Sex Education è una delle serie tv Netflix più amate dai giovani (e non solo) negli ultimi anni. Il motivo probabilmente risiede nella sua schiettezza, nel modi diretto e senza fronzoli con cui affronta tematiche importanti, senza cadere nel tranello della banalità. Non ci sono freni, non ci sono filtri. Questa freschezza la troviamo anche nella rappresentazione dei personaggi, in particolar modo in quello di Maeve Wiley. Sì, perché Maeve esce da tutti gli schemi: all’inizio dà l’idea della cattiva ragazza, con il dito medio sempre alzato, il trucco pesante e i modi diretti. Se ci fermassimo a questa immagine, avremmo il solito prototipo della bad girl e nulla più. Ma Maeve Wiley è anche altro, è una ragazza brillante, studiosa, intelligente e colta, per nulla superficiale e – anche se ogni tanto si nasconde dietro l’aria da dura – sempre pronta a dare una mano al prossimo.
Uno degli aspetti più interessanti di Maeve è la sua passione per la lettura, un’attività che di rado troviamo abbinata a personaggi simili, proprio a dimostrazione del fatto che in Sex Education ci sia un efficace tentativo di non intrappolare niente e nessuno nello stereotipo. Spesso, dunque, vediamo Maeve con in mano un libro oppure scorgiamo una pila di volumi sul suo comodino.
Ma di che tipo di letture si tratta? Cosa ci dicono questi libri che Maeve Wiley legge in Sex Education?
Il filo conduttore che li unisce è ben chiaro: si tratta di testi scritti perlopiù da autrici donne che combattono per l’affermazione della donna nella società, nel mondo della cultura e in qualsiasi contesto. Un’impronta femminista che si riflette nella stessa Maeve e nel suo sfuggire alla rappresentazione banale della donna. Ma non è solo questo, perché allargando la prospettiva e sganciandoci dal femminismo troviamo storie di persone che vogliono mettersi in gioco e trovare il proprio spazio nel mondo. Proviamo a dare una sbirciata a questi libri, un po’ come quando spiamo cosa leggono le persone sul treno o sul tram.
Una scrittrice che ritorna spesso nelle letture del personaggio di Sex Education è Virginia Woolf, autrice riconducibile alla corrente del modernismo inglese (XX secolo). Una delle principali battaglie di Woolf fu proprio quella della parità di diritti tra i sessi, specialmente nel campo della scrittura e della cultura. Sul comodino di Maeve troviamo Una stanza tutta per sé (A Room of One’s Own, 1929), un saggio che ripercorre la figura della donna nel mondo della letteratura e che rivendica la possibilità, per donna, di essere ammessa nel campo del sapere.
Quest’opera ben si sposa con la passione di Maeve per la scrittura – passione che spesso la ragazza stessa tende a nascondere, ad esempio scrivendo temi e poesie al posto dei compagni: pensiamo al contest di scrittura vinto da Adam, con un testo in realtà scritto da Maeve. Inoltre, Maeve prende parte alla gara di Quiz sulla cultura generale e spesso è lei a trascinare la propria squadra verso la vittoria: Woolf sarebbe senz’altro stata fiera di lei.
Sullo stesso comodino troviamo A Passionate Apprentice, sempre di Woolf, che in italiano non è stata tradotta integralmente. Quest’opera non è altro che una raccolta di taccuini in cui Woolf ha raccontato la propria vita, dall’adolescenza all’età adulta e noi spettatori di Sex Education, in un certo senso, seguiamo il diario di Maeve, osservandone il percorso, i sogni e i tentativi per raggiungere i propri obiettivi.
Accanto a Virginia Woolf troviamo la famosa Jane Austen.
Non poteva di certo mancare un’autrice del genere tra le letture di Maeve Wiley: uno dei tratti distintivi di Jane Austen è la sferzante ironia, a volte pregna di sarcasmo, con cui descrive situazioni e personaggi. Questa schiettezza la troviamo senz’altro nella personalità di Maeve, che spesso non ha peli sulla lingua. Sono due i libri firmati Austen che vediamo in possesso della ragazza: Orgoglio e Pregiudizio (1813) e Emma (1815). Il primo volume, il più conosciuto dell’autrice, potrebbe quasi essere visto come una metafora della storia tra Maeve e Otis: quante complicazioni, incomprensioni e scelte sbagliate di tempistica contraddistinguono la storia di Elizabeth Bennet e Mr Darcy?
Senza contare che la protagonista di Orgoglio e Pregiudizio è una fanciulla brillante e diretta, proprio come Maeve, che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno e che sa bene quello che vuole. Altrettanto vivace è l’omonima protagonista di Emma, descritta dalla stessa autrice come bella, intelligente, ricca. Non c’è dubbio che Maeve possegga le prime due caratteristiche, mentre sia stata più sfortunata con l’ultima. In ogni caso, Maeve condivide con il personaggio austeniano la voglia di mettersi in gioco in un percorso pieno di ostacoli e la consapevolezza che per raggiungere i propri obiettivi sia necessario anche sbagliare e imparare dai propri errori.
Maeve legge anche George Eliot e Mary Wollstonecraft.
Nel primo caso, ci troviamo davanti a una autrice donna – Mary Anne Evans – che ha utilizzato uno pseudonimo maschile, George Eliot, per pubblicare i suoi romanzi durante l’età Vittoriana. La lettura di Maeve è Silas Marner (1861), la storia di un tessitore che viene accusato ingiustamente di furto e omicidio ed è costretto a lasciare la città, trovando poi una ragione di vita quando incontrerà Eppie, una bambina rimasta orfana.
In questo romanzo possiamo individuare una sorta di specchio della parte più complicata della vita di Maeve, che in Sex Education non è certo accusata di omicidio, ma che sente sulle spalle un altro tipo di peso, quello di una famiglia disfunzionale su cui non può contare e che, al contrario, cerca in lei un sostegno.
Mary Wollstonecraft, invece, ha scritto uno dei testi ritenuti fondamentali nella letteratura femminista: Sui diritti delle donne (1792). La presenza di questo volume sul comodino di Maeve ribadisce l’impegno femminista della ragazza e la volontà di riaffermare il ruolo della donna. Nel corso delle tre stagioni di Sex Education uscite finora, vediamo Maeve essere solidale nei confronti delle altre ragazze e spesso consiglia loro di anteporre i propri sogni e obiettivi alle relazioni con i ragazzi. Un consiglio che, nel finale della terza stagione, Aimee restituisce alla stessa Maeve: non può assolutamente rinunciare al sogno dell’America per restare accanto a Otis.
Una prospettiva ancor più ampia emerge dalla presenza di Jumpha Lahiri.
Tra i volumi sopracitati troviamo anche Una nuova terra (Unaccustomed Earth, 2008) dell’autrice americana di origini indiane Jumpha Lahiri. In questo caso il taglio non è più (solo) femminista, perché il libro di Lahiri è un caleidoscopio di storie, culture, situazioni, problematiche e soluzioni. Una serie di short stories dà vita a personaggi molto diversi, alle prese con le situazioni più disparate, e porta sulla carta tematiche come la vita familiare, la perdita, la solitudine, l’accettazione, ponendo al centro la vita degli immigrati indiani divisi tra due culture.
Questo aspetto della doppia cultura non tocca direttamente il personaggio di Maeve Wiley, però è indubbio che la ragazza si ritrovi ad affrontare di persona diverse tematiche narrate nel libro che, di fatto, trascendono le differenti culture. Quello raccontato da Lahiri è un viaggio sia fisico che metaforico, un viaggio che qualsiasi persona e in questo caso qualsiasi adolescente si trova a percorrere nella propria vita. Quello che conta è non trascurare le proprie radici e, nel contempo, ricordarsi che ci si può muovere, non c’è bisogno di restare ancorati a un’unica realtà.
Ed è proprio quello che tiene ben presente Maeve, soprattutto nel finale della terza stagione, quando decide di partire per l’America e realizzare i propri sogni: vuole restare sé stessa, vuole rimanere collegata alla sua vita attuale, alle amicizie e ai sentimenti che la legano a Moordale, ma allo stesso tempo sa che per raggiungere i suoi scopi e crescere deve partire.