Riuscire a produrre una serie tv di successo è sempre una grandissima soddisfazione, eppure probabilmente lo è ancora di più quando lo si fa riuscendo a ribaltare completamente i pronostici che hanno accompagnato la realizzazione. Chi ben comincia è a metà dell’opera, si suol dire, ma anche chi comincia male, alla fine, può riuscire a portare a casa il proprio obiettivo e anzi troverà ancora più soddisfazione nel farlo. La storia della serialità è piena di esempi del genere, basti pensare a The Office, tanto bistrattata ai suoi albori e oggi uno dei prodotti più iconici che ci siano. Le prime impressioni non sempre indicano la verità, anzi spesso portano proprio fuori strada.
Abbiamo citato The Office, ma sono diverse le serie tv che, prima del grande successo che hanno ottenuto, hanno dovuto fare i conti con gli attacchi sia della critica che del pubblico. Serie la cui riuscita, come si diceva in apertura, porta ancora più soddisfazione, perché accompagnata da un cambiamento totale del pensiero e del giudizio. Andiamo, dunque, ad elencare cinque serie tv che oggi hanno un grande successo, ma che all’inizio sono state attaccate dalla critica e dal pubblico.
The Office
In apertura abbiamo menzionato The Office non a caso, ma perché rappresenta uno dei massimi esempi di questo fenomeno che abbiamo descritto. Oggi la serie con Steve Carell è un vero e proprio cult, ma l’accoglienza che ha avuto al momento della sua uscita, nel 2005, è stata molto, ma molto fredda. Oltre perplessità derivavano dal fatto che The Office è il remake di una fortunata serie televisiva inglese e, già di per se, i rifacimenti suscitano un po’ di diffidenza. Per di più. l’umorismo britannico è molto diverso da quello americano e queste sfumature aumentavano i dubbi intorno a The Office. All’avversione del pubblico si è accompagnata anche quella della critica, che sin dalle prime puntate ha sottolineato l’inferiorità della nuova versione rispetto all’originale inglese.
Un’accoglienza molto ostile, dunque, che poi, come sappiamo bene, è stata completamente ribaltata. La svolta per The Office arriva a partire dalla seconda stagione, che ha stravolto completamente i giudizi intorno alla serie, la quale col tempo si è affermata come il cult che conosciamo oggi. Il successo della produzione di NBC dopo il complesso inizio è stato sensazionale, con grandi riconoscimenti sia in termini di critica che di pubblico. Missione compiuta, a posteriori, ma The Office ha dovuto superare parecchi scogli dalla sua uscita.
Oltre The Office: Bridgerton
Dopo aver parlato di The Office andiamo avanti con una serie molto più recente, la cui diffidenza è stata palpabile davvero fino a poco fa. Al momento del suo debutto nel Natale 2020 su Netflix, Bridgerton sembrava un prodotto senza particolari ambizioni. Il nome di Shonda Rhimes non sembra poter bastare a certificare una serie cui, a priori, veniva affibbiata più superficialità di quella che ha dimostrato di avere. Così Bridgerton si è affacciata sulla scena nella diffidenza generale, ma presto la situazione è cambiata.
Come accade per molte serie Netflix, a fare la differenza è stato il passaparola, con la produzione che in poco tempo è diventata tra le più viste sulla piattaforma. Ai numeri sempre più impressionanti del pubblico hanno cominciato ad affiancarsi anche i primi giudizi positivi della critica, accompagnati anche dall’arrivo di diversi riconoscimenti. La seconda stagione di Bridgerton ha poi spazzato via ogni dubbio rimanente dalla fredda a accoglienza e infine l’arrivo dello spin-off dedicato alla Regina Charlotte ha anche certificato la genuinità del franchise di Bridgerton. Oggi non siamo davanti solo a una serie tv di grande successo, ma a un vero e proprio universo narrativo affermato: uno scenario impensabile alla vigilia.
Andor
Rispetto a The Office, con Bridgerton abbiamo fatto un bel salto temporale in avanti e ora con Andor arriviamo proprio nel presente. La serie di Disney+ è stata una delle grandi rivelazioni del 2022, capace di vincere la fortissima diffidenza che l’ha accolta. L’universo di Star Wars, dopo The Mandalorian, ha vissuto alcune difficoltà con The Book of Boba Fett e Obi-Wan Kenobi e l’arrivo di Andor scaldava molto poco i cuori, considerando che si trattava del prequel incentrato su un personaggio di per sé secondario di un film spin-off come Rogue One. L’interesse per la serie era, quindi, ai minimi storici considerando l’importanza del franchise.
Silenziosamente, Andor ha invece cominciato a brillare di una luce fortissima e ha fatto ricredere proprio tutti. La serie di Disney+ si è distinta per la sua coerenza narrativa e sopratutto per la costruzione di un apparato concettuale e ideologico potentissimo, che è andato a colmare una lacuna che inizia a farsi sentire in maniera importante all’interno del franchise di Star Wars. Tutta la diffidenza iniziale è stata prontamente superata da Andor, che ha anche avuto il merito di rilanciare, prima dell’arrivo della terza stagione di The Mandalorian, il comparto seriale di Star Wars che stava vivendo una fase di difficoltà preoccupante.
Oltre The Office: Parks and Recreation
Dopo The Office, arriviamo a una produzione che ha parecchi punti contatto con la serie con Steve Carell. Produzione NBC, narrata mediante la tecnica del mockumentary, Parks and Recreation somigliava moltissimo a quella serie che quattro anni prima era venuta fuori vincendo la diffidenza generale e, proprio come The Office, ha dovuto anch’essa fare i conti con un’accoglienza diffusamente negativa. Anche Parks and Recreation, però, ha saputo ribaltare le aspettative di partenza e col tempo si è affermata come una sitcom di riferimento, proprio come The Office.
A suggellare il successo della comedy NBC ci sono i moltissimi riconoscimenti ottenuti, quasi tutti sottoforma di candidature agli Emmy ricevute da Amy Poehler, la vera superstar della serie. La storia di Parks and Recreation è andata avanti dal 2009 al 2015 ed è stata un continuo crescendo i consensi, sia dal pubblico che dalla critica. Così, la serie tv si unisce a The Office, Bridgerton e Andor alla lista di produzioni capaci di vincere lo scetticismo generale di partenza e ora, per il gran finale, concentriamoci sulla produzione italiana.
Skam Italia
Dopo aver visto alcuni esempi illustri all’estero, andiamo a parlare invece di una serie tv italiana che ha saputo ribaltare completamente le aspettative di partenza. Sin da quando è stata annunciata, Skam Italia ha dovuto fare i conti con diverse considerazioni negative, derivanti da diversi fattori. Da una parte c’era l’originale norvegese, un format di estremo successo che in pochi pensavano potesse essere replicato in Italia. Dall’altro c’era la convinzione che da noi fosse difficile, se non impossibile, parlare di certi argomenti con la profondità giusta e molto diffusa era la paura che Skam Italia si rivelasse una pallida e superficiale imitazione dell’originale. Mai previsione fu più sbagliate.
Skam Italia ha saputo non solo tenere testa al format originale, ma anche superarlo, senza perdere verve e creando una propria identità fortissima. Quei temi molto delicati al centro della narrazione sono stati affrontati con una sensibilità e un’efficacia incredibile e non a caso Skam Italia è stato un grandissimo successo, capace di far ricredere sia il pubblico che la critica. Così arriviamo alla fine di questo viaggio, passato tra alcune serie di grande successo come The Office, Andor e Bridgerton, che hanno avuto anche la soddisfazione di ribaltare tutto lo scetticismo che ha accompagnato la loro uscita.