Tra le principali notizie che negli ultimi tempi hanno calamitato l’attenzione nel mondo delle serie tv spicca sicuramente quella del reboot di The Office, un’idea che ha immediatamente spaccato l’opinione pubblica, attirando su di sé parecchi mugugni. Senza entrare, in questa sede, nel merito del progetto in sé o della sua legittimità, vogliamo piuttosto utilizzare questo spunto per riflettere su un’idea che per certi versi è simile, per altri completamente diversa, ma che vi si ricollega apertamente. La notizia del reboot di The Office ci ha dato modo di pensare a qualche alternativa, all’eventualità di realizzare una nuova workplace comedy, che potesse raccogliere dall’opera con Steve Carell e dalle altre rappresentanti del genere lo spirito, offrendo però una preziosa alternativa sul tema.
Così, da questa premessa, abbiamo provato a immaginare una workplace comedy in un luogo che, almeno nelle narrazioni principali, non è mai stato affrontato. Tra le ambientazioni prese in esame, abbiamo deciso di puntare sull‘aeroporto, ambiente frequentato ogni giorno da milioni di persone (almeno nelle sue versioni più estese), e potenzialmente origine di moltissime situazioni ideali per una commedia. Da qui la domanda: come sarebbe una workplace comedy ambientata in un aeroporto? Abbiamo provato a immaginarlo, leggendo provate anche voi a immaginare insieme a noi.
Le potenzialità dell’ambientazione in aeroporto per una workplace comedy
Il genere delle workplace comedy è molto ricco e occupa un posto rilevante nella produzione seriale. Abbiamo parlato di The Office, forse il massimo esempio del genere, ma al suo fianco troviamo altre grandi titoli come Parks and Recreation, Abbott Elementary, Scrubs e molte altre che hanno consacrato definitivamente questo movimento. Partendo da questi esempi, dunque la prima mossa in queste narrazioni è trovare un’ambientazione che possa funzionare, capace di creare situazioni dinamiche e imprevedibili e di formare una rete di rapporti umani alla base della narrazione. In tal senso, l’aeroporto si configura come una soluzione interessante per diversi motivi.
Innanzitutto, si tratta di un ambiente molto vasto, che offre variegati spunti anche solo come location. Dagli ambienti esterni alle sale d’attesa, passando per il controllo dei bagagli, i negozi e i punti ristoro: gli aeroporti offrono una gamba di sotto-contesti davvero importante, ognuna con i suoi scenari caratterizzanti e con le sue potenzialità da sfruttare. Inoltre gli aeroporti, quantomeno quelli di grandi dimensioni, accolgono ogni giorno, oltre al personale che vi lavora, migliaia di persone in transito e ciò permetterebbe di creare davvero situazioni di ogni tipo, alternando di volta in volta personaggi singolari e situazioni uniche.
Nell’ultimo capitolo di questo articolo proveremo a offrire qualche esempio concreto di una narrazione del genere, andando a elencare possibili protagonisti e situazioni per focalizzare il tutto meglio nella mentre. Per ora è importante fissare le premesse che ci hanno portato a questa scelta e questi due elementi: la ricchezza e la vastità di ambientazioni e risorse sono gli snodi cardine di una possibile workplace comedy in un aeroporto, un punto dal quale partire per immaginare una serie molto interessante e che può davvero rappresentare un nuovo capitolo all’interno del genere.
Una nuova workplace comedy
Un altro elemento che ci ha fatto propendere verso questa ambientazione è la sua unicità. In apertura abbiamo citato alcune workplace comedy e, andando a vedere anche altri titoli, possiamo notare come un trend di questo genere sia quello di prevedere luoghi raccolti come ambientazione. Rimanendo agli esempi di prima, un ufficio o una scuola elementare sono scenari molto più circoscritti rispetto a un aeroporto, a cui, per certi versi, si può paragonare l’ospedale come nel caso di Scrubs, ma con dinamiche ben diverse e numeri comunque ridotti. Ad ogni modo, la maggior parte delle ambientazioni delle workplace comedy, anche per ragioni di comodità, rimangono limitate, mentre qui, in aeroporto, ci sarebbe una netta variazione sul tema.
Ci troveremmo in un ambiente enorme, con delle dinamiche singolari e, se costruita bene, una narrazione del genere potrebbe dare una scossa all’intero genere. In un momento storico in cui si parla tanto di mancanza di idee originali (non a caso siamo partiti dal reboot di The Office), ci sarebbe bisogno di idee audaci (che in fin dei conti pagano spesso), piuttosto che di rischiosi ritorni al passato. Anche in quest’ottica, dunque, una workplace comedy in un aeroporto sarebbe molto intrigante, perché costituirebbe qualcosa di raramente visto in televisione e che, come vedremo presto, potrebbe funzionare presentando tutta una serie di situazioni volte alla ricchezza e alla varietà.
Esempi pratici
Arriviamo, dunque, al cuore di questa trattazione, alla realizzazione in sé, chiaramente teorica e immaginaria, delle premesse finora affrontate. Proviamo a tradurre, quindi, in rappresentazioni pratiche, quegli elementi distintivi che secondo noi potrebbero valorizzare una workplace comedy in un aeroporto, illustrando alcuni esempi di protagonisti e situazioni che popolerebbero il racconto. Chiaramente, alla base della storia, come di qualsiasi narrazione, devono esserci i protagonisti, i lavoratori della struttura, che costituirebbero il cast principale. La gamma di possibilità, qui, è vasta, perché possiamo trovare il personale aeroportuale, tra hostess, addetti ai controlli e ai check-in, guardie di sicurezza e piloti in transito, poi ci sarebbero tutti i lavoratori delle strutture interne agli aeroporti, gli impiegati dei negozi, dei bar e dei ristoranti, nonché il personale di pulizia. Infine, ci sarebbero le figure manageriali, addette a coordinare questo enorme assetto. A questa sfilza di personaggi fissi, poi, si affiancherebbe il profluvio di passeggeri che ogni giorno popola l’aeroporto, vera e propria cifra distintiva di questa narrazione che stiamo immaginando.
In un luogo del genere, si può introdurre qualsiasi personaggio, letteralmente davvero qualsiasi, che arriva in aeroporto per prendere un volo, e di conseguenza si potrebbero allestire le più disparate situazioni. Già solo prendendo spunto dalla vita in aeroporto si possono sfruttare occasioni come scioperi aerei o inceppi nella trafila dei controlli, ma aggiungendo tutto il potenziale portato dai singoli avventori dell’aeroporto, le situazioni potenziali sono davvero infinite, difficili anche da immaginare per quanto ampie. La chiave, come per ogni workplace comedy in fin dei conti, sarebbe quella di trovare dei personaggi fissi importanti, da contornare poi con tutta la sfilza di personaggi secondari la cui interazione determina lo svolgimento della trama di puntata, mentre ai protagonisti veri e propri rimarrebbe il compimento della linea narrativa orizzontale. Il punto di forza, dunque, di una produzione del genere sarebbe proprio questo doppio registro, composto dai personaggi fissi e da quelli occasionali, in una mescolanza con pochi precedenti.
A questo punto, si riescono a intravedere con maggiore nitidezza le grandi potenzialità di una workplace comedy in aeroporto. Gli elementi presentati in questa carrellata di esempi pratici possono essere combinati in tantissimi modi, andando a creare situazioni come, per fornire ancora qualche esempio, incomprensioni linguistiche con i passeggeri stranieri, liti con gli operatori per i controlli di sicurezza, persino scene comiche sugli aerei stessi. Non considerando poi tutte le dinamiche che escludono gli avventori dell’aeroporto, ovvero quelle relative ai rapporti interni tra i lavoratori, cast di riferimento di questa workplace comedy che stiamo immaginando, le quali costituirebbero la trama principale.
Insomma, come abbiamo avuto modo di vedere le potenzialità sono tante e ci siamo limitati all’ambientazione in aeroporto, ma ci sono tanti altri posti, inesplorati, dove poter calare una serie del genere. La speranza è che riflessioni di questo tipo possano fornire qualche spunto per guardare in avanti, invece che indietro, con la speranza che le idee originali tornino con forza a dominare un panorama come quello seriale che invece troppo spesso sta guardando al passato, dominato dalla paura di osare più che dalla voglia di rischiare, che poi è alla base di moltissimi successi.