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Lettera di Mickey Milkovich a Ian Gallagher

Gallagher
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Fuck you Gallagher!

Sono state le ultime parole che ti ho detto, in quel maledetto confine, e non c’è modo migliore per cominciare questa lettera. Perché è sempre stato così tra noi, no? Un continuo perderci e ritrovarci; ma ogni volta, ogni fottuta volta che ci siamo ritrovati, siamo sempre stati pronti a riprendere esattamente da dove avevamo interrotto. Perciò vaffanculo Gallagher.

Forse una parte di te, quella piccola parte che è riuscita a dirmi il tuo primo ti amo, si chiede come sto. So che in fondo, sotto sotto, ti preoccupi anche tu: anche i miei occhi, su quel cazzo di confine, non ti hanno lasciato finché non sei scomparso all’orizzonte.

Gallagher

Ti avevo parlato delle spiagge dorate, il caldo, il sole perenne… Il Messico non è male, in un certo senso è il posto per me; non è come l’avevo immaginato, senza te. Ci avevo creduto, sai? Quella notte, al molo, quando ti ho visto arrivare, ci ho creduto davvero che sarebbe stato l’inizio del nostro e vissero felici e contenti e tutte quelle cazzate lì. Sapevo saresti venuto; perché so che in fondo anche tu lo sai che questa cosa tra noi è unica, e non bastano delle fottute sbarre, qualche stronzo o un po’ di tempo per farla spegnere. Ci apparteniamo, cazzo. E sotto sotto lo sai anche tu.

Non so perché sto scrivendo questa lettera. È abbastanza stupido, non credi? Potrei essere rintracciato. Potrei metterti nei guai. Ma non importa, vero? Non è mai importato quanto qualcosa potesse essere stupido, o quali conseguenze avrebbe portato, ne è sempre valsa la pena, per te. Che stupido… Mi hai distrutto e spezzato il cuore così tante volte che chiunque avrebbe già gettato la spugna e ti avrebbe abbandonato. Ma non io, io che su una fottuta spiaggia del Messico sto ancora qui a pensare a te, a credere che ne è valsa la pena. Che ne vale ancora la pena. Che non rimpiango neanche un istante passato insieme, o ciò che ne è comportato; ma che rifarei tutto anche cento volte. Stupido, vero?

Gallagher

Ma l’ho capito, sai? Ho capito perché mi hai mollato in quel fottuto confine. Ho capito perché l’hai fatto nonostante mi amassi. Hai detto che non avresti permesso che la tua vita si fermasse perché io ero dietro le sbarre. Non te l’ho mai chiesto; non l’avrei mai voluto. E così sei andato avanti, credendo di potermi lasciare indietro. Ma ero con te, vero? Non c’è stato un momento, in tutto il tempo che ho passato in quella fottuta cella in cui ci siamo davvero abbandonati o scordati l’uno dell’altro.

L’hai detto che ti mancavo. Ma hai tentato di rimettere a posto i pezzi della tua vita. E ora guardati: avevi mandato all’aria e rinunciato ai progetti e ai sogni di sempre per la malattia; e ora hai trovato qualcos’altro per cui combattere, un obiettivo che ti desse stabilità e una nuova direzione. Avrei voluto l’avessimo fatto insieme. Hai iniziato a fare i primi passi per uscire dal ghetto, e ho capito che fuggire con me, ora, sarebbe stato tornare indietro. Hai avuto la tua crescita; ora tocca a me avere la mia.

Gallagher

Amare è prendersi cura l’uno dell’altro, così ti ho detto una volta, prendere tutto, le cose belle e la merda più profonda. Tu mi hai detto che amare è prendersi per ciò che si è. Forse abbiamo ragione entrambi. Forse sbagliamo. Ma davvero abbiamo bisogno di queste cazzate? Tu sei sotto la mia pelle almeno quanto io sono sotto la tua, non serve un tatuaggio a ricordarcelo. E sappiamo entrambi che non troveremo più niente di così forte; perché non può esistere niente che sia neanche vagamente importante come quello che abbiamo. Quale che sia il nostro viaggio, la fine sarà sempre dove si trova l’altro, e non sarà uno stupido confine a dividerci.

Perciò smettiamo di raccontarci stronzate: per quanto faccia male, sappiamo entrambi che questo non è un addio. Nonostante tutto, io ci credo ancora a noi due stesi su una spiaggia al caldo, lo vedo quel tuo culetto bianco ustionato dal sole accanto al mio. E so che in fondo ci credi anche tu.

Gallagher

Perciò fanculo agli addii, sappiamo entrambi che è stato solo l’ennesimo arrivederci. Perché è così che funziona: ci perdiamo e poi ci ritroviamo, sempre. E in fondo nessuno dei due è disposto a lasciare andare quello che abbiamo; perché solo questo ci rende liberi, completi. E per quanto puoi provare a negarlo, prima o poi torneremo l’uno dall’altro. Perché qui è dove portano le nostre strade.

Perciò vaffanculo Gallagher.

E alla prossima.

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