Vai al contenuto
Home » Serie TV

5 Serie Tv che non hanno goduto di un cast all’altezza

troy
Ma prima di continuare con la lettura abbiamo entusiasmanti novità da condividere con te. A breve sarà disponibile Hall of Series Plus, il nostro servizio in abbonamento che ti permetterà di accedere a moltissimi contenuti esclusivi e in anteprima.

Inserisci il tuo indirizzo email e clicca su ‘Avvisami’ per essere notificato quando Plus sarà disponibile.

* campo obbligatorio

La produzione di serie tv negli ultimi tempi è aumentata a dismisura, con la comparsa sul mercato di un numero sempre più crescente di prodotti. L’universo seriale si è allargato tantissimo negli anni recenti, compiendo anche significativi progressi e regalando alcune opere che hanno scritto la storia della televisione. Con l’incredibile aumento del numero di serie tv che ha caratterizzato il recente passato e sta continuando a contrassegnare anche il presente, c’è stato però anche un conseguente innalzamento della quantità di produzioni che non hanno mantenuto le attese della vigilia, finendo ben presto nel dimenticatoio col profluvio di opere che ogni mese popolano i diversi canali di comunicazione.

I motivi che possono portare al fallimento di una serie tv sono ovviamente diversi. Uno dei punti focali però ruota, com’è logico che sia, intorno al cast. Una componente essenziale, perché considerando i tempi lunghi di una serie, mascherare eventuali lacune degli attori protagonisti diviene via via sempre più difficile. Negli ultimi anni abbiamo assistito alla realizzazione di diverse serie tv che hanno avuto nel cast il proprio punto debole. Prodotti che magari, con scelte diverse, avrebbero potuto avere un destino differente.

Andiamo dunque alla scoperta di cinque serie tv che rientrano proprio in questa casistica. Opere con un potenziale molto alto, non rispettato a causa anche (non solo, è bene specificarlo) di un cast non all’altezza delle aspettative poste in partenza.

Shadowhunters

Troy

La saga di Shadowhunters è stata uno dei più grandi fenomeni editoriali degli ultimi anni. Sull’onda del crescente successo del genere fantasy, rilanciato prepotentemente in ambito mainstream da Harry Potter e da Game of Thrones, l’universo narrativo costruito dalla scrittrice Cassandra Clare ha avuto una risonanza pazzesca, affacciandosi così al panorama della rielaborazione in live action con altissime aspettative.

Nel 2013 è arrivato l’adattamento cinematografico del primo romanzo della saga, Città di ossa, con Lily Collins e Jamie Campbell-Bower. Un film ben fatto, con molte potenzialità, ma il progetto si è arenato sul nascere. Così nel 2016 Shadowhunters ha avuto una sua versione seriale, un’opera attesissima dalle migliaia di fan della saga. Sin dalle prime puntate, però, la serie ha deluso gli appassionati, allontanandosi sempre di più dal modello cartaceo e perdendosi in una realizzazione non al livello delle aspettative.

Shadowhunters, c’è da dirlo, ha parecchi difetti strutturali, ma tra gli elementi che ne hanno maggiormente pregiudicato il successo c’è senza dubbio il cast. Katherine McNamara e Dominic Sherwood prestano il volto ai due protagonisti, Clary e Jace, e non convincono praticamente mai, né a livello personale né per l’affiatamento di coppia. Sono pochi i personaggi che rimangono nella memoria, forse solo i Magnus Bane e Alec Lightwood di Harry Shum Jr. e Matthew Daddario, ma per il resto ci sono molte poche scelte azzeccate in Shadowhunter.

Il fallimento della serie è stato un peccato mortale, perché i presupposti per un ottimo prodotto c’erano tutti. Shadowhunters è una saga che presenta una grandissima fanbase, che offre moltissimi spunti, un universo narrativo complesso e interessante, personaggi molto intriganti. Peccato che tutte le potenzialità siano rimaste su carta. Sicuramente un cast all’altezza avrebbe giovato alla serie, mascherando magari anche gli altri problemi che l’hanno contrassegnata.

So cosa hai fatto

so cosa hai fatto Troy

Se c’è un genere che ultimamente sta un po’ scarseggiando nel mondo delle serie tv è probabilmente l’horror. Solo Netflix è riuscita a mettere su alcune miniserie all’altezza, per il resto c’è stato davvero poco ultimamente. Prime Video ci ha provato riportando in vita un grande cult del genere: So cosa hai fatto. Si tratta del remake del film del 1997, un successo incredibile, nemmeno lontanamente sfiorato dalla nuova edizione televisiva.

So cosa hai fatto la serie presenta diversi difetti, da una trama che si perde con l’incedere della narrazione a un andamento troppo zoppicante e che crea poca tensione. Tra i grandi punti di debolezza c’è però il cast, che ruota essenzialmente intorno alla protagonista, Madison Iseman, e non offre altri personaggi all’altezza. Le prove degli attori comprimari sono tutte dimenticabili, tanto che nessuno di questi rimane nella mente degli spettatori. La serie si caratterizza come un disperato tentativo di Madison Iseman di tenere in piedi la baracca, interpretando i due personaggi principali.

Il risultato è ovviamente molto deludente. Sarebbero serviti personaggi secondati più forti, capaci di dare supporto alla protagonista, o meglio alle protagoniste, le gemelle Alisson e Lennon Grant interpretate entrambe dalla stessa attrice. Un cast migliore avrebbe sicuramente alzato il livello della serie, che comunque, come Shadowhunters, rimane zoppicante nel suo complesso.

The Shannara Chronicles

shannara Troy

Spazio a un’altra saga fondamentale del genere fantasy. Il successo strepitoso di Game of Thrones ha letteralmente spalancato le porte a una quantità immensa di produzioni televisive che hanno attinto alla tradizione fantasy, con la speranza di replicare quell’incredibile risultato. Inutile sottolineare come gli esiti siano stati globalmente deludenti. Tra le prime opere di questo patrimonio ripescate e riadattate c’è stata The Shannara Chronicles, ispirata alla lunghissima e fortunatissima saga di romanzi di Terry Brooks.

Dopo Il Signore degli Anelli, Shannara è forse il ciclo fantasy più importante di sempre. O comunque tra i primi in classifica. Il suo adattamento televisivo, realizzato nel 2016, era atteso dunque con moltissimo hype, ma il risultato è stato molto deludente. La corsa di The Shannara Chronicles si è fermata dopo appena due stagioni, chiudendo la propria esperienza con moltissima delusione.

Tra gli aspetti più problematici della produzione c’è stato senza dubbio quello legato al cast. Il solo Austin Butler, protagonista nei panni di Wil Ohmsford, non è bastato. Al suo fianco ci sono stati nomi anche abbastanza noti del piccolo schermo, da Manu Bennett, volto di Arrow e Spartacus, a Ivana Baquero che vantava in Spagna un buon curriculum. Semplicemente, però, per un prodotto con un background letterario così importante servivano attori di maggiore spessore.

I personaggi di The Shannara Chronicles sono tutti ampiamente dimenticabili, specialmente se paragonati ai corrispettivi letterari che erano chiamati a incarnare. Altri difetti non sono mancati, ma il cast non adeguato ha inciso molto sul fallimento della serie.

Panic

Troy

Panic è una serie tv prodotta da Amazon e tratta dall’omonimo romanzo di Lauren Oliver. Arrivata un po’ come un fulmine a ciel sereno su Prime Video, ha subito intrigato per alcune sue caratteristiche. La serie prometteva una bella dose di adrenalina, una trama avvincente e un ritmo forsennato. L’idea alla base del racconto è molto interessante: per fuggire dalla propria cittadina i ragazzi all’ultimo anno di liceo si sfidano in una serie di sfide mortali per assicurasi un sostanzioso montepremi che significa libertà.

L’esito della serie è stato però molto diverso dalle aspettative. La trama si è piano piano inceppata su sé stessa, specialmente su alcuni nodi ideologici non richiesti. L’adrenalina si è smorzata subito e, mancando tutto l’apparato scenico, sono emersi tutti i limiti di un cast che non ha saputo reggere in piedi la serie, dalla protagonista Olivia Welch agli altri attori.

I personaggi di Panic sono tutti abbastanza sfocati e piatti, incapaci di creare dei legami con gli spettatori. Il potenziale della serie si è dissipato anche per questo motivo, magari con un cast più adeguato l’allentamento del ritmo avrebbe causato meno danni all’intero apparato.

Troy: fall of a city

Troy

Chiudiamo con una delle serie più discusse degli ultimi anni. Nel 2018 la BBC ha messo in scena il riadattamento di una delle opere fondanti dell’intera cultura occidentale: l’Iliade di Omero. Viene dunque narrata la caduta di Troia dopo il famoso assedio dei greci, una storia che tutti quanti sanno a memoria, da residui scolastici o dal famoso film del 2004.

Definire Troy: fall of a city un fallimento è quasi un eufemismo. La serie presenta tantissime problematiche, quasi infinite da elencare, ma la più grande riguarda probabilmente un cast completamente sbagliato. Nessun attore riesce a rendere giustizia ai personaggi che interpreta. Il compito sicuramente non è dei più facili, in ballo ci sono alcuni dei giganti della cultura mondiale come Achille e Ulisse, ma d’altronde scegliere di adattare un’opera come l’Iliade presenta degli oneri non indifferenti.

Qualunque scelta possibile è stata sbagliata in Troy: fall of a city. Gli attori protagonisti sono sembrati completamente alla deriva, incapaci di incarnare la grandezza degli eroi e disorientati in una ricostruzione storica che ha fatto acqua da tutte le parti. Un cast migliore avrebbe senza dubbio quantomeno reso giustizia a questi leggendari personaggi delineati nell’Iliade e sarebbe stato un ottimo inizio per non sfigurare completamente l’opera di Omero.

LEGGI ANCHE – Black Sails &co: 5 fatti storici delle Serie Tv realmente accaduti