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5 motivi per amare Sean Turner, lo spirito della ragione in Servant

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Servant è la serie tv creata da M. Night Shyamalan per Apple Tv, ormai conclusasi dopo ben quattro stagioni. La trama dello show ruota attorno alla famiglia Tuner e alla misteriosa Leanne, tata dal passato oscuro venuta a occuparsi del piccolo Jericho. Il bambino però non è vero ma si tratta infatti di una bambola reborn, escamotage necessario per salvare Dorothy dallo stato catatonico in cui era caduta dopo che il figlio Jericho è morto. Dell’accaduto la donna non ricorda nulla e né il marito Sean né il fratello Julian hanno intenzione di sbloccare quel traumatico evento.

All’interno della narrazione claustrofobica di Servant, ogni personaggio gioca una parte ben specifica nel tentativo disperato di mantenere le apparenze e compiere una qualche sorta di espiazione.

1) Un uomo normale

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Nel corso delle quattro stagioni di Servant assistiamo a ogni tipo di cosa strana e inusuale e, francamente, anche la maggior parte dei personaggi dello show si comportano in maniera fuori dal normale. Tutti forse tranne uno. Sean Tuner si presenta, fin da subito, come un uomo dalla vita agiata ma anche dalla natura pacata e abitudinaria. Lontano dagli eccessi e dalle stravaganze spesso connesse alla sua professione, Sean ci appare come il vicino modello, il cauto marito e padre di famiglia. Diventa abbastanza facile relazionarci con lui, lui che reagisce a ciò che sta accadendo nella sua vita in maniera assolutamente comprensibile.

Sean è la voce del popolo, un uomo che non accetta di buon grado gli straordinari accadimenti connessi a Leanne ma che, allo stesso tempo, non si chiude mai in una ottusa visione del mondo. Come spirito della ragione, Sean riesce a controbilanciare gli eccessi rappresentati in Servant dalla moglie Dorothy e dal cognato Julian.

2) Si, chef!

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Come si può non cadere vittima di un mago dei fornelli? All’interno di Servant la componente di food porn è davvero altissima e lo stesso Shyamalan ha spiegato il significato dietro quei piatti così esteticamente appaganti ed elaborati. La cucina, nella serie tv, assume non solo il ruolo di rituale familiare, attorno al quale si riuniscono più volte i membri della famiglia Tuner in momenti catartici della storia. Il cibo rappresenta metaforicamente i continui atti di creazione e distruzione che Sean e gli altri personaggi performano l’uno sull’altro.

A detta dello stesso Shyamalan, il cibo rappresenta solo la facciata perbenista, borghese e superficiale di una famiglia ricca ma incapace di esprimere le proprie emozioni. Sean, per primo, si rifugia nel cibo sia quando partecipa a un programma di cucina lontano dalla propria famiglia, sia come rifiuto nei confronti di ciò che sta accadendo nel presente nella sua casa.

3) Una profonda umanità

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Nella seconda stagione, i comportamenti di Dorothy raggiungono picchi maniacali tali da portare la donna a rinchiudere Leanne in soffitta e a picchiarla ogni singola notte. Ignaro delle azioni della moglie, Sean diventa inconsapevolmente un balsamo per la ragazza rinchiusa. Inizia infatti a portarle da mangiare, a trattarla con dolcezza, a parlare e tenerle compagnia durante la giornata. Forse perché consapevole della verità o forse, semplicemente, perché anche nel dolore più profondo, Sean non perde mai la propria umanità.

Così come si prende cura di Leanne nel momento di bisogno, Sean è pronto a fare la sua parte anche all’interno della comunità in cui vive. Nella terza stagione, per esempio, il cuoco mette a servizio le sue arti per sfamare gli sfollati che abitano nel parco vicino e, durante la festa di quartiere, il suo stand del gelato è pronto raccogliere soldi per beneficienza.

4) Marito dell’anno

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Per la serenità della moglie Dorothy, Sean è disposto a fare di tutto. Pur di non rivelarle la terribile verità, pur di non far gravare su di lei un senso di colpa immane, pur di mantenere l’illusione della famiglia felice, Sean entra all’interno di una spirale di bugie. L’uomo è il primo a covare dei sospetti nei confronti di Leanne ed è effettivamente anche il primo ad avvicinarsi alla verità. Eppure, quando quella stessa verità rischia di mettere a repentaglio la propria famiglia, Sean fa un passo indietro.

Quella di Servant non è di certo una delle migliori coppie delle serie tv ma merita comunque di essere ricordata per la particolare alchimia dei suoi due interpreti.

5) Anche l’occhio vuole la sua parte

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Classe 1982, Toby Kebbell è l’attore che da voce e volto al nostro amato chef nella serie tv Servant.

L’attore britannico si avvicina già da giovanissimo al mondo del cinema ottenendo alcune piccole parti in film come Alexander e Match Point di Woody Allen. La svolta inizia ad arrivare a partire dal 2010 quando il suo nome viene associato a blockbuster del calibro di Prince of Persia, Apes Revolution e Kong: Skull of Island. Purtroppo nessuno di questi ruoli, tantomeno quello del dottor Destino nel reboot dei Fantastic 4, riesce a fargli spiccare il grande salto. Kebbell ottiene comunque il plauso della critica, ricevendo anche un premio come miglior attore non protagonista ai British Independent Film Awards del 2007.

Prima di Servant, un altra serie tv in cui sicuramente gli occhi più attenti lo ricorderanno è Black Mirror. Nello show di Charlie Brooker, Toby Kebbell appare nell’episodio The Entire History of You, accanto a Jody Whittaker.