Il 2020 ci sta regalando davvero delle perle fuori dal comune. Unorthodox è forse la più nota in Italia, grazie alla distribuzione di Netflix e al tam tam mediatico. Ma non sono da meno le altre serie presenti in questa rassegna capaci di accompagnare gli straordinari racconti con una regia sempre all’altezza che ne esalta i tratti essenziali e restituisce profondità a sguardi e ambientazioni.
È il meglio del meglio tra le serie tv del 2020 e ce n’è di ogni genere: dramedy, noir, racconti di vita e serie in costume. Purtroppo nella maggior parte dei casi non sono ancora riuscite a imporsi in Italia complice una distribuzione ancora assente o una sponsorizzazione deficitaria. Il consiglio è di approfondirle tutte: vedrete che non ne resterete delusi.
1) Giri / Haji
Una serie semisconosciuta ma la migliore che l’avvio di 2020 ci potesse regalare. Prodotta nel 2019 è stata distribuita in Italia, su Netflix, solo a partire dallo scorso gennaio. La trama di questo noir originalissimo e frutto di una collaborazione anglonipponica è presto detta: un detective di Tokyo si dirige a Londra sulle tracce di suo fratello, un criminale legato alla Yakuza e accusato di omicidio.
I produttori della serie, gli stessi di Chernobyl, costituiscono una garanzia per la qualità dello show che spicca sotto molteplici punti di vista. Innanzitutto sul piano della trama che riconnette ogni tassello con attenzione ai dettagli e tante svolte sorprendenti: non solo il plot relativo alla fine del fratello del protagonista e alla torbida vicenda che lo riguarda ma anche nel rapporto tra i due con uno sguardo al passato di entrambi.
Eccelsa la qualità nella caratterizzazione dei personaggi: il detective Kenzo, naturalmente, ma anche l’eclettico trio che lo assiste: la figlia alla disperata ricerca di un rapporto paterno, l’incomprensibile poliziotta scozzese Sarah e l’estroverso Rodney. Basterebbe questo come incentivo per la visione ma c’è di più.
Una regia curata e modulata sul suo personaggio principale che ci restituisce una Londra affascinante e straniante, vista con gli occhi del protagonista, catapultato in una realtà estranea alla sua cultura. L’occhio della telecamera assume la soggettiva di Kenzo e restituisce un taglio particolarissimo a tutta l’ambientazione. Il risultato è di un fascino indescrivibile nonché di grande gusto stilistico. Non mancano neppure azzardi registici come la momentanea variazione in scene animate dal risultato sorprendente.
Una serie violenta ma anche divertente, intrigante e stilisticamente appagante che ci auguriamo possa trovare in Italia, grazie a Netflix, la fortuna che merita.