Vorremmo tutti delle storie folli, delle storie che ci rendano vivi. Però poi succede che quando le abbiamo, le cacciamo via. Ci spaventano perché sono totalizzanti, indefinibili, incoerenti. Le teniamo con noi fino a quando pensiamo di poter sopportare, ma il punto di non ritorno arriva prima di quanto ci aspettassimo. Incombe nella nostra quotidianità, costringendoci a dire basta a qualcosa che era meraviglioso, ma troppo rischioso. In questo senso, siamo come Maeve e Otis, una delle coppie delle Serie Tv che critichiamo sempre, ma a cui – purtroppo – somigliamo di più. Forse li critichiamo proprio perché riconosciamo in loro un senso di realtà che ci infastidisce, che non ci permette di distrarci, ma che anzi ci riporta alla realtà di molti di noi, quella realtà in cui scegliamo di mandare all’aria qualcosa solo per paura che ci ferisca. Sex Education sa bene che punti toccare per avvicinarsi alla nostra più totale comprensione, sa dov’è che falliamo. Ed è qui, in questo punto. Noi falliamo sempre nei rapporti. Come Maeve e Otis.
Non sono partiti con il piede giusto, anzi. Hanno messo un piede sopra l’altro, e se li sono pestati a vicenda. Le incongruenze caratteriali, l’impossibilità di trovare un momento di pace, la paura del totalizzante: tutto questo si è contrapposto in ogni loro momento di tregua, uno di quelli in cui dimenticavano cosa andasse male e decidevano di far prevalere il bello. Non appena la serenità li toccava anche per un solo istante, il brutto prendeva possesso di ogni cosa con l’obiettivo di portare tutto a termine, di far dire loro basta. Più hai paura, più hai il terrore di quello che avverrà dopo. Più hai paura, più nulla ti lascia indifferente. In questo senso tra i due si sono sempre manifestati due comportamenti totalmente differenti all’apparenza, ma forse simili: lei, da una parte, sperava sempre che fosse lui a dire basta, in maniera tale da evitarsi la struggente parte in cui avrebbe pronunciato le parole definitive. Dall’altra, invece, nonostante tutto, Otis non lo avrebbe mai fatto, perché lui – anche se non si direbbe – è sempre stato più di lei. Lui è silenzioso, mai plateale. Utilizza i silenzi, e lascia che tutto il suo sentimento si esponga lì, negli intervalli, nei retroscena. Lei non dice nulla a nessuno, e vive tutto nel suo silenzio interiore. Ogni paranoia, ogni momento che le mette addosso più paura, tutto è dentro di lei. Ma poi a un certo punto succede: i silenzi di Otis e Maeve prendono forma e cominciano a parlare. Lo fanno con delle parole che hanno il suono dell’arresa, il suono di chi non può continuare. Il suono di chi dice: se io continuo a stare con te, sto male.
L’intreccio di cui si sono ritrovati a far parte è quello tipico di due persone che – senza saperlo – misurano i propri sentimenti in paura. Ogni volta che uno dice basta, ogni volta che c’è un allontanamento, ogni volta che capita un litigio, quel momento è solo l’apoteosi di tutto il terrore che c’è. Perché se ci tenessero un po’ meno, se non avessero il magone, tutto sarebbe più semplice. Vivrebbero la cosa con quella leggerezza che ti salva dai drammi, e che ti promette al massimo di rimanere stupita. Ma se hai paura, quella leggerezza la perdi e in mano ti rimane una sola domanda: che faccio adesso?
Non è una domanda che conosce una risposta. È un’incognita che ti piazza violentemente di fronte a un bivio con due indicazioni: rimpianto, o salvaguardia. Se ti salvaguardi, sei a posto. Stai male adesso, però in futuro la supererai. Ma se non ci provi, non potrai mai saperlo. Non potrai mai sapere se quello che hai perso era più sano e bello di quanto avessi mai potuto immaginare.
Con la terza stagione di Sex Education, i due erano arrivati – dopo diversi tentativi – a una decisione. Erano finalmente insieme, e ci stavano provando aspettando che le cose prendessero la loro sperata e goduta piega giusta. Però è proprio quando ci sei dentro che capisci che devi salvaguardarti, che stai perdendo la rotta. La distanza che si sarebbe messa in mezzo tra i due ha fatto la differenza e gli ha fatto dire basta, ma con la promessa di risentirsi.
Quando dici basta non sai se sia la scelta giusta. Stai tentando di essere brava, di evitare disastri alla tua già precaria emotività. Maeve non poteva sapere, Otis non poteva sapere. Si sono lasciati andare con tutte le difficoltà del caso, e lo hanno fatto con lo scopo di lasciar libero chi aveva il diritto di continuare la propria vita fuori dalle montagne russe, fuori dall’instabilità. Non sappiamo cosa sia certo, ma una cosa sì. Anche se hanno detto basta, questo non cambierà nulla. Perché il loro loro dolore vive sia nella presenza dell’altro, sia nella sua assenza. Anche se con la quarta stagione li ritroveremo distanti, sappiamo che non sarà cambiato nulla. E che la luna, anche se si è in un altro posto, è sempre la stessa. E a volte, per sentirsi vicini, basterà soltanto guardarla. Ma questa è un’altra storia.