Dall’inglese “riempitivo”, l’episodio filler è quel momento delle serie tv in cui la storia fa una pausa per raccontarci una nuova vicenda, o qualcosa su un personaggio, che in alcuni casi ci interessa mentre il più delle volte ci annoia. Questo espediente narrativo non aggiunge nulla alla storia, anzi, è un momento morto che ne prende le distanze concentrandosi su quella volta che quel tale personaggio ha fatto una tale cosa in un certo luogo. Il risultato è spesso un focus noiosissimo, inutile, talvolta perfino insensato e fuori contesto. Soprattutto quando questo momento urticante, ma allo stesso tempo soporifero, arriva sul più bello oppure quando troviamo un susseguirsi di un filler dopo l’altro che finisce per smorzare la qualità dello spettacolo. Questa pratica riguarda in particolar modo gli anime e viene usata per dilatare l’arco temporale della storia per sfruttare il successo della serie. L’episodio filler non rientra nella versione canonica del manga, ma è una parentesi creata per la serie animata e tra gli esempi più emblematici troviamo Naruto e Bleach. In questo approfondimento però non parleremo delle serie animate giapponesi, ma ci concentreremo su 10 serie tv tanto popolari quanto lunghe che hanno abusato di questo espediente narrativo fino a perdere spettatori. Come è successo a The Walking Dead, una di quelle serie tv che hanno girato a vuoto per troppo tempo. L’episodio filler non è sempre un male che si annida nelle nostre serie tv preferite. In alcune circostanze è utile e diventa perfino un espediente creativo emozionante, come il tanto discusso “episodio della mosca” di Breaking Bad oppure Expose di Lost. L’episodio riempitivo può avere molte declinazioni e – se usato in maniera intelligente – aiuta a far respirare la storia, aggiungendo dei dettagli importanti oppure permettendo allo spettatore di conoscere nuovi tratti dei personaggi. Quando questa tipologia arricchisce, abbiamo un “episodio di respiro”, un breather episode, cioè un attimo di tregua da quei momenti pesanti della trama e che, pur fermandola, aggiunge valore alla narrazione.
Invece in questi 10 esempi, come The Walking Dead, gli episodi filler sono troppi e diluiscono talmente tanto la storia che dimentichiamo il motivo per cui ci eravamo tanto appassionati a quella serie tv.
*Se non avete ancora visto la serie menzionata in ciascuno dei 10 titoli, vi suggeriamo di passare oltre per evitare brutte sorprese*
The Walking Dead
The Walking Dead, il celebre horror post-apocalittico tratto dall’omonimo fumetto, si è concluso da poco dopo oltre un decennio di programmazione e, nonostante abbia dato e raccontato molto, la puntina del suo disco sembra essersi fermata sullo stesso punto nelle ultime stagioni: i boschi. Nei boschi di The Walking Dead, per troppo tempo, oltre al via vai di zombie e alle stesse situazioni che si ripropongono di stagione in stagione, abbiamo trovato un lungo susseguirsi di puntate filler dove non succede un bel nulla. È sempre toccante scoprire il passato dei nostri personaggi preferiti di una serie tv che per tanto tempo ci ha tenuti incollati allo schermo con trepidante entusiasmo. Il background di Negan nella 10×22 è interessante; i crolli emotivi di Carol sono struggenti. Lenti, ma ben fatti anche i focus su Alfa, su Rosita, su Maggie, su Gabriel, su Michonne. Gli episodi dedicati all’approfondimento degli stati emotivi di ogni singolo personaggio però sono talmente tanti che a un certo punto abbiamo iniziato a preoccuparci di vederne uno dedicato a ogni singolo zombie che ha strisciato durante il corso della serie.
The 100
Dopo The Walking Dead, spostiamoci su un altro dramma post-apocalittico di sette stagioni che a un certo punto ha iniziato a infilare un momento morto dietro l’altro per allungare il proverbiale brodo. Gli episodi migliori di The 100 si concentrano senza dubbio nelle prime stagioni, infatti, più ci avviciniamo alla settima, più la tensione emotiva e i colpi di scena vengono sacrificati per allungare una serie popolare che stava dando ottimi frutti. Così i fan si sono ritrovati con episodi tappa buchi, spesso ricchi di scene piccanti, come l’episodio The Calm, considerato come il filler per eccellenza. Le prime due stagioni hanno fatto innamorare migliaia di spettatori proponendo il giusto mix di intrattenimento, conflitti morali, hype ed elementi sci-fi. La terza stagione ha disilluso le grandi aspettative tuttavia i fan sono rimasti ancorati allo show per l’affetto, sperando che la storia tornasse allo splendore originario. Al contrario, le sottotrame sono diventate via via più frettolose, gli archi narrativi forzati e incentrati su momenti superflui. Eppure lo spettatore continua imperterrito la visione perché i personaggi sono tanti e vuole sapere cosa succederà a ognuno di loro, per assicurarsi che i suoi preferiti non vengano distrutti come è successo alla serie.