nulla di tutto questo sarebbe mai stato possibile senza James Purefoy, l’attore britannico che ha interpretato magistralmente il ruolo, conferendogli una complessità che è riuscita a far la differenza. Certo, il suo contributo non ha salvato la serie dal declino, ma è riuscito comunque a farle vincere una sfida molto difficile per la maggior parte dei prodotti: fallire, ma con classe. The Following non è riuscita a salvarsi, questo è un fatto ovvio, ma ha comunque dimostrato di saper scrivere un grande personaggio, raccontando la psiche di un serial killer che – in un altro contesto – sarebbe di certo diventato un personaggio cult del mondo della serialità.
2) Gina/Lena – Echoes
Continuiamo adesso con Echoes, una delle serie uscite negli ultimi mesi su Netflix. La serie, composta da una sola stagione, non ha convinto la maggior parte degli abbandonati a causa della sua natura profondamente confusa e difficile da seguire. Chiariamolo subito: non stiamo parlando delle stesse difficoltà affascinanti che abbiamo incontrato in Dark, ma di un’effettiva impossibilità di tenere il ritmo della serie. I vari eventi si mescolano tutti insieme, non permettendoci neanche di capire chi – tra le due – sia Gina o Lena, le due gemelle protagoniste della Serie Tv. Anche la parte thriller risulta insoddisfacente, non riuscendo mai a conquistare la nostra totale attenzione. L’unica cosa che davvero fa la differenza all’interno della serie è il personaggio interpretato da Michelle Monaghan, la protagonista indiscussa di questo esperimento fallito da parte di Netflix. Enigmatica e misteriosa, la protagonista – chiunque delle due gemelle sia – riesce a portare a casa l’unica interpretazione di livello della serie, restituendo al pubblico qualcosa per cui rimanere stupito durante le lunghe e confuse sette puntate.
3) Joker – Batman
In questi lunghi anni abbiamo collezionato alcune delle migliori interpretazioni di Joker, il cattivo di Batman che abbiamo amato fin dai tempi dei soli fumetti. Da Jack Nicholson a Joaquine Phoenix la corsa è stata lunga e piena di meraviglia, così tanta da riuscire a salvare anche una Serie Tv che ha fallito miseramente già nel lontano 1966. Joker ha salvato la serie incentrata su Batman, e lo ha fatto anche grazie a Cesar Romero, uno dei primi attori a ricoprire il ruolo del cattivo più amato di tutti i tempi. Nonostante la poca fortuna della serie, l’attore è riuscito a non sprofondare insieme a questa, proponendo un’interpretazione che ancora oggi non viene dimenticata e che si è ancorata come una delle migliori nel panorama seriale. Nonostante tutto, il suo Joker era cristallino e fedele a come lo conosciamo. Nulla è stato meno, nonostante tutto il resto lo fosse. Chiunque ami la storia di Joker, dovrebbe di certo recuperarla per assaporare un’altra perfetta interpretazione, e un altro perfetto Joker.
4) Big Jim – Under the Dome
Vedere qui Dean Norris non è una sorpresa, soprattutto perché tutti conosciamo la storia che ha preceduto il suo esordio in Under the Dome. L’attore aveva infatti chiesto a Vince Gilligan di uccidere il personaggio di Hank prima della fine effettiva della grande Breaking Bad e tutto questo per prendere parte a Under the Dome, una Serie Tv che si è presto rivelata un fallimento. Tratta dai romanzi di Stephen King, la serie è andata avanti per tre stagioni senza mai riscuotere davvero successo. Non stiamo parlando di un prodotto inedito o poco conosciuto, ma di qualcosa che ha attirato e poi respinto i fan con il suo mai avvenuto decollo. L’unica cosa che si riesce a ricordare di questo esperimento fallito è proprio lui, Dean Norris. Per scegliere di abbandonare un gioiello come Breaking Bad, l’attore dovette proprio credere molto nel progetto di Under the Dome, ma le cose purtroppo non andarono come sperava. La sua interpretazione rimane però tuttora l’unica cosa che non ci fa rimpianger di aver dato una possibilità alla serie. Il suo personaggio, come ricorderete, era uno dei più controversi ed enigmatici della serie. Inizialmente antagonista, Big Jim chiude il racconto di Under the Dome diventando un antieroe, oltre che una delle personalità più complesse e meglio scritte dell’intera serie.
5) The League – Rafi
Chiaramente guardare una Serie Tv che racconta le scommesse di un gruppo di amici sul football americano non è quanto di meglio possiamo immaginare per i nostri pomeriggi, e The League non ha di certo fatto eccezione alla regola. Eppure, nonostante tutti i nonostante, il personaggio di Rafi è riuscito a conquistarci tutti, facendoci per un attimo dimenticare l’argomento principale della serie. I protagonisti di The League sono spesso fastidiosi e provocatori, ma lui è l’eccezione. Interpretato da un carismatico Jason Mantzoukas, Rafi riesce a essere il personaggio più iconico, inappropriato ed esilarante. Senza di lui The League sarebbe stata solo un fallimento, ma con il suo contributo abbiamo avuto – almeno – qualcosa da ricordare di bello. Insomma, è poco, ma come dice Valerio Lundini: va bene lo stesso.
6) Finn – Babylon
Babylon comincia la sua esperienza con una stagione composta da sette episodi, e la conclude nello stesso modo. Le puntate andate in onda sono infatti state sufficienti per far comprendere alla serie che andare avanti non fosse buona idea dati gli ascolti registrati. Nel dettaglio, Babylon racconta le vicende di un distretto di polizia e del suo nuovo direttore Liz. La donna dovrà farsi spazio sia tra le sue vicende personali che professionali, provando anche a fare i conti con una lenta burocrazia. Babylon è divenuto presto un prodotto più che dimenticabile, una Serie Tv che – al contrario di The Following – non ha mai cominciato con il piede giusto. L‘unica cosa per cui vale la pena tessere le lodi è Finn, il cattivo della storia. Interpretato da Bertie Carvel, Finn dimostra un’attenta cura dei dettagli, una scrittura perfetta tale da renderlo assolutamente iconico e l’unico detentore di una forte identità. A dispetto di tutti gli altri personaggi, infatti, lui suscita davvero qualcosa nel pubblico che, siamo certi, sarebbe più che felice di guardare una Serie Tv totalmente dedicata a lui.
Lo so: sarebbe bello, ma tutto tace.
7) Nick Harper – My Family
My Family inizia il proprio racconto sbagliando fin dal principio. Il suo unico punto di forza era il suo personaggio Nick Harper, uno dei componenti della famiglia protagonista della serie, che presto è però diventato solo un contorno, un personaggio secondario. Per cercare di farcela nonostante la sua assenza, My Family prova a ricordarlo al pubblico raccontando degli aneddoti che riguardano la sua vita lontano da casa, ma questo non è mai bastato agli affezionati. Il suo ruolo all’interno della serie era infatti così iconico da diventare per il pubblico l’unico motivo per cui guardare la serie. Complice l’interpretazione dell’attore Kris Marshall, famoso per il suo volto furbo, Nick diventa a tutti gli effetti uno dei personaggi più inaffidabili, fuori di testa, politicamente scorretti e interessanti non solo della serie, ma dell’intero mondo delle comedy. Anche in questo caso immaginare uno spin off totalmente dedicato a lui ci fa letteralmente saltare dalla sedia ma, dato l’assordante silenzio, anche questa sembra una fantasia oramai destinata a rimanere solo tale.
The Following con il suo Joe Carrell, Under the Dome, Babylon e tutto il resto delle altre Serie Tv appena citate ci hanno comunque lasciato un messaggio, un concetto forse banale ma reale: non è importante quanto qualcosa possa andare storto, c’è sempre qualcosa che si salva. Sempre.