4) Negan (The Walking Dead)
Nonostante l’orrore delle sue azioni, Negan è tra i pochi villain dell’universo di The Walking Dead a far scattare una sintonia perversa tra spettatore e personaggio (probabilmente, agevolata anche dalla successiva redenzione del personaggio stesso). Negan è il male teatralizzato, è l’idolatria dell’orrore che impedisce di distogliere lo sguardo e di immaginare qualsiasi possibilità di salvezza. L’ingresso in scena dell’affascinante Jeffrey Dean Morgan nei panni di Negan è un boato scioccante che fa compiere a The Walking Dead un salto verso un’epopea del macabro mai vista prima, attestandosi di diritto tra i grandi cattivi della serialità televisiva.
Il signore della guerra è freddo, astuto, sadico, violento e sociopatico; rappresenta una forma più pura di degenerazione mentale nonché morale rispetto al Governatore (David Morrissey), ed è per questo motivo tra i villain delle serie tv più iconici di sempre secondo i nostri utenti. Nonostante sia uno spietato psicopatico, Negan è un uomo molto intelligente e un abilissimo stratega capace di sfruttare al meglio chiunque possa tornargli utile in qualche modo.
La sua principale arma (oltre alla mazza da baseball) è infatti la tortura psicologica: si presenta sempre a una comunità che vuole soggiogare uccidendo uno dei membri della comunità stessa, e, se qualcuno prova ad opporsi, viene punito con la morte di un altro membro della comunità, in modo che venga pervaso dai sensi di colpa. E siamo solo ai piedi del podio della classifica dei migliori villain del piccolo schermo!
3) Benjamin Linus (Lost)
Benjamin Linus è un freddo calcolatore e manipolatore, non troppo affabile ma con l’aria di chi – come afferma egli stesso – ha sempre un piano. È il lato oscuro dell’isola, è il terrore che solo l’ignoto riesce a suscitare ed è tra i migliori villain delle serie tv secondo i nostri utenti, nonché tra i più complessi protagonisti di Lost.
Benjamin Linus è soprattutto il personaggio più egoista della serie tv creata da J.J. Abrams; totalmente privo di scrupoli, ha sempre fatto in modo che fosse qualcun altro a pagare per le sue indicibili azioni. Nel suo ruolo da villain, però, non si è mai adagiato. Benjamin Linus è infatti tra i personaggi più dinamici della televisione, è costante progressione ed evoluzione, non rimane mai uguale a se stesso e, per questo motivo, è impossibile odiarlo tanto quanto lo è amarlo.
Ben ha un attaccamento ossessivo all’isola – in cui vive da emarginato dall’età di 10 anni – a causa dell’odio che suo padre prova nei suoi confronti, incolpandolo della morte di sua madre avvenuta subito dopo il parto. Il rapporto conflittuale di Ben con la figura paterna lo porta a sviluppare un rapporto particolare con l’isola, che sente quasi come quella madre che non ha mai avuto, e, successivamente, con la figura di Jacob, che percepisce come un padre buono e del cui affetto si sente finalmente meritevole. Incapace di essere figlio quanto di essere padre, Benjamin Linus non riesce a collocarsi in un punto specifico tra il bianco e il nero nella lotta perenne tra luce e oscurità in Lost. Ben finisce infatti per essere parte integrante di questa lotta, combattendo interiormente la propria luce e la propria oscurità.