ATTENZIONE: l’articolo contiene SPOILER su Shadow and Bone.
Aprile ha visto approdare sui nostri schermi l’attesissima trasposizione dei romanzi fantasy che fanno parte del Grishaverse. Incentrata sul primo romanzo della trilogia principale, Shadow and Bone ripercorre le gesta di Alina Starkov (interpretata da Jessie Mei Li, una giovanissima attrice anglo-cinese di cui potete scoprire alcune curiosità qui), una cartografa che, di punto in bianco, si ritrova catapultata al Piccolo Palazzo, il luogo dove i potentissimi Grisha vengono addestrati per combattere nel Secondo Esercito.
Alina è un’Evocaluce, un rarissimo tipo di Grisha in grado di evocare e controllare la luce solare, perfetto bilanciamento dei poteri dell’Oscuro. Il primo tassello della Grisha Trilogy, uscita dalla penna della scrittrice statunitense Leigh Bardugo, è la genesi di Sankta Alina e una grande introduzione al mondo incredibilmente evocativo che l’autrice è riuscita a tratteggiare: in particolare, Shadow and Bone ci accompagna tra i corridoi opulenti dei palazzi ravkiani, dove riecheggiano i passi di zar e zarine, e poi ci fa serpeggiare per i vicoletti piovosi di Ketterdam, una pittoresca e umida Amsterdam.
Nonostante la serie tv presenti alcune differenze – in alcuni casi anche sostanziali – rispetto al libro (come vi abbiamo raccontato in quest’articolo), essa ha riscosso grande successo anche tra i fan della saga cartacea, che hanno apprezzato particolarmente il modo in cui la storyline della Grisha Trilogy e quella dei Corvi, protagonisti della duologia di Sei di Corvi, siano state intrecciate con grande originalità. Un po’ fuori contesto è risultata invece la storia di Nina e Matthias, raccontata tramite una serie di flashback presenti anche nella controparte letteraria, ma troppo slegata rispetto alla narrazione principale.
Indubbiamente, però, il punto forte di Shadow and Bone è stato il suo pilot.
La serie fantasy prodotta da Netflix ha saputo presentarsi più che bene, costruendo un prologo che bilancia perfettamente non solo le due storyline principali, ma anche la presentazione del mondo fantastico in cui avrà luogo la storia e la componente amorosa. La relazione tra Mal e Alina appare chiara fin da subito e viene immediatamente approfondita grazie ai flashback della loro infanzia ambientanti a Keramzin: così facendo, già fin dal pilot apprendiamo molte cose sul rapporto tra i due migliori amici e intuiamo che la loro relazione sarà una delle direttrici della storia.
Parallelamente però riceviamo moltissime altre informazioni, soprattutto relative alla componente fantasy della trama. Prima tra tutte la geografia del mondo in cui è ambientata Shadow and Bone. Dalle frequenti inquadrature delle mappe, al flashback in cui Ana Kuya parla ad Alina della Faglia, già dal primissimo episodio ci facciamo un’idea di quale sia la composizione del mondo fantastico ideato da Leigh Bardugo e capiamo al volo quali siano le ispirazioni che l’autrice ha tratto dal mondo reale. Pur mostrandoci solamente un accampamento militare e l’orfanotrofio di Keramzin, “A Searing Burst of Light” ci fa capire fin da subito che Ravka è ispirata alla nostra Russia, così come intuiamo su quale falsariga siano state create Fjerda, Shu Han e Kerch.
L’altro elemento che incarna il fantastico all’interno della storia sono i Grisha: Inferni, Chiamatempeste, Spaccacuore, Fabrikator sono solo alcuni dei nomi che continueremo a sentire nel corso delle puntate. Nel pilot abbiamo un assaggio dei poteri di alcuni di loro, osservati dagli occhi affascinati – seppur giudicanti – di Alina. Tutti questi tasselli disposti già a partire dal primo episodio, anche se in modo disordinato, non fanno altro che coinvolgere e incuriosire lo spettatore, che conclude la visione con un’incredibile voglia di andare avanti.
Purtroppo, però, l’equilibrio ottenuto in “A Searing Burst of Light” si va un po’ a perdere negli episodi successivi.
In particolare è l’elemento fantasy a rimetterci, lasciando spazio maggiormente alla componente romantica: il triangolo amoroso tra Alina, Mal e l’Oscuro; il taciuto sentimento tra Inej e Kaz; l’amore-odio tra Nina e Matthias. In particolare, è un peccato che le scene al Piccolo Palazzo siano state molto ridotte rispetto al libro: durante la permanenza a Os Alta, infatti, Alina (e di conseguenza anche il lettore-spettatore) approfondisce la propria conoscenza sui Grisha – scopre come si allenano, ne studia la storia nella grande biblioteca di palazzo e si avvicina ai Santi e alle loro scoperte legate alla Piccola Scienza – oltre che scoprire e comprendere meglio il proprio potere.
Non c’è da stupirsi che la storia abbia subito dei tagli: infatti, a differenza dei libri, vi è una pluralità dei punti di vista che ha portato all’inserimento di scene inedite nella controparte cartacea, ma forse alcuni dei flashback a Kramzin – che dopo un po’ finiscono anche per annoiare, essendo sempre le stesse sequenze di girato – potevano essere sacrificati per approfondire invece la permanenza di Alina al Piccolo Palazzo, permettendo allo spettatore di comprendere meglio il mondo Grisha.
Gli ultimi episodi di Shadow and Bone sono poi quelli in cui il fantasy torna ad avere un ruolo più centrale.
L’incontro con il cervo di Morozova, la cerimonia di creazione dell’amplificatore e poi il viaggio nella Faglia che consacra Sankta Alina e che costituisce un punto di svolta per il resto della storia sono tutti elementi fortemente rappresentativi della componente fantastica della serie. Ovviamente è necessario tenere in considerazione che il budget era sicuramente più basso di quello che sarà per la prossima stagione (la cui realizzazione è già stata confermata e che, forte del grande successo ottenuto dalla prima, potrebbe vedere dei miglioramenti), perciò c’è sempre la speranza che la componente fantasy e quella romantica vengano bilanciate meglio in seguito.
Il romance è una delle colonne portanti della Grisha Trilogy, che s’inserisce non solo nel filone della letteratura fantasy, ma anche in quello della letteratura young adult, pertanto non può e non deve essere eliminato. Allo stesso tempo però è imperativo rendere giustizia al mondo creato dalla Bardugo. Un mondo evocativo, complesso – come lo sono tutti i mondi, tra intrighi politici e guerre di conquista – impregnato di Piccola Scienza e in cui “like calls to like”.