The Wire (che puoi trovare qui su NOW) è una delle serie tv più acclamate di sempre, celebre per il suo realismo, la narrazione corale e l’analisi approfondita delle istituzioni e delle dinamiche sociali di Baltimora. La serie di David Simon ha lasciato un segno indelebile nel panorama televisivo. Per fortuna, ci sono altre serie che, pur non replicandone del tutto la magia, esplorano temi simili come corruzione, giustizia, crimine e le sfumature morali che attraversano la società. Da polizieschi intensi a drammi sociali complessi, oggi vi parliamo di cinque serie che offrono personaggi memorabili, ambientazioni vivide e storie che non temono di scavare a fondo nella condizione umana.
Se sei in astinenza da The Wire, preparati a scoprire nuovi mondi narrativi che potrebbero colmare almeno in parte quel vuoto lasciato dallo show targato HBO.
1) We Own This City, miniserie HBO dagli stessi creatori di The Wire
We Own This City è una serie tv del 2022 creata da George Pelecanos e David Simon, il team dietro quel capolavoro di The Wire. La trama è basata sull’omonimo libro del giornalista Justin Fenton, e racconta le vicende legate alla corruzione nella polizia di Baltimora. Il focus principale riguarda la Gun Trace Task Force, un’unità di polizia incaricata di combattere il crimine con metodi poco ortodossi. La serie si serve di una struttura narrativa non lineare, ed esplora l’abuso di autorità e l’impatto devastante di che questo ha sulle comunità marginalizzate. L’elemento più evidente che accomuna We Own This City e The Wire è sicuramente la città di Baltimora, anche in questo caso protagonista indiscussa. Entrambe le serie usano la città come microcosmo per affrontare temi più ampi, come il fallimento delle istituzioni, la disuguaglianza sociale, la violenza e la criminalità.
Tuttavia, mentre The Wire è nota per il suo approccio corale che si espande tra polizia, scuole, politica e media, We Own This City si concentra maggiormente sull’apparato poliziesco. La serie evidenzia il suo collasso etico, mettendo in luce quanto il sistema sia marcio non solo nelle azioni individuali, ma anche nelle sue fondamenta. Le somiglianze stilistiche sono altrettanto marcate. Il realismo crudo, i dialoghi taglienti e le performance intense di un cast prevalentemente composto da volti familiari a chi ha seguito The Wire. In particolare quest’ultimo aspetto crea un ponte emotivo tra le due opere. Tuttavia, We Own This City adotta un tono più cupo e didattico: non si limita a raccontare una storia. La serie offre una denuncia esplicita della militarizzazione della polizia e dell’influenza devastante della “war on drugs”. Se The Wire rappresentava un’analisi sociologica delle istituzioni, We Own This City è un atto d’accusa diretto e urgente.
2) Bosch
Bosch è una serie tv di genere poliziesco basata sui romanzi di Michael Connelly. La trama segue le vicende del detective Hieronymus “Harry” Bosch, interpretato da Titus Welliver. Lanciata nel 2014 e conclusa nel 2021 dopo sette stagioni, la serie si distingue per il suo approccio realistico e per la costruzione di un protagonista complesso e sfaccettato. Harry Bosch è un detective del Dipartimento di Polizia di Los Angeles che incarna il concetto di “giustizia a ogni costo”. È un uomo segnato da un passato traumatico, compreso l’omicidio irrisolto della madre, che lo spinge a lottare incessantemente per le vittime. Il personaggio è radicato in una morale personale inflessibile che lo porta spesso a scontrarsi con superiori, colleghi e il sistema stesso. A differenza di molti altri show polizieschi, Bosch si prende il tempo per esplorare la complessità della burocrazia e della politica all’interno delle forze dell’ordine, rivelando come le pressioni istituzionali influenzino le decisioni sul campo.
Bosch adotta un tono sobrio e realistico, rinunciando alle spettacolarizzazioni e concentrandosi invece su indagini credibili, che si sviluppano in modo metodico e graduale. Questo approccio ricorda quello di The Wire, per il suo ritratto veritiero delle dinamiche urbane e del sistema giudiziario. Tuttavia, Bosch si concentra più sul punto di vista del singolo detective rispetto alla narrazione corale della serie di David Simon. Un altro punto di forza è l’ambientazione: Los Angeles è una presenza palpabile, ritratta nei suoi molteplici strati, dai quartieri benestanti ai sobborghi in difficoltà. Come Baltimora in The Wire, anche L.A. in Bosch diventa un personaggio, simbolo delle disuguaglianze sociali e della tensione costante tra ordine e caos. Per certi versi Bosch rappresenta un’evoluzione del dramma poliziesco classico, con un’attenzione particolare ai dettagli narrativi e un protagonista che affronta questioni morali complesse.