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7 attori delle Serie Tv che hanno interpretato sontuosamente un personaggio realmente esistito

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Attenzione, l’articolo può contenere spoiler sull’interpretazione di Wagner Moura in Narcos, e sulle seguenti serie tv: Dahmer, The Dropout, Black Sails, The Crown, Mindhunter, American Crime Story.

Spesso ci abbandoniamo al grande mondo delle serie tv per scappare dalla quotidianità, allora andiamo in cerca di show dalle forti tinte fantasy e ci stupiamo di come un attore possa dare vita a uno stregone in modo verosimile oppure ricoprire i panni di un elfo di terre lontane. Altre volte, però, sentiamo l’esigenza di guardare qualche storia attinente alla realtà e ci rendiamo conto che il lavoro degli attori è altrettanto complicato: ci vogliono talento e delicatezza per riportare sullo schermo personaggi realmente esistiti. C’è chi ci riesce davvero alla grande e probabilmente già molti di voi stanno pensando all’eccezionale interpretazione di Wagner Moura in Narcos, nel ruolo di un personaggio per niente banale: Pablo Escobar. Oggi vogliamo proprio scovare 7 attori che hanno (ri)dato vita con grandissima qualità a figure reali.

Wagner Moura – Pablo Escobar in Narcos

Wagner Moura

E partiamo proprio dall’interpretazione di Wagner Moura in Narcos, una serie molto amata dal pubblico, che racconta la vera storia della diffusione crescente della cocaina tra Stati Uniti ed Europa negli anni Ottanta. In uno scenario di violenza, corruzione, criminalità e potere, si staglia il complesso personaggio di Pablo Escobar. La sua ascesa e i suoi perenni contrasti con la DEA mettono in luce una figura caratterizzata da luci e ombre, particolarmente spietata, ma a cui non mancano sostegni e protezione. Wagner Moura è riuscito a cogliere tutte le sfaccettature di Pablo Escobar e restituirle al pubblico. Quando lo vediamo sullo schermo mentre gestisce il traffico di stupefacenti, fa sentire la propria presenza in ogni settore e si impone nel mondo della criminalità, risulta estremamente credibile.

E quante volta, con un solo sguardo, l’attore è riuscito a comunicare al pubblico un emozione o un pensiero? Quando la telecamera mostra il primo piano di Moura, lo spettatore si sente coinvolto, parte della storia. L’interpretazione magistrale di Wagner Moura è senz’altro uno degli ingredienti principali del successo di questa seria tv targata Netflix: una gestione piatta e banale del personaggio da parte del suo interprete avrebbe di certo ammazzato la serie.

Wagner Moura ha fatto l’esatto opposto.

Evan Peters – Jeffrey Dahmer in Dahmer

Wagner Moura

Oltre a Wagner Moura, anche Evan Peters ha avuto il coraggio di interpretare un personaggio particolarmente controverso. Dahmer è uscita pochissimo tempo fa su Netflix – il 21 settembre – ma ha già conquistato una fetta ampissima di pubblico, colpendolo col suo glaciale realismo e con la rappresentazione schietta e d’impatto dell’orrore. Sì, perché è proprio di orrore che si parla quando si racconta l’inquietante e mostruosa storia di Jeffrey Dahmer. Va da sé che per la riuscita di una serie tv del genere, un’interpretazione di alto livello è requisito fondamentale. Evan Peters ha adempiuto al suo dovere in modo magistrale – per alcuni anche troppo.

Il ritratto che Peters restituisce del disumano criminale è talmente realistico da far venire i brividi. E non è un caso: l’attore ha dichiarato di aver studiato meticolosamente per riuscire a rendere sullo schermo la personalità inquietante di Dahmer. Si è informato dapprima sull’abitazione del serial killer e il suo modus operandi, poi ha visto la famosa intervista dell’uomo con il giornalista americano Stone Phillips del 1994, oltre a leggere diverse biografie. Un impegno preciso e puntuale che ha senz’altro dato dei frutti pregiati, non senza causare un certo disagio nell’attore: Peters si è dichiarato “molto spaventato” nello scoprire i crimini di Jeffrey Dahmer. Nessuno potrebbe dargli torto.

Naveen Andrews – Sunny Balwani in The Dropout

Wagner Moura

Stavolta siamo in casa Disney +, ma sempre nell’affascinante mondo della true story. The Dropout prende ispirazione al caso di cronaca americano riguardante l’imprenditrice e scienziata Elisabeth Holmes, interpretata da una magnifica Amanda Seyfried. Al centro delle vicende vi è un inganno, quello di aver messo a punto un sistema rivoluzionario per l’analisi del sangue. Risultati falsati, menzogne e criminalità sono all’ordine del giorno, ma presto si comincia a indagare in maniera approfondita sulle manovre dell’azienda di Holems. Sì, ma quindi Naveen Andrews?, direte. Se è vero che la stella dello show è Seyfried nei panni della protagonista, è anche vero che al suo fianco c’è un’altra interpretazione di altissima qualità, quella di Naveen Andrews nei panni di Sunny Balwani, compagno di Elisabeth Holmes.

Andrews contribuisce a rendere tutte le sfaccettature dell’intensa relazione tra i due, che sì, nella serie è comunque un po’ romanzata, ma viene interpretata in un modo credibile e verosimile. Una relazione lunga, travagliata e segreta, in cui Sunny Balwani si mostra arrogante, egoista e pieno di sbalzi d’umore a cui Andrews ha saputo dare la giusta sfumatura inquietante. Una figura protettiva e rassicurante che in un attimo diventa iraconda e incontrollabile.

Zach McGowan – Charles Vane in Black Sails

Ebbene sì, non è noto a tutti, ma il personaggio di Charles Vane è realmente esistito. Certo, si sa poco di lui prima del momento in cui, nel 1716, si è unito all’equipaggio di Henry Jennings. Ma da lì in poi i tratti salienti dell’esistenza del pirata sono stati documentati e sappiamo che nell’arco di cinque anni ha compiuto una grande ascesa nel suo campo, culminata però con la sua impiccagione. Fiero, caparbio e spericolato, Charles Vane è uno dei personaggi fondamentali di Black Sails, una serie tv di inestimabile valore, ma ancora troppo sottovalutata. A interpretare il pirata è Zach McGowan, che di certo non ha potuto ascoltare interviste come Evan Peters o avere dei riferimenti recenti e contemporanei come Wagner Moura nei panni di Pablo Escobar, ma ha saputo adempiere al suo compito in maniera altrettanto eccellente.

Il ritratto che McGowan restituisce di Charles Vane è quello di un uomo ambizioso che non si ferma davanti a nulla e ne rende in modo ottimale la ferocia e la spietatezza che lo contraddistinguono. Vane è un villian, questo è certo. Eppure, la scrittura del suo personaggio e l’interpretazione di McGowan gli regalano comunque una dose di umanità che conquista lo spettatore.

Matt Smith – Il Principe Filippo in The Crown

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Attualmente lo vediamo nei panni di un personaggio del tutto inventato, Daemon Targaryen in House of the Dragon, ma Matt Smith ha saputo dare vita anche una figura realmente esistita, e non stiamo parlando di chiunque: il Principe Filippo, consorte della recentemente defunta Regina Elisabetta II. Per gli amanti della storia contemporanea e specialmente di quella britannica, The Crown si è rivelata da subito una chicca imperdibile, una serie tv sontuosa che indaga la vita della Regina Elisabetta fin dall’infanzia e che, anche se non spesso in linea col volere della Royal Family originale, sa immergere il pubblico nella vita dei reali. Matt Smith ha prestato il volto al Principe Filippo soltanto nelle prime due stagioni di The Crown (mentre nelle stagioni 3 e 4 a interpretarlo è stato Tobias Menzies), e lo ha fatto in modo estremamente convincente.

Del resto, di recente Matt Smith ha raccontato di essere stato chiamato nonno dal Principe Harry in persona. Approvazione di Harry o meno, agli spettatori è balzata subito all’occhio innanzitutto la somiglianza fisica tra attore e personaggio reale, e poi la ricercatezza di gesti e sguardi da parte di Matt Smith, che sembra incarnare davvero la personalità del Duca di Edinburgo.

Jonathan Groff – Holden Ford in Mindhunter

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Da The Crown ritorniamo nel mondo del crime e lo facciamo con una serie molto sfortunata Mindhunter. Sfortunata perché nonostante la grandissima qualità è rimasta ferma alla seconda stagione, senza essere ufficialmente cancellata, ma senza dare grandi notizie sulla terza stagione: per motivi economici, la serie è stata congelata. Se cercate Holden Ford su Google, non trovate un riferimento a un personaggio realmente esistito, questo è vero. Ma anche se il nome è stato modificato – attingendo al libro Mindhunter: La storia vera del primo cacciatore di serial killer americano di John E. Douglas e Mark Olshaker – il personaggio interpretato da Jonathan Groff è di fatto Douglas stesso, uno dei primi criminal profiler, agente speciale del Federal Bureau of Investigation.

L’attore racconta che all’inizio ha avuto qualche problema nell’interpretare il suo personaggio perché sorrideva troppo, invece Holden Ford non è per nulla allegro, specialmente all’inizio dello show. Poi, però, Groff ha trovato il giusto punto di contatto con il profiler, ed è riuscito a rendere in modo del tutto convincente la sua evoluzione da agente dell’FBI rigido e talvolta noioso, a uomo molto più sicuro di sé e abile.

Darren Criss – Andrew Cunan in American Crime Story

Ormai abbiamo capito che il terreno delle serie tv basate su storie vere della criminalità è particolarmente fertile e American Crime Story non fa eccezione. Darren Criss, liberatosi dei panni di Blaine Anderson in Glee, si rivela protagonista assoluto della seconda stagione dello show. Interpreta Andrew Cunan, un serial killer statunitense che, tra le altre vittime, ha assassinato Gianni Versace. Il personaggio è particolarmente complesso: mai a proprio agio con la sua omosessualità, incurante del pericolo, ossessionato da fama e successo, dotato di un carisma fuori controllo, quasi selvaggio. sono davvero tanti i tratti peculiari della personalità di Cunan. Il talento di Darren Criss è quello di riuscire a farli propri e interpretarli con una grande freddezza, indispensabile per portare in vita una figura di questo tipo.

Tra risate nevrotiche, lampi di sensi di colpa e crudeltà efferata, Darren Criss è riuscito nell’intento di farsi rivalutare dal pubblico come attore, un pubblico che ingiustamente lo aveva relegato all’interpretazione in Glee, un’interpretazione di tutto rispetto ma non l’unico tipo di ruolo adatto a Criss. In American Crime Story emerge la sua versatilità e la capacità di rendere reale un personaggio denso di contraddizioni e ombre.