Attenzione: l’articolo può contenere spoiler su Sexify.
La quinta stagione di Skam Italia, rilasciata su Netflix nel settembre 2022, ha messo al centro una delicatezza disarmante nel modo di rappresentare la fragilità maschile. Una vulnerabilità ancora poco presente sullo schermo, fatta di insistenti pressioni sociali rivolte verso un’iper-performatività attesa da uomini di tutte le età. In un panorama audiovisivo attraversato da moltissimi titoli di generi differenti, sulla scia avviata dal cult adolescenziale Sex Education si colloca Sexify. La comedy polacca di Netflix che pone il piacere e la libertà sessuale al centro della sua storia.
Nella prima stagione da otto episodi di durata variabile, Sexify orienta il suo focus sul complesso mondo del corpo e della sessualità femminile. Attraverso uno stile narrativo caratterizzato da ironica franchezza e moderno femminismo, racconta diverse dinamiche attorno al piacere sessuale femminile. Monika, Paulina e Natalia sono tre studentesse dell’Università di Varsavia la cui storia parte con un app per dispositivi mobili basata sul sonno per vincere un concorso ministeriale, fino alla conquista di un nuovo obiettivo: sviluppare un’applicazione che permetta alle donne di arrivare all’orgasmo in maniera personalizzata e massimizzata. Il piacere personale è al centro di un tema pervaso da tabù, che Sexify (nome della stessa app) rovescia in maniera schietta, senza filtri e con dei ritmati toni da commedia. Nonostante la complessità e serietà tematica, lo show non fallisce nell’alleggerire la storia e renderla accessibile e inclusiva.
E’ proprio un discorso inclusivo a costituire il nuovo centro della seconda stagione disponibile su Netflix da pochi giorni: nel nuovo capitolo, Sexify estende il suo sguardo.
Se la prima stagione si caratterizza per un gaze prevalentemente orientato all’universo femminile, con l’obiettivo di implementare il piacere sessuale (con un occhio di riguardo all’agognato orgasmo femminile, ancora avvolto da immaginari scorretti e scomodi tabù), la seconda produzione si allarga anche alla realtà maschile.
La nuova stagione parte da dove la precedente si era interrotta. Le giovani protagoniste hanno ufficialmente lasciato l’università per dedicarsi all’innegabile potenziale di Sexify, ma i problemi sono dietro l’angolo. Senza fondi e con l’app ancora da lanciare, Monika, Paulina e Natalia sono ostinate a farcela, ragione per la quale stringono un accordo con la potente Malgorzata, che le spinge a rendere il portale ancora più accattivante. L’idea frettolosa di creare una versione maschile di Sexify diviene il principale decollo narrativo, assieme al lancio dell’app, dei nuovi otto episodi. La stagione si apre dunque con una nuova pressante sfida per il trio: quattro settimane per realizzare il nuovo portale che permetta ai ragazzi di raggiungere l’orgasmo nel miglior modo possibile.
L’intento di perseguire massimo piacere sessuale in maniera sana, personalizzata e libera dai convenzionali condizionamenti, non è affatto semplice.
L’universo sessuale maschile si circonda ancora di più di aspettative e pregiudizi che premono incessantemente sulla psiche di ogni singolo individuo. In entrambi i casi, le app mirano a scoprire e incrementare il piacere per il sè e per il proprio partner, tramite l’ascolto e l’approfondimento dei propri bisogni e delle proprie preferenze. Le piattaforme perseguono la personalizzazione, che necessità la condivisione di opinioni ed esperienze per poterne orientare algoritmi e strutture. Se un’applicazione per donne sembrava complicata a fronte degli stigma e dei tabù sul tema, la sfera maschile è ancora più impenetrabile e celata da moltissimi strati di facciata. Sexiguy diviene una nuova sfida da sviluppare, che si somma ai già presenti ostacoli derivanti dallo studio della realtà femminile. Come per la prima stagione, la situazione diviene un’opportunità e un processo dalla quale Monika, Paulina e Natalia imparano a conoscere qualcosa anche su sè stesse.
Con l’apertura del proprio raggio alla percezione maschile del complesso tema del corpo e della sessualità, Sexify si schiera contro un immaginario dannoso e misogino, proponendo uno sguardo inclusivo con l’intento di sdoganare anche gli uomini dalle costanti pressioni e aspettative che si muovono attorno a essi. L’iper-performatività sempre più attesa dai ragazzi, giovani o adulti che siano, riguarda una pluralità di aspetti che si convertono facilmente in insicurezze: il numero di ragazze con cui si è andati a letto, problemi di durata, eccitazione, stimolazione e autostima. Tutte preoccupazioni poste al centro col tono ironico e frizzante tipico della comedy di Netflix. Sexify ci ricorda, e insegna, che non c’è maschio che non abbia paura di fare figuracce a letto e essere giudicato: paura che duri troppo o troppo poco, preoccupandosi della dimensione, della forma, dell’erezione. Il timore di essere inadeguati o non all’altezza del partner e dei compagni che reiterano un modo scorretto di vivere la sessualità. Tabù, finzioni e paure condivise che non fanno altro che isolare la psiche e l’autostima del singolo. Ci si sente inevitabilmente soli dinnanzi a un tema tanto complesso e facilmente stigmatizzato che pone in primo piano le fragilità di ciascuno.
Anche gli uomini hanno bisogno di sfogare le proprie frustrazioni, e Sexify si pone l’obiettivo di aiutarli, pur incontrando l’ostilità dell’insicuro e scettico target di riferimento: i maschi sembrano ostinati a non parlare dei loro problemi, nè con le donne, nè tra di loro. La tecnologia si propone come un’ottima soluzione mediata dall’anonimato. Elemento della stagione che esplicita la controversa natura di Sexiguy sta proprio nella difficoltà per le protagoniste nello sviluppare l’app su dati precisi, nel promuoverla e incentivare i ragazzi a parlare di sè, dei propri sentimenti, insicurezze e preferenze.
La seconda stagione attraversa un nuovo contesto ancora troppo ancorato a percezioni pericolose e maciste. Sexify abbraccia dunque il cambiamento, ma mantiene il suo intrattenimento fresco, ritmato e spregiudicato con la quale arriva brillantemente al centro della questione.
Già dal primo capitolo, Sexify ha deciso di parlare di corpi e sessualità, di follie e desideri senza veli. Pur caratterizzandosi per minor verticalità episodica rispetto a altri titoli simili (Sex Education su tutti), il complesso svilupparsi della stagione consente un quadro completo sulla tematica e sui problemi presentati. La forza narrativa della serie tv Netflix sta nel suo umorismo eccentrico, frizzante e provocatorio, soprattutto nel modo cinico di articolare un femminismo contemporaneo e spregiudicato che mette il piacere sessuale di entrambe le parti al centro, assieme alle dinamiche di potere che attraversano la storia di Sexify.