Una delle cose più odiose per chi soffre di una dipendenza da serie televisive è vedere il proprio show preferito venire cancellato. Così, de botto. Senza preavviso.
I social a riguardo sono pieni di petizioni. Fan disperati che sperano, attraverso raccolte di firme, di ottenere quello che hanno perso: il proseguimento. E, soprattutto, un finale.
Nell’elenco che vi proponiamo oggi abbiamo selezionato cinque serie tv che hanno subito una cancellazione. Molte delle quali senza spiegazioni. Jeff Pearlman, autore di Showtime: Magic, Kareem, Riley, and the Los Angeles Lakers Dynasty of the 1980s da cui è tratta Winning Time – L’ascesa della dinastia dei Lakers, ha avuto modo di dire che le cancellazioni comportano dei chiarimenti. Verso il pubblico e verso chi ha lavorato duramente.
Non c’è niente di peggio che restare orfani di un finale, anche se il finale è già conosciuto come nel caso di Winning Time.
Le parole dello scrittore non sempre cadono nel vuoto, per fortuna. Nei cinque casi qui sotto elencati in un paio il pubblico ha ottenuto una spiegazione. Che non vuole dire sia stata sufficiente. Perché, diciamolo pure, è davvero crudele infrangere i sogni di chi passa ore e ore davanti a uno schermo per seguire le gesta del suo eroe o della sua eroina preferiti. Possiamo comprendere che ci siano logiche di mercato, certo. Incomprensibili. Soprattutto perché queste non sempre combaciano con i gusti di porzioni significative di pubblico.
Ogni tanto, per fortuna, capita che alcuni titoli vengano ripescati da altri players dello streaming. Com’è successo con Brooklyn Nine-Nine, un piccolo gioiello della comedy che ha avuto il giusto riconoscimento, passando dalla FOX alla NBC.
Per alcuni dei titoli qui sotto sarebbe un vero toccasana. Del resto hanno subìto la cancellazione da relativamente poco tempo. Non ci resta, perciò, che sperare e avere fiducia.
1) Our Flag Means Death
Serie attualmente inedita in Italia, Our Flag Means Death è stata creata da David Jenkins per HBO Max. Composta da due stagioni, per un totale di diciotto episodi, la serie romanza in chiave queer le vicende di Stede Bonnet, proprietario terriero realmente esistito nelle Barbados nell’epoca d’oro della pirateria marittima, agli inizi del XVIII secolo. Del resto, una traduzione rapida e letterale del titolo rimanda alle bandiere nere con teschi e ossa, tipiche delle navi pirata.
Di Stede Bonnet, interpretato da Rhys Darby, si sa molto poco. Per esempio, che di punto in bianco decise di lasciare la sua famiglia e la sua vita agiata di gentiluomo per diventare un pirata. Pur non avendo alcuna conoscenza della navigazione. Durante il suo breve quanto intenso periodo come pirata finì sotto la tutela del feroce Barbanera, e i due compirono un viaggio del quale non si sa niente. Allo showrunner questa mancanza di informazioni incuriosì molto e decise di crearci sopra una comedy per dare una risposta.
La serie, il cui pilot uscito nel 2022 è stato girato da Taika Waititi che ne è anche produttore esecutivo, ha ottenuto immediatamente un riscontro positivo da parte di critica e pubblico.
La seconda stagione ha addirittura migliorato e superato il successo della prima classificandosi terza dopo The Last of Us e Succession. Per questo la cancellazione della terza, quella conclusiva, risulta incomprensibile. Alcune voci parlano di banali questioni finanziarie. Altre, più maligne, di un presunto boicottaggio dalle motivazioni ignote. A gennaio di quest’anno David Jenkins ha scritto un accorato post sui social nel quale dava la triste notizia: “La nostra avventura finisce qui“. Inutili, per ora, le campagne di protesta e autofinanziamento per trovare una rete disposta a dare la più che meritata conclusione.