Il mondo delle comedy è cambiato e sta cambiando. Come qualsiasi aspetto ricollocabile al panorama televisivo delle serie tv, anche le commedie sono oggetto di una trasformazione costante. Non di rado, capita di soffermarsi sul confronto tra i prodotti degli ultimi anni e “le solite vecchie comedy”. Delle differenze ci sono, ma non è questa la sede in cui vogliamo analizzarle. Alcuni filoni partiti nel decennio precedente, si sono trascinati avanti fino ad oggi. Pensiamo a The Big Bang Theory, trasmessa per la prima volta nel 2007 e conclusasi nel 2019, alla quale si è accostato poi il recente spin-off Young Sheldon.
Rispetto a dieci o venti anni fa, alcune sitcom si sono evolute nel solco del politicamente scorretto, altre hanno percorso la strada diametralmente opposta, adattandosi invece ai canoni del politically correct. Alcune fanno ridere di più, altre di meno. Alcune hanno optato per format diversi e in alcuni casi più brevi, altre sono rimaste fedeli all’idea di comedy di qualche anno fa. L’elemento drammatico si sta facendo largo sempre di più anche nelle serie di matrice prettamente comica. Ne sono un esempio titoli come BoJack Horseman o Il metodo Kominsky, che infatti chiamiamo oggi col termine dramedy, dalla crasi dei due generi.
Questa classifica si occupa invece delle commedie pure, come la già citata Young Sheldon o Schitt’s Creek, che non compare in questa lista a cinque, ma che certamente meriterebbe un posto tra le migliori produzioni dell’ultimo lustro.
Se pensiamo alle serie distribuite dal 2015 in poi, ci accorgiamo immediatamente di una cosa: mentre da un lato aumenta la proposta di generi “spuri”, che miscelano sapientemente dramma, commedia, umorismo nero, azione e così via, dall’altro ci rendiamo conto che di commedie pure di qualità ce ne sono sempre meno.
Avvisaglia di una crisi del genere o ulteriore sintomo della trasformazione in atto?
Domande che possiamo porci, ma a cui non pretendiamo di rispondere con questa classifica. Con la quale andiamo invece ad individuare le cinque migliori commedie nate dal 2015 in poi.
5) Unbreakable Kimmy Schmidt
La serie di Tina Fey e Robert Carlock è stata distribuita da Netflix proprio nel 2015 e si è conclusa nel 2019 con la quarta e ultima stagione. Una trama innovativa e originale è alla base del progetto NBC, poi trasferito sulla piattaforma più famosa: una giovane ragazza, Kimmy Schmidt (interpretata magnificamente da Ellie Kemper), è stata prigioniera di un reverendo pazzo per quindici anni. Uscita dal bunker in cui ha passato gli anni della giovinezza, la protagonista ventinovenne si ritrova a riscoprire il mondo un poco alla volta, con un entusiasmo contagioso e spiazzante.
È una serie allegra e vivace, con quel ritmo scorrevole che crea dipendenza e spiana la strada al binge watching. A tratti malinconica ma per lo più esilarante, questa comedy è fortemente incentrata sulla protagonista, la cui particolarissima storia capitalizza su di sé tutta l’attenzione. Ma non mancano personaggi stravaganti e altrettanto originali, con una serie di guest star di tutto rispetto come Lisa Kudrow di Friends, Joshua Jackson di Dawson’s Creek, Ray Liotta, Jeff Goldblum, Laura Dern, fino al Don Draper di Mad Men che qui interpreta addirittura il reverendo Wayne Gary Wayne.
4) Young Sheldon
Nel 2017, quando The Big Bang Theory era ancora in onda, la CBS trasmetteva il primo episodio di Young Sheldon, lo spin-off della serie con Jim Parsons che ci ha accompagnato per oltre un decennio. Protagonista è proprio Sheldon Cooper, nella sua versione bambina. Iain Armitage è il giovane talento che gli dà il volto. Tutti i fan della serie principale hanno atteso con curiosità l’uscita della sitcom. Raccontare il passato di uno dei protagonisti era l’unico modo per potersi riallacciare al mondo di The Big Bang Theory, ma il prodotto che ne è venuto fuori presenta naturalmente elementi di novità.
Mancano le risate di sottofondo, c’è una grande varietà di ambientazione e la storia ruota tutta attorno a un bambino di nove anni con un quoziente intellettivo superiore alla media, che interagisce con i compagni più grandi e con i membri della sua famiglia. I Cooper potrebbero essere una qualsiasi famiglia disfunzionale d’America, di quelle che riescono a tirare fuori sempre situazioni esilaranti e comiche. Young Sheldon risente del tocco di Chuck Lorre, questo è indubbio. Non è The Big Bang Theory, ma è una di quelle comedy pure che sanno tenerci compagnia e farci affezionare ai personaggi.
3) Grace and Frankie
Grace and Frankie è un’altra produzione del 2015, di cui stiamo aspettando la settima stagione. È una serie nostalgica in cui l’elemento drammatico emerge spesso tra le righe di una narrazione semplice, disinvolta, leggera e piacevole. Le protagoniste sono due donne entrate ormai nella terza età, con tutti i disagi annessi. L’una l’opposto dell’altra, Grace e Frankie si ritrovano a convivere dopo che i rispettivi mariti confessano di essere omosessuali e di avere una relazione che va avanti in segreto da decenni. All’interno di questa situazione completamente stramba e fuori controllo, le due protagoniste cercano di rimettere in ordine le loro vite, passando naturalmente attraverso episodi imbarazzanti e bizzarri.
Grace è una ottantenne un po’ snob, manager di un’importante azienda che deve lasciare in eredità alla figlia. Sempre elegante, mai un capello fuori posto, pronta ad affrontare con tenacia qualsiasi problema. Frankie, al contrario, è una tipa hippy che fuma marijuana, dipinge e vive alla giornata. I due caratteri, completamente agli antipodi, riescono a miscelarsi perfettamente in questa commedia che sa ridere della vecchiaia e delle situazioni più assurde della vita. E un grosso aiuto arriva anche da Martin Sheen e Sam Waterston, nei panni dei due mariti. Una serie che vale la pena guardare e che si riallaccia ai canoni tradizionali della sitcom, ma li supera con elementi di assoluta novità.
2) The Good Place
La serie di Michael Schur è nettamente una delle migliori comedy degli ultimi cinque anni. Ha una trama originale, personaggi un po’ atipici e un cast che ha saputo interpretare a meraviglia il proprio compito.
La storia è quella di quattro umani che, dopo esser morti, si ritrovano nell’aldilà, pronti a fare i conti con le azioni buone e quelle cattive fatte in vita. È una commedia che ricrea appunto la vita dopo la morte, ma lo fa con un’impostazione di base davvero inedita e spiazzante.
The Good Place parla di filosofia e affronta le principali questioni esistenziali con un tocco comico brillante e leggero. Si lascia guardare per tutte le quattro stagioni, mai banali, mai ripetitive, pronte a fornire sempre nuovi spunti e nuovi motivi per continuare a guardarla. Grande prova di Kristen Bell nei panni della protagonista, accanto a un eccezionale Ted Danson, che interpreta un demone capace di riscattarsi e di aspirare alla parte buona.
1) The Marvelous Mrs. Maisel
È sempre stato uno dei fiori all’occhiello del catalogo Amazon Prime Video. La creatura di Amy Sherman-Palladino (Una mamma per amica) è stata molto apprezzata sia dal pubblico che dalla critica, ottenendo premi importanti negli ultimi tre anni. Rachel Brosnahan è l’eroina di questa serie ambientata nella New York della fine degli anni Cinquanta, una società in cui le donne sono ancora messe in disparte e devono conquistarsi con le unghie e con i denti la propria posizione nel mondo.
La signora Maisel è una casalinga ebrea che segue suo marito nelle esibizioni deludenti da comico. Quando lui la lascia, la protagonista cerca di riorganizzare le proprie priorità e la propria vita, di cui è diventata finalmente padrona. Pur trattando una tematica importante, The Marvelous Mrs. Maisel sa mantenere il tono leggero delle comedy tradizionali, riservando il palcoscenico a una protagonista inedita che si muove entro i confini di un period drama molto divertente.