L’era di Sex Education è terminata: dopo 4 stagioni si conclude uno dei migliori teen drama degli ultimi anni; una serie tv volutamente provocatoria e sopra le righe che ci ha fatto affezionare ai suoi protagonisti, facendoci scoprire, insieme a loro, il mondo della sessualità e le sue infinite sfaccettature.
Nel corso delle 4 stagioni della serie tv di Netflix, Sex Education, abbiamo provato ogni tipo di emozione e siamo riusciti a empatizzare con quasi tutti i personaggi. La narrazione originale che ha messo in luce la curiosità dell’adolescenza nei confronti nel sesso, sia in camera da letto che con il rapporto con sé stessi, ha reso Sex Education una serie unica nel suo genere, pionieristica nella sincera narrazione del mondo degli adolescenti. Sex Education, che come dice il titolo stesso, ha svolto il compito di educatore sessuale per una generazione che crede di sapere già tutto il necessario.
Oltre però ad averci consegnato un manuale completo atto a normalizzare qualsiasi rapporto si abbia con il sesso, nel senso più largo del termine, Sex Education ci ha regalato alcune battute indimenticabili: scopriamole e ricordiamole insieme!
1) Eric l’ha sempre saputa lunga
Regola numero uno: l’entusiasmo è decisamente più importante della tecnica
Eric Effiong
E’ davvero necessario commentare questa frase di Eric? Potrebbe anche essere il riassunto di tutta Sex Education e sarebbe perfetta, nulla da aggiungere o da togliere. A volte è meglio lasciarsi andare ed essere entusiasti del momento, anziché programmare ogni singola cosa. Questa regola inappuntabile non vale solo in ambito sessuale, ma può essere estesa in qualsiasi campo: è molto meglio ragionare con il cuore, che riflettere su quali siano i passaggi giusti da fare. Del resto se c’è sentimento, così male non può andare. Non lo dico io, lo dice Eric di Sex Education.
2) In Sex Education i film romantici sono sopravvalutati
Hai presente quando nei film romantici alla fine lui capisce di amarla alla follia e spara a tutto volume fuori casa di lei una bella canzone che manda in estasi il pubblico? Ecco, mi dà la nausea.
Maeve Wiley
Penna tagliente e lettrice vorace, Maeve sotto la sua giacca di pelle e lo sguardo da dura è una romanticona: una parte di lei vorrebbe vivere una storia d’amore alla Jane Austen, ma questo di certo non lo ammetterebbe mai. Sui film romantici ha invece un’opinione molto ferma: sono tutti uguali. Le stesse dinamiche trite e ritrite si susseguono in una trama identica a molte altre, cambiano solo gli attori. Banali, scialbi e insopportabilmente innamorati. Il punto è che quando Maeve declama la citazione di qui sopra, sta dando voce al pensiero di tutti noi che non ne possiamo più di vedere l’ennesima scena alla A Cinderella Story, con tutto il bene per Hilary Duff. Noi forse non lo diremmo mai ad alta voce e come ad ogni Natale ci sorbiremo una marea film romantici, ma fortunatamente ci ha pensato Maeve a dare voce a quella piccola parte di noi stanca dei cliché. Anche se sotto sotto, ammettiamolo, me la immagino nella sua roulotte che piange guardando la trilogia di Bridget Jones.
3) Prima l’amor proprio, poi tutto il resto
Se non piaci a te stessa come credi di poter piacere a qualcun altro?
Otis Milburn
Esiste questa strana legge dell’attrazione secondo la quale gli altri vengono da te nel momento in cui assumi la giusta sicurezza in te stesso. Insomma, quando gli altri percepiscono che hai autostima e conosci le tue qualità, allora inizi a piacere anche agli altri. Ma piacersi non è sempre facile: l’unica persona che avremo sempre accanto siamo noi stessi – sembra un discorso metafisico, ma così è – quindi meglio iniziare a piacerci e cercare di farci piacere sempre di più. Otis, che nella serie tv Sex Education, è un improvvisato terapeuta sessuale per i suoi compagni di scuola, sa molto bene questa cosa, probabilmente perché è il primo a vivere in un corpo in cui non si piace. Ma come dice lui stesso, in questa sacrosanta citazione: come potremmo mai piacere a qualcun altro se prima non abbiamo imparato ad amarci noi stessi?
4) Jean Milbuan la mamma di Sex Education
Mi rendo conto che questa è una fase naturale della pubertà, il desiderio di indipendenza, ma sai credo che non mi aspettassi facesse così male
Jean Milburn
Quando ho sentito questa frase per la prima volta mi sono commossa tantissimo. Probabilmente è una delle migliori frasi affidate a una figura genitoriale in una serie con protagonisti degli adolescenti. Jean Milburne è sicuramente tra i personaggi meglio scritti e realizzati di Sex Education: una guru di vita con cui non mi dispiacerebbe affatto avere una conversazione. Non le si può non volere bene e non sentire il bisogno di fare una seduta di terapia con lei: ma Jean non è solo una terapeuta eccezionale, è anche una madre alle prese con un figlio adolescente molto speciale, Otis. L’adolescenza però lo sta facendo allontanare da lei, che l’ha cresciuto da mamma single tra un paziente e l’altro. Da figli non ci si rende conto del dolore che si può causare a un genitore, banalmente cercando un po’ di indipendenza in più, un desiderio del tutto naturale che però porta spesso a uno scombussolamento intimo e profondo per il genitore che non smetterà mai di vederti come il suo bambino da proteggere e cullare, anche quando gli abbracci si saranno fatti troppo stretti.
5) Fai conoscere il tuo amore
Devi lasciare che le persone che ami sappiano che le ami, anche se questo volesse dire soffrire
Maureen Groff
Un’altra frase detta da una mamma a un figlio, questa volta da Maureen a Adam. Quando Maureen dice questa frase al figlio, i due si trovano entrambi scombussolati dall’imminente divorzio tra Maureen e suo marito. Una situazione difficile da gestire e vivere, ma da affrontare quando insorge. Maureen è una donna silenziosa che sgomita stagione dopo stagione per farsi sentire e vedere, ma appare in tutto il suo splendore nel momento in cui, disposta a tutto per proteggere il figlio Adam, decide di lasciare suo marito che, nei confronti del figlio, ha sempre assunto atteggiamenti quasi dittatoriali. Eppure lei, Maureen, parla poco e appare ancora meno, ma quando è in scena riesce a concentrare l’attenzione dello spettatore su di sé e sulle sue declamazioni d’amore. Perché lei all’amore ci crede ancora, anche a quello che l’ha fatta soffrire, e da madre non può fare a meno di augurare al figlio di innamorarsi.