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Aspetta e spera: 7 Serie Tv che hanno una seconda stagione decisamente migliore della prima

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Il mondo della serialità è pieno di produzioni con prime stagioni travolgenti e straordinarie, che sembrano prometterci di accompagnarci per anni con la loro meraviglia e invece, prima ancora che ce ne si accorga, finiscono per perdersi per strada e addirittura finire nel dimenticatoio. Eppure, sebbene sia più raro, esistono anche serie tv che percorrono la strada opposta e, dopo un inizio non proprio sfavillante, finiscono per trovare la propria identità a partire dalla seconda stagione. Non parliamo di serie tv che hanno avuto una buona prima stagione e una seconda ancora migliore (come per esempio Fleabag o Breaking Bad), ma di produzioni che nel loro primo capitolo avevano alcune carenze effettive che fortunatamente sono state colmate dagli autori già a partire dalla stagione successiva. In alcuni casi, come in quello di The Office, tra la prima e la seconda stagione c’è stata una vera rivoluzione nella costruzione della serie, mentre in altri il cambiamento è stato più sottile seppur fondamentale, ma in ognuna di queste sette situazioni ciò che rimane evidente è la capacità di rimettersi in carreggiata dopo un inizio non proprio dei migliori.

1) The Office US

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The Office US (640X360)

Non abbiamo dati alla mano, ma siamo quasi sicuri che un buon 90% dei fan del remake statunitense di The Office abbia dovuto costringersi a guardare i primissimi episodi della serie e anzi, è probabile che molti l’abbiano abbandonata prima di tornare sui propri passi e farsi travolgere dalle disavventure di Michael Scott e dei suoi colleghi. Infatti, sebbene si stia parlando di un pilastro della comicità televisiva e di una delle comedy di maggiore successo di tutti i tempi, The Office ha un enorme difetto: la sua prima stagione.

Composto di soli sei episodi, il capitolo introduttivo della comedy creata da Greg Daniels è stato considerato fallimentare sotto diversi aspetti: uno su tutti quello degli ascolti, che ha portato The Office US a essere vicinissima alla una cancellazione. La prima stagione della serie cult paga infatti un’eccessiva aderenza alla versione britannica di The Office, portando in scena un tipo di umorismo che nel contesto della televisione statunitense non funzionava e girando del tutto intorno a una versione di Michael Scott quasi irriconoscibile se confrontata con quella delle stagioni successive. Una stagione fortunatamente brevissima e che non ha compromesso il futuro roseo di una serie destinata a fare la storia della televisione, regalandoci alcune delle migliori scene comiche di sempre.

2) Buffy l’ammazzavampiri

Buffy l’ammazzavampiri (640×360)

Buffy l’ammazzavampiri è uno dei migliori fantasy televisivi di sempre e la sua protagonista Buffy un’eroina tra le più riuscite nel mondo della televisione, complice una Sarah Michelle Geller che nella serie regala la performance più convincente della sua carriera. Nel corso degli anni questo teen drama a tinte sci-fi ha conquistato lo status di cult e viene ricordato per avere tra le sue fila episodi indimenticabili come The Gift, The Body, Hush e Once More, with Feeling. Detto ciò, non vi stupirà scoprire che nessuno dei migliori episodi di Buffy l’ammazzavampiri appartenga alla prima stagione, che sotto diversi aspetti era ancora un prodotto molto acerbo rispetto a quello che sarebbe diventato a partire dal secondo capitolo.

La prima stagione delle avventure di Buffy Summers non è tragica come quella di The Office, ma ha dei difetti che non si possono ignorare, tra cui annoveriamo la presenza di un numero spropositato di episodi filler, la scarsa qualità delle sequenze d’azione e dialoghi caratterizzati da toni camp e non del tutto organici. È una stagione nella quale il creatore Joss Whedon crea dei buoni presupposti per lo sviluppo della trama e dei personaggi, ma ancora senza un’identità chiara, fin troppo teen e nel complesso una produzione che ancora non ha la maturità che avrebbe acquistato in seguito. A partire dalla seconda stagione – non a caso considerata all’unanimità una delle migliori della serie – Buffy l’ammazzavampiri si consolida come una vera rivoluzione nel panorama televisivo, una serie fantasy che ha lasciato un segno indelebile nel cuore di una generazione intera (e non solo).

3) Bridgerton

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Bridgerton (640×360)

Dal punto di vista degli ascolti, la prima stagione del dramma romantico basato sui libri di Julia Quinn e ambientato nella regency era è stata un successo travolgente, diventando una delle produzioni Netflix più viste di tutti i tempi. Tuttavia, se il responso meramente numerico è stato buono, lo stesso non si può dire di quello dell’apprezzamento di pubblico e critica, che si sono divisi nel loro giudizio sulla prima stagione di Bridgerton. Eccessivamente trash e poco equilibrata nel gestire gli avvenimenti della trama nei diversi episodi, questa parentesi della serie dedicata all’amore di Daphne e Simon paga la fedeltà quasi assoluta all’opera originale di Quinn, che trasposta sullo schermo risulta sicuramente godibile, ma poco accattivante.

A partire dalla seconda stagione di Bridgerton però abbiamo assistito all’inizio di un nuovo corso per il dramma romantico Netflix per eccellenza, rappresentato dalla scelta degli autori di distanziarsi dai romanzi su cui la produzione è basata, regalando ai personaggi una maggiore profondità e alla trama un andamento più adatto a quelle che sono le logiche televisive. Il risultato è una seconda stagione decisamente superiore alla prima, che getta le basi per nuovi entusiasmanti capitoli.

4) Seinfeld

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Seinfeld (640×360)

Come nel caso di The Office, anche in quello di Seinfeld parliamo di una delle comedy più innovative e di successo di sempre

Seinfeld è una serie che ha conquistato in pochi anni lo status di cult indiscusso e che ancora oggi riesce ad attrarre milioni di nuovi fan ogni anno, eppure anche la prima stagione della comedy creata da Jerry Seinfeld e Larry David è considerata di gran lunga inferiore alle successive e, proprio come successo a The Office, la serie ha rischiato di essere cancellato dopo i soli 5 episodi che la compongono.

Il primo capitolo di Seinfeld, la comedy che da trent’anni ci insegna come si scrive una grande sitcom, pur mostrando già alcuni dei lampi di genio che l’hanno caratterizzata in seguito, è considerato poco incisivo, privo della comicità superba delle stagioni successive e troppo legato agli spezzoni di stand up comedy di Jerry Seinfeld, che pur di qualità nel contesto televisivo funzionano poco. Visto il grande rischio che la serie venisse cancellata corso alla fine della prima stagione, Seinfeld e David hanno fatto tesoro dei feedback della rete (NBC) e del pubblico e, a partire dal secondo capitolo, hanno trovato la formula magica che ha reso la comedy immortale.

5) Petra

Petra (640×360)

La prima stagione di Petra, adattamento dei romanzi di Alicia Giménez Bartlett, è una trasposizione televisiva fedele ma non riuscita al meglio, che prova a ricreare sullo schermo un’atmosfera senza mai coglierla davvero. L’ambientazione della storia, così viva nei libri (ambientati a Barcellona), risulta un mero sfondo alle vicende che coinvolgono Petra, mentre l’anima di Genova pare inesistente. La crescita della protagonista, complice anche le sole quattro puntate di cui si compone la stagione, appare disomogenea e mai del tutto realistica, qualcosa che invece non avviene nei romanzi originali. Proprio come nel caso di Bridgerton, una serie che pure appare completamente diversa, la prima stagione di Petra paga il tentativo di restare fedele all’opera originaria a tutti i costi, una scelta che finisce per penalizzarne l’adattamento al mezzo televisivo.

A partire dalla seconda stagione però qualcosa è cambiato, improvvisamente c’è stata una svolta che ha portato Petra a guadagnare una propria identità indipendente dai romanzi da cui è tratta. Genova improvvisamente da sfondo diventa personaggio, i protagonisti interpretati da Paola Cortellesi e Andrea Pennacchi acquistano una maggiore tridimensionalità e l’opera in sé inizia a funzionare molto meglio, uscendo da quella gabbia auto-imposta rappresentata dalla troppa fedeltà all’originale.

6) Star Trek: The Next Generation

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Star Trek: The Next Generation (640×360)

Star Trek: The Next Generation, terza serie tv del franchise di Star Trek, è andata in onda per sette stagioni tra il 1987 e il 1994, ma proprio come per The Office e Seinfeld il suo inizio non è stato dei più semplici e anzi, il rischio di una cancellazione repentina è stato scongiurato soltanto perché parte di un universo narrativo fino a quel momento di grande successo. Infatti, l’accoglienza riservata alla prima stagione di Star Trek: The Next Generation fu tiepida a essere generosi e per diverse buone ragioni: la serie sci-fi non soltanto sembrava mettere in onda sotto-trame piene di cliché, ma lo faceva con un cast che inizialmente non aveva chimica e senza dedicare la giusta attenzione agli aspetti tecnici della loro realizzazione.

Tuttavia, con il procedere degli episodi Star Trek: The Next Generation ha piano piano trovato un suo equilibrio e una sua identità, già evidenti nella seconda parte della prima stagione e definitivamente confermati a partire dalla sua seconda stagione.

7) Bojack Horseman

Bojack Horseman
Bojack Horseman (640×360)

Vogliamo mettere subito le cose in chiaro: la prima stagione di Bojack Horseman non è una cattiva stagione e anzi, tanti degli aspetti che hanno reso la serie così amata e straordinaria erano già rintracciabili in questi primi dodici episodi. Tuttavia, se su Rotten Tomatoes il primo capitolo della dramedy vanta un 71% di recensioni positive contro il 100% della seconda ci sono dei validi motivi, che vanno trovati sia nella bellezza assoluta della seconda stagione che in alcune debolezze della prima.

Il principale problema della prima stagione di Bojack Horseman è che, rispetto alle successive, è una serie molto meno profonda, una comedy abbastanza canonica piuttosto che uno studio straordinario della psiche “umana”. Nel primo capitolo della serie animata Netflix la componente drammatica è poco presente e solo verso la fine della stagione iniziamo a intravedere quello sconvolgente mix di toni che ha reso Bojack Horseman una delle serie più amate nella storia recente della televisione, diventando molto di più che una canonica serie comica animata.

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