2) Una Mamma per Amica
Quando uno showrunner tratta con amore e attenzione la sua creatura, si vede eccome. È il caso di Una Mamma per Amica, storica serie tv scritta e curata per ben sei stagioni dalla geniale Amy Sherman Palladino. La sua visione è stata in grado di trasformare quello che sembrava essere l’ennesimo dramedy rosa in un vero e proprio fenomeno mediatico e televisivo, trasformando i personaggi storici in icone e abituando gli aficionados a storyline quasi sempre coerenti e in linea con lo sviluppo naturale della trama. Insomma, poco fanservice, molta qualità. Un ingranaggio perfettamente funzionante che, al termine della stagione numero sei, è stato completamente distrutto da fraintendimenti che hanno impedito il rinnovo di alcuni contratti, tra cui proprio quello della Palladino in vista della settima stagione.
Bene, da lì tutto ha iniziato ad andare a rotoli e neppure la bravura del cast, il naturale humor dello show e la fidelizzazione che aveva ormai conquistato su più target, sono riusciti a recuperare l’irrecuperabile. Il lavoro di David Rosenthal nella settima stagione è stato accolto dai fan come un freddo e anonimo surrogato (e con parecchi buchi di trama), una brutta copia di tutto quello che era stato, che aveva fatto la storia e che non poteva essere più riprodotto da nessuno. L’incantesimo di Stars Hollow si era ormai rotto. E nulla più l’ha davvero recuperato: neppure il sequel targato Netflix e il ritorno di Amy Sherman Palladino nel team autoriale per l’ottava e ultima stagione.