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Carrie Bradshaw, per sempre

Sex and the City
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Carrie Bradshaw passato, Carrie Bradshaw presente, Carrie Bradshaw futuro. Carrie giovane ragazza, Carrie sognatrice, Carrie moglie, adolescente, scrittrice, amica. Carrie disillusa, Carrie ambiziosa, Carrie senza nulla tra le mani: queste sono alcune delle versioni che, fin dagli anni ’90, Sex and the City ci ha proposto per il suo personaggio principale, e ognuna di queste porta il peso di un’identità che non riesce mai a capire che cosa voglia dire star ferma, fermarsi un attimo per capire che non sempre bisogna correre, correre e correre. A volta ve bene anche camminare piano, fermarsi un momento per assaporarlo, non programmare le cose in modo continuo come se tutti i nostri piaceri non fossero altro che un impegno da segnare e, soprattutto, imparare ad accettare l’essenza reale delle persone senza volerla cambiare a tutti i costi. In tutto questo Carrie Bradshaw non è una maestra, anzi. E’ una brava scrittrice: è empatica, carismatica, riesce a entrare nella testa di chi la legge, riesce a rompere la barriera tra lei e il lettore, ma quando si tratta di rapporti reali smette di esser tutto questo pensando soltanto alle sue volontà. Mr. Big in questo senso ne è l’esempio concreto, la vittima sacrificale dello spietato egoismo di Carrie.

Perché non importa quanto lei abbia sofferto per lui: è stata una sua decisione. Ha sempre saputo che cosa Mr. Big volesse, ma ha deciso di programmarlo a suo piacimento, esattamente come insegna anche la sua versione adolescenziale conosciuta in The Carrie Diaries

The Carrie Diaries (640×360)

Durante le due stagioni di The Carrie Diaries conosciamo una parte di Carrie più immatura, infantile, ma che già premette quello che diventerà in futuro. Non possiamo guardare questi episodi senza pensare che sì: ovviamente lei diventerà Carrie Bradshaw. Certo, lo è già, ma intendiamo davvero Carrie Bradshaw, quella di Sex and the City, la protagonista di una delle Serie Tv anni ’90 più iconiche di sempre. Intendiamo proprio lei, quella lei. Carrie, in The Carrie Diaries, è un’adolescente che ambisce a una carriera da scrittrice in una New York caotica e disordinata, il suo esatto opposto. Perché il vizio di programmare qualsiasi cosa non è frutto di un insegnamento che ha colto con gli anni, ma un comportamento naturale. Carrie è l’ossessione in persona, la sveglia che suona alle 07:00 in punto, e mai alle 07:01. Perfino le sue relazioni adolescenziali lo dimostrano. E, nel dettaglio, lo dimostra Sebastian.

Carrie e Sebastian hanno avuto una storia che abbiamo vissuto tutti, e che prende il nome di primo amore. Essendo uno spin-off sapevamo fin dal principio che i due a un certo punto si sarebbero lasciati, e così è stato, ma prima del drammatico saluto hanno avuto modo di viversi la loro relazione a pieni polmoni, anche se questa non ha effettivamente insegnato nulla a Carrie. Quando Sebastian le disse finalmente le due paroline magiche – “Ti amo” – lei non riuscì a rispondere. I motivi alla base di questa incapacità non hanno a che fare con un sentimento mancato, o il poco coraggio di dire una parola così importante per la prima volta. Il problema nasce dal fatto che Carrie voleva dirglielo in un momento speciale, uno di quelli in cui il ti amo fa da ciliegina sulla torta. Ma quello che non riusciva a capire è che a volte la torta è buona comunque, e non ha bisogno di nessun’altra aggiunta.

Queste due parole mancate hanno così raccontato qualcosa di Carrie che avevamo già visto in Sex and the City, qualcosa che di lei ci turba profondamente e che ci costringe a voler entrare dentro lo schermo del nostro televisore e dirgliene tante, tantissime. Perché è bello che Carrie abbia ancora dentro di sé la parte più piccola e bambina, ma deve imparare a saperla gestire. Sbattere i piedi per far sì che qualcosa o qualcuno cambi secondo i suoi schemi non è l’atteggiamento di una donna cresciuta che ha appurato come sia giusto comportarsi, ma di una persona che cerca di ottenere quel che vuole senza chiedersi se ciò che sta chiedendo all’altra persona faccia davvero parte della sua identità. In poche parole, Carrie vuole vivere in un mondo in cui tutti agiscono come lei, non accettando di fatto la bellezza della diversità.

Sex and the City
Sex and the City (640×360)

Carrie era così da giovane, e lo è stata anche da più grande. Mr. Big era per lei un esperimento da modificare, una personalità venuta su male. Lei non voleva soltanto essere la donna per cui lui avrebbe fatto cose come sposarsi. No. Voleva essere la donna capace di salvarlo, la persona in grado di potergli insegnare cosa fosse giusto e cosa fosse sbagliato. Voleva Mr. Big, ma lo voleva alle sue condizioni, e non importava quanto dolore ci fosse.

Carrie è per questa ragione la stessa impavida e impunita ragazza di The Carrie Diaries, la stessa programmatrice che non accetta che il sole non sorga sempre nello stesso istante con il passare delle stagioni. Non riusciva a capire quali fossero davvero le cose importanti e, semplicemente, si è lasciata fregare dalla sua parte razionale utilizzandola però soltanto a convenienza. Tornare dall’ex precedente che riusciva a restituirle sicurezze, ad esempio, è qualcosa che fa parte della sua parte istintiva, una parte che dimentica bene ogni volta che deve insegnare a Mr. Big come si viva.

Carrie è per questa ragione la stessa persona sia in The Carrie Diaries che Sex and the City e And Just Like That: una programmatrice seriale che non si permette mai d’esser debole, che non si acconsente mai di diventar fragile. Non ha intenzione di piegarsi, e lo dimostra anche di fronte alla morte di Mr. Big. Per non sfogare tutto quello che prova e cedere a un legittimo dolore, decide di organizzare immediatamente il funerale nel migliore dei modi, sistemando e abbellendo qualsiasi dettaglio. Ma non vi è fiore che abbia davvero un potere curativo. Non vi è sorriso che possa sconfiggere il dramma di una perdita. Carrie è forte, lo è sempre stata, ma la sua evoluzione ha sempre significato non crescere mai davvero, rimanere sempre la stessa di The Carrie Diaries ma con solo qualche responsabilità in più e un po’ di maturità data dall’età. Probabilmente lei è una delle protagoniste delle Serie Tv che più ha amato, che più ha dedicato il suo tempo ai sentimenti, ma questo non comporta obbligatoriamente che lo abbia fatto nel modo migliore possibile. É come se Carrie avesse dedicato ai sentimenti tanto tempo, ma poco tempo di qualità.

Carrie è tante cose, e tra queste è anche una serie di dettagli che abbiamo già visto in Sex and the City e The Carrie Diaries. Adesso, giunti a And Just Like That, non possiamo far altro che sperare, crederci per davvero stavolta. Forse è il momento giusto, forse l’assenza di Mr. Big le permetterà di fare un bilancio per comprendere davvero cosa pensa di aver fatto e cosa in realtà ha realmente fatto. Cosa pensa di aver dato e cosa ha realmente dato. É il momento di dimostrare chi era e cosa è diventata, di mettere in pratica quell’evoluzione che l’ha resa donna, ma con tante parti da bambina. É il momento di non sbattere più i piedi e accettare che non tutto possa andare come vogliamo noi, e che se c’è una cosa che non si può fare è frenare il vento con le mani. É il momento di essere la nostra eterna Carrie Bradshaw, ma con dei nuovi insegnamenti. Se questo accadrà, noi saremo felici di vedere un nuovo aspetto della sua identità. Saremo felici di conoscere ancora una nuova parte di lei, il frutto di tutto quello che ci è stato raccontato fino ad adesso. Saremo felici per lei. Nonostante tutti i nonostante, d’altronde, lei è la nostra Carrie da sempre e per sempre. E nulla potrà cambiare questa cosa.

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