5. Empire
Molto simile a Rome è Empire, una miniserie televisiva della BBC che sbarcava in tv nello stesso periodo in cui andavano in onda i primi episodi dello show HBO. Il periodo di debutto e il genere di appartenenza non sono gli unici elementi in comune tra le due serie. Empire è ambientata esattamente nello stesso periodo di Rome, tra la fine della Repubblica e l’inizio del principato. Come nello show HBO, le legioni di Cesare tornano dalla Gallia costituendo una minaccia per Pompeo e il suo potere consolidatosi in assenza del rivale. Giunto a Roma, Cesare viene assassinato in Senato e muore in una pozza di sangue. Prima di esalare il suo ultimo respiro però, fa promettere al legionario Tirone (Jonathan Cake) di proteggere il suo figlio adottivo Ottaviano e di trasferire a lui il potere.
Quello delle guerre civili tra cesaricidi e Marco Antonio ed Ottaviano è uno dei periodi più affascinanti della storia romana. Sono tante produzioni e le opere artistiche che si sono concentrate su quella fase storica ed è curioso come nello stesso anno – il 2005 – siano sbarcate sul piccolo schermo due show ambientati nella stessa epoca. Solo che Empire, a differenza di Rome, è stata pensata come una miniserie, destinata quindi a concludersi con il rilascio dell’ultimo episodio della prima stagione. Il progetto era sicuramente meno ambizioso di quello messo su dalla HBO, ma non per questo meno affascinante. Il fatto che la storia sia raccontata nel formato della miniserie televisiva fa sì che la narrazione si concentri nelle sei puntate disponibili e non divaghi oltre, evitando di lasciare questioni sospese e filoni narrativi aperti.
Anche in questo caso, la cura dei dettagli è uno dei punti di forza dello show. La serie è stata girata interamente a Roma e gli ambienti dell’antica capitale sono stati ricostruiti in maniera certosina dall’équipe artistica, come è stato anche per Those About to Die.
Nonostante le vicende principali siano state romanzate, la storia sullo sfondo aderisce in maniera piuttosto fedele ai fatti storici, anche se il fulcro vero della narrazione è la parabola narrativa di Tirone, che è un uomo intimamente dilaniato dalla fedeltà a Cesare e alla sua causa e l’amore incondizionato per la sua famiglia, costretta a fuggire a Cipro per sfuggire alle vendette dei cesaricidi. È una storia di sangue, di vendette, di guerre fratricide e di legami. Rispetto a Those About to Die, la serie della BBC ha un tono molto più epico, forse meno in linea con le produzioni moderne e proprio per questo più godibile dagli amanti del genere. Recuperare oggi le sei puntate di Empire sembra un’impresa impossibile. La miniserie della BBC è infatti sparita dai radar ed è introvabile sulle piattaforme.
6. Barbari
Un po’ più avanti nel tempo è ambientata invece Barbari, la serie tv di Netflix che pure aspira a creare un’epopea che abbracci più stagioni e un periodo storico molto più lungo. Siamo sempre negli anni di Augusto, ma ormai lontani dai fermenti delle guerre civili. Augusto è un imperatore anziano che amministra il suo potere dalla lontana Roma. Mentre dentro i confini dell’impero si è ristabilita la pace dopo anni di tumultuose guerre civili, alle frontiere la situazione non è altrettanto pacifica. Barbari, come suggerisce il titolo, è ambientata nel cuore della Germania, all’epoca dei fatti una terra inospitale e selvaggia, abitata da tribù spesso in lotta tra di loro. A differenza della Gallia, conquistata da Roma grazie alla campagna militare di Cesare, il territorio della Germania non è così facile da assoggettare.
Sono troppe le tribù che contendono il predominio territoriale allo straniero. E sono troppo sfavorevoli le condizioni geografiche per permettere ai romani di conquistarla. Nonostante fosse la potenza militare più temibile del mondo, Roma faceva fatica a sottomettere la Germania. Barbari si colloca in quell’epoca storica. A differenza delle altre serie tv finora prese in esame, lo show di Netflix assume il punto di vista del tribù locali. Sono i romani ad essere considerati gli stranieri, sono i romani a parlare una lingua incomprensibile. E sono i romani i conquistatori da abbattere. La storia di Barbari ruota attorno alle vite di tre personaggi appartenenti alle tribù. Uno di essi, com’era consuetudine al tempo, è stato strappato da bambino alla famiglia e allevato dai romani nei ranghi dell’esercito imperiale. Arminio è un personaggio controverso, metà barbaro e metà romano, e oscilla sempre tra la fedeltà all’una e all’altra causa.
Si tratta di un personaggio storico realmente esistito e infatti Barbari riprende una vicenda reale romanzandola e costruendoci sopra del materiale per una serie tv. Come per Those About to Die, anche gli autori di Barbari cercano di rendere il prodotto appetibile per il pubblico delle piattaforme, distorcendo la storia per renderla godibile per una fetta di spettatori il più ampia possibile.
Barbari si immerge nel contesto storico che precede la famosa battaglia di Teutoburgo, combattuta nel 9 d.C. dall’esercito romano di Varo e le tribù barbare riunitesi contro l’invasore. La serie cerca di piacere a tutti inserendo grandiose sequenze di battaglie per gli amanti dei period drama. Ma lavora anche molto sulle relazioni tra i personaggi e le sottotrame amorose, per risultare appetibile anche per una fetta di pubblico diversa. Dietro al progetto di Barbari, così come era stato per Rome, c’è l’ambizione di continuare ad abbracciare tutto quel periodo storico per tirarne fuori una sorta di Vikings dei Germani. La prima stagione ebbe un buon riscontro di pubblico. La stessa cosa non si può dire invece per la seconda, che forse ha avuto un’accoglienza al di sotto delle aspettative.