4) Community
Nonostante gli ascolti poco entusiasmanti (sicuramente non incentivati dal fatto che la serie dovesse vedersela con un gigante come The Office), Community è riuscita a ritagliarsi un posticino nel caotico mondo dell’entertainment, proponendo un format innovativo e fatto di episodi che, in genere, non superavano mai la mezz’ora (ebbene sì, Netflix è arrivato dopo anche in questo). Parte del merito per questo piccolo ma considerevole successo va riconosciuta, senza dubbio, a chi ha avuto il coraggio di accompagnare la serie al battesimo del fuoco: l’irriverente e sregolato Dan Harmon. L’autore, dopo tre anni di copioni consegnati in ritardo e uno stile di vita ben poco incline ai ritmi richiesti a chi lavora alla realizzazione di uno show, è stato licenziato dalla NBC e sostituito dal duo David Guarascio e Moses Port.
Come nel caso di Una Mamma per Amica nell’era post Palladino, le brutte copie non hanno anticorpi per resistere: i nuovi showrunner non sono stati capaci di replicare, nella quarta stagione, il punto di vista ironico e surreale di Harmon che tanto aveva segnato la serie. E questo ha fatto sì che anche le performance del cast ne abbiano risentito pesantemente, portando molti attori ad abbandonare la nave prima che affondasse del tutto. Il ritorno di Harmon nella quinta stagione e il passaggio da NBC a Yahoo per evitare la cancellazione della sesta si sono rivelati essere soltanto deboli tentativi di salvare l’insalvabile.