This is Us è la serie tv che dal 2016 sta appassionando e commuovendo milioni di spettatori. Il titolo significa “Questi siamo noi” ed è proprio in esso il segreto del successo di questa produzione: This is us è una serie umana, che parla degli uomini comuni e della vita di tutti i giorni, con i suoi drammi e le sue gioie. Gli sceneggiatori sono molto abili nel trovare i modi più emozionanti per far esprimere i personaggi e riescono a fare focus, in modo magistrale, sugli elementi più vulnerabili dell’esistenza umana.
This is Us racconta una storia semplice, molto realistica, riempita da personaggi veri e credibili, con cui è facile identificarsi. Non servono supereroi, streghe, vampiri, élite di Manhattan per rendere ogni episodio interessante e capace di tenerci incollati allo schermo. Non servono draghi e principesse per raccontare una realtà che sembra quasi una favola.
Si tratta di un dramma familiare narrato su tre archi temporali che ha come protagonista la famiglia Pearson. L’elemento più originale della serie consiste proprio nella sua costruzione temporale: ai segmenti narrativi che raccontano la vita attuale di Kevin, Kate e Randall (i tre fratelli) si alternano numerosi flashback (e qualche flash forward), che si riferiscono per la maggior parte alla loro infanzia e adolescenza e alla meravigliosa storia d’amore dei loro genitori, Jack (Milo Ventimiglia) e Rebecca (Mandy Moore).
L’essere una serie corale (i protagonisti sono cinque, senza contare i numerosi comprimari) permette a This is Us di esplorare una molteplicità di tematiche anche complesse. Viene esplorato un ampio spettro di problemi traumatici: dall’immagine di sé ai problemi di autostima, dalla perdita di un figlio all’abbandono dei genitori, dai problemi di integrazione razziale ai problemi sul lavoro; il tutto senza mai sfociare nel pessimismo e nella negatività. La serie tratta argomenti difficili e mostra i personaggi nei loro momenti più bassi, ma non rinuncia a mostrare come questi riescono ad uscire da queste situazioni buoie con forza di volontà e spinti dall’amore perché come dice quella che può essere considerata la frase simbolo di This is us, “non esiste nessun limone tanto aspro da non poterci fare qualcosa di vagamente simile a una limonata”. C’è sempre un tocco di ottimismo e di positività.
In questo dramma tv si mette in evidenza come l’infanzia porti degli strascichi nelle nostre vite: quello che siamo oggi è il frutto di quello che siamo stati in passato, delle nostre vicissitudini, dei rapporti genitore-figlio, di traumi o eventi negativi.
This Is Us è diventato uno spazio sicuro per il pubblico, per piangere, sfogarsi e per elaborare i sentimenti, che molti avevano messo in una scatola e tenuti nascosti.
Ogni personaggio con i suoi problemi: Kate l’obesità, Randall l’ansia, Kevin la dipendenza dall’alcool e dall’esercizio fisico, può aiutare il telespettatore nell’affrontare le proprie lotte personali; lo fa sentire meno solo. This Is Us ha un potere catartico.
Nell’arco delle prime cinque stagioni sono tanti i momenti che vengono raccontati e che ci fanno commuovere e la quinta ci ha riservato una serie di colpi di scena. Momento spoiler: nell’ultima puntata trasmessa -sinora- Rebecca si è scusata con Randall per non essersi aperta con lui sui suoi genitori naturali e ha chiesto a Kevin di costruirle la casa che suo padre Jack ha sempre voluto costruire per lei, Toby ha preso un lavoro che lo porterà via da Kate e dai loro figli tre giorni alla settimana, mentre Kevin non si è sposato con Madison. Il momento più scioccante dell’ ultimo episodio è quando si vede Kate, in un flashforward, sposare il suo collega Phillip.
Ma quale può essere il finale ideale di questa serie meravigliosa?
Come detto poc’anzi, i protagonisti di This Is Us non sono risparmiati da problemi e sofferenze e non sono nemmeno privi dell’incapacità di provare risentimento o altri sentimenti non proprio positivi, però, riescono a cambiare, evolvere, andare avanti, nonostante le cicatrici, i dolori e l’irrefrenabile voglia di tornare indietro, a quando tutto era più facile.
Come dovrebbe quindi concludersi la sagra dei Pearson se non con un lieto fine? Come dice Jack “tutto andrà a posto” è così sarà. Come dovrebbe chiudersi il cerchio della vita di Kate, Kevin e Randall?
Il finale ideale di This is Us, che secondo i nostri calcoli dovrebbe cadere, all’incirca, nell’anno domini 2031, deve regalarci la risoluzione di tutte le questioni irrisolte che ogni protagonista si porta dietro come un pesante fardello e che si ripercuotono nelle loro relazioni e nel loro modus vivendi.
Partiamo dal “Numero Uno“, il bello in modo assurdo, attore di Hollywood, agognato da ogni esemplare del gentil sesso, pure sensibile ma problematico Kevin ( qui una meravigliosa descrizione psicologica del personaggio). Il bel principe azzurro ha sin dall’infanzia sofferto di problemi legati al non sentirsi al centro dell’attenzione perché di fatto i genitori dovevano focalizzarsi sui fratelli “più deboli”. Diventa dipendente dall’alcool, dallo sport, da Sophie ed è proprio quest’ultima che non deve essere il suo finale ideale. L’unico modo che ha Kevin per recuperare questa sensazione di non essere mai troppo e di non essere artefice del suo destino è diventare lui quello che il padre è stato per la sua famiglia: il pilastro saldo su cui ogni suo familiare può contare. Nel nostro finale ideale Kevin smette di lavorare ad Hollywood, stanco di un mondo superficiale di cui non vuole più fare parte e apre la “Big Three”, impresa di costruzione che Jack voleva costituire. Costruisce la casa sognata dai suoi genitori e finalmente incontra l’amore vero: un amore maturo, nato dall’aver finalmente capito chi è, cosa vuole nella vita e come prenderselo. Non sarà né Sophie, amore immaturo, né Madison amore “giusto”, sarà una donna che gli aprirà prima gli occhi e poi piano piano il cuore e che sarà in grado di aiutarlo nel diventare padrone della sua vita; sarà la sua Rebecca.
Proseguiamo poi con Kate: il suo problema più evidente è una grave forma di obesità che non può che causarle problemi di salute e di autostima. Sin da prima del grave lutto che l’ha colpita, “numero due” ha sempre avuto una tendenza a sfogare nel cibo le sue ansie e la competizione con la bellissima madre, crescendo poi, l’abbuffarsi è diventato un modo per saziare la sua fame d’amore e le sue insicurezze (qui c’è un interessante approfondimento sul suo personaggio). È proprio la storyline di Kate a riservarci la più grande sorpresa, già dalla quinta stagione: la sorella Pearson si sposerà con il suo collega. Evidentemente la storia con Toby non riesce a proseguire, vuoi per la distanza, vuoi perché il loro rapporto è legato indissolubilmente ad una fase della loro vita in cui entrambi devono fare i conti con i loro problemi personali alimentari e di depressione.
Il finale ideale vede Kate innamorata di Phillip, finalmente felice, finalmente realizzata professionalmente, che trova il suo posto nel mondo aiutando bambini con disabilità attraverso la musica, strumento con cui lei stessa più volte si è tirata fuori dall’abisso. L’equilibrio raggiunto e l’appagamento lavorativo e familiare l’aiuteranno nel suo graduale processo di miglioramento psicofisico e riuscirà finalmente a perdere quei chili pericolosi per la sua salute e legati come macigni ai momenti tragici del suo passato.
Nel nostro finale ideale Randall, invece, fa la cosa più difficile: perdona; nella sua disperata ricerca delle origini, che poi è la ricerca della causa della sua ansia, “Numero Tre” mette insieme i puzzle della sua anima.
Dopo aver conosciuto il padre biologico e dopo essere venuto a conoscenza della storia della madre naturale, il fratello adottivo riesce lentamente a ottenere le risposte che gli erano state negate per 36 anni. Conoscere permetterà a Randall di capire e perdonare Rebecca per avergli tenute nascoste le sue origini e allevierà anche la sua ansia.
Immaginiamo infine l’ultima scena della sesta stagione e già ci commuoviamo: Rebecca, in punto di morte, attorniata dai “Big Three” riacquista-per un momento- lucidità e ripercorre velocemente la sua storia d’amore con Jack, di cui, nonostante l’Alzheimer, non si è mai dimenticata.
La domanda sorge spontanea: “vogliamo davvero che This Is Us finisca?”.