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Perché il finale di Sex Education ha deluso molti fan della serie?

Sex Education
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Essere una grande Serie Tv di successo può diventare un’arma a doppio taglio al momento di un finale di serie. Le aspettative saranno infatti altissime e numerose, e soddisfarle tutte potrebbe risultare estremamente complesso. Gli interrogativi in questo caso sono differenti e vertono su diversi punti che vanno dalla volontà di non snaturare la serie a quella di restitituirle l’epilogo che più possa soddisfare le pretese dei fan. In Sex Education c’erano diverse possibilità narrative per la concretizzazione del finale: Otis e Ruby, Maeve e Otis. E poi, quella che forse in pochi aspettavano e che invece è presto diventata realtà: Maeve, Otis e Ruby, ognuno per conto proprio. Ognuno il finale di se stesso. Questa decisione, così accurata e obiettivamente in linea con la natura realista della serie, ha deluso le aspettative dei fan che si aspettavano una conclusione chiara e netta da parte di Sex Education che, invece, ha deciso di mettere fine alla sua storia con un finale dolce-amaro. I problemi riscontrati non trovano però luogo soltanto nella gestione del triangolo, ma anche in altre dinamiche che sembrano avere messo da parte importanti personaggi. Come anticipato anche nella recensione della quarta stagione, è impossibile non ammettere che alcune decisioni abbiano giocato a svantaggio della serie, finendo per mettere da parte alcune trame che avrebbero potuto restituire qualcosa di più a questo discusso finale di serie.

Perché il finale di Sex Education ha deluso così tanto i fan della serie? Cosa è andato storto? Proviamo a capirlo insieme

Sex Education (640×360)

Partiamo da una premessa fondamentale: il finale di Sex Education è in perfetta linea con la serie. Sceglierne uno più dolce e delicato avrebbe significato distaccarsi dalla natura onesta della narrazione, dalle avvisaglie che nel tempo ci erano state date. Perché era ben difficile poter pensare che in qualche modo Maeve e Otis potessero finire insieme date le premesse che negli anni ci erano state restituite. I due protagonisti condividevano gli stessi sentimenti, ma a volte l’amore non basta, soprattutto se ci sono chilometri di distanza e una vita da costruire da capo. Maeve, con i suoi fantasmi e le sue ambizioni, doveva prima pensare a costruirsi un mondo proprio, a riscattarsi da un punto di vista individuale. Concludere la serie con la consacrazione della loro relazione e l’annullamento totale dei loro obiettivi era una scelta che si distaccava dalla vera volontà di Sex Education: la ricerca di se stessi. Il sesso era d’altronde solo un mezzo che la serie utilizzava per raggiungere questo obiettivo, e così tutto il resto delle altre tematiche.

Il problema del finale di Sex Education ha a che vedere dunque con la risoluzione del finale tra i due protagonisti e Ruby? No. Sappiamo che i due prenderanno due strade differenti, ma sappiamo anche che – finalmente – hanno confessato ciò che provavano. Una porta è dunque stata lasciata aperta, anche se questa decisione – come anticipato – non ha entusiasmato i fan della serie. Il motivo di tale scelta ha a che fare con le alte aspettative che nel tempo si erano create anche a causa del tortuoso percorso che i due avevano intrapreso. Lento, estremamente graduale e pieno di incomprensioni e contraddizioni: per avere un bacio abbiamo aspettato tre stagioni, per un appuntamento ben 4. Il pensiero che le difficoltà potessero finire era legittimo, ma non troppo credibile.

Il vero problema del finale però, probabilmente, ha a che fare con un altro aspetto, con delle scelte narrative che hanno buttato molta carne al fuoco togliendo spazio a chi invece ne avrebbe meritato molto di più. Nel dettaglio, stiamo parlando di Adam e Ruby, due personaggi di punta che hanno concluso le proprie storyline in modo troppo sbrigativo e semplicistico. Il primo è stato infatti totalmente isolato dal resto del gruppo per occuparsi di cavalli e fattorie, mentre la seconda è stata trattata come un personaggio subordinato a Otis. Entrambi raggiungono un proprio punto di svolta nel finale, ma il punto è proprio questo: succede tutto insieme. L’impressione che si ha è che la scrittura del loro epilogo sia stata scritta in modo frettoloso per la sola voglia di spuntare il punto. Nessuno ha davvero potuto godersi il momento dei saluti. Più o meno, entrambi sembravano all’interno di un treno a porte chiuse che stava per avviare le procedure di partenza. Il massimo che potevamo fare era scrutarli da fuori il finestrino. Ci siamo dovuti accontentare di vederli attraverso un vetro appannato e un treno che non sembrava veder l’ora di partire.

Sex Education (640×360)

Sarebbe bastato poco per restiuirgli quel che meritavano, ma Sex Education ha preferito condensare all’interno degli 8 episodi più trame possibili, un altro punto a sfavore di questo discusso finale. La serie ha infatti deciso di dar spazio a nuove tematiche passando dalla depressione post parto alla crisi di coppia fino ad arrivare all’ingresso di nuovi (troppi) personaggi di cui forse non sentivamo la necessità. Introdurre nuove storie, soprattutto durante una stagione così importante come l’ultima, implica stare attenti e non commettere passi falsi. I personaggi introdotti in questo epilogo, purtroppo, non hanno affascinato il pubblico che ha visto in loro soltanto una misera e abbastanza inutile aggiunta, nient’altro: semplicemente qualcosa di cui tutti potevamo fare a meno. Come quando alla fine di un pranzo di Natale arrivano tre varianti di pasta al forno, quattro secondi e infiniti vassoi di dolci. A un certo punto, quando saremo pieni, faremo a meno di qualcosa. E così è andata anche per questa quarta stagione così spropositatamente piena di portate.

Il problema della quarta stagione di Sex Education non sono Maeve e Otis, ma il modo in cui siamo stati ingozzati di storie, personaggi e sottotrame. La nuova stagione ha cucinato così tanti antipasti e contorni da non darsi il tempo di concentrarsi a dovere sulle portate principali, le uniche di cui un telespettatore affezionato allo show aveva davvero bisogno. C’era la necessità di osare così tanto? Assolutamente no. Non c’era alcun motivo di farlo. Sex Education è una Serie Tv corale, ad attendere un finale c’erano già diversi concorrenti. Le nuove proposte andavano quantomeno dosate, equilibrate e, soprattutto, non dovevano in alcun modo togliere spazio al resto dei protagonisti. D’altronde nessuno di loro era così iconico come Eddie Munson nella quarta stagione di Stranger Things. Solo un esempio del genere, così ben costruito e con una firma ben evidente può giustificare questo tipo di scelte narrative, altrimenti il rischio è dietro l’angolo, e questo Sex Education lo ha (purtroppo) dimostrato bene.

Il finale di Sex Education è rimasto fedele alla natura della serie restituendoci una narrazione che non poteva non avere il finale che abbiamo visto per quanto concerne alcune trame principali come quella di Maeve e Otis, ma è impossibile non ammettere che questa accozzaglia di tematiche abbia giocato a sfavore della serie portandola a focalizzarsi su personaggi che potevano essere omessi. In conclusione, dunque, il problema principale ha a che vedere con l’estrema generosità narrativa che è presto andata a sfavore dei personaggi a cui volevamo bene, gli unici di cui volevamo un vero finale. Chi se ne frega di Owen, Roman, Aisha quando non abbiamo saputo nulla di personaggi che conosciamo oramai da anni? Su questo Sex Education non può ribattere, non può dar giustificazioni, può soltanto ammettere la propria responsabilità nonchè l’eccessiva velocità con cui ha bilanciato male le sue scelte. Poteva essere un finale mastodontico, uno di quelli che possono dire a gran voce di non aver sbagliato nulla, e invece niente: anche in questo caso sono stati commessi degli errori, facendo sì che questa stagione finale deludesse molti fan nonostante il suo straordinario potenziale. Nonostante i suoi errori di gestione, però, quello di Sex Education non è stato nella visione d’insieme un pessimo finale, tutt’altro: peccato però, perchè poteva essere perfetto per quella che è la natura della serie e così non è stato.

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