3) La critica alla gentrificazione
Questo argomento è forse quello più importante tra quelli affrontati da questa serie tv americana. La gentrificazione è un fenomeno che è nato e si è sviluppato nelle città occidentali di grandi dimensioni, come Londra e New York. Ma è anche un problema che ci tocca da vicino, soprattutto coloro che abitano a Milano, Torino, Roma e dintorni di queste metropoli. L’imborghesimento selvaggio dei quartieri periferici come il South Side di Chicago dove sono ambientate le vicende di Shameless, ha portato i cittadini delle classi operaie a un inevitabile abbandono delle zone in cui sono cresciuti, per spostarsi ancora di più all’esterno. Sempre più lontani dal centro, sempre più emarginati e impoveriti. Ghettizzati, né più né meno.
La gentrificazione è come una macchiolina d’olio su di una tovaglia. Sembra che si possa delimitare e poi lavare via, quando in realtà si espande inarrestabile, infiltrandosi nei tessuti interni, nelle strade e nelle abitazioni proletarie. In Shameless ci viene raccontata tramite gli occhi di Frank, appartenente alla generazione di chi quei quartieri li ha vissuti senza interferenze. Certo sono sobborghi pericolosi e malfamati, ma quella che doveva essere un’opera di riqualificazione è degenerata in speculazione e questo non ha certamente portato benefici o aiuti ai ceti medio-bassi. Semmai il contrario. Lo scopo finale è diventato quello di guadagnare tantissimi soldi a discapito degli abitanti originari. Come ci viene ricordato da Frank, ma poi anche da Kevin, Veronica, Lip, Ian e Mickey. Insomma, è un processo che investe in pieno i nostri amati personaggi della serie, oltre che noi stessi nella vita di tutti i giorni.
4) La quarta stagione
È considerata dalla maggior parte dei fan come la migliore delle undici stagioni di Shameless. Niente di più vero. Ognuno dei protagonisti infatti è impegnato nel raggiungimento dei propri traguardi personali, piccoli o grandi che siano. E alcuni di loro sembra che ce la facciano per davvero. È anche la stagione in cui la presenza di Lip (qui potete leggere i 6 momenti di vero amore fraterno tra Lip e Ian Gallagher) e quindi di Jeremy Allen White, diventa dominante. Nonostante sia una serie tv corale, il secondogenito qui sembra essere il personaggio principale. La sua evoluzione e maturazione ci hanno fatto sognare a occhi aperti. Accanto a lui, una sempre incredibile Emmy Rossum (Fiona), ma a ruoli invertiti. Un equilibrio tra opposti. E tra fratelli.
È anche una stagione ricca di colpi di scena e di svolte, a seguito delle quali tutti ne escono diversi. Si viene inghiottiti dagli avvenimenti e dal ritmo degli episodi, che scorrono uno dopo l’altro senza riuscire a staccarsi. Perché è una stagione in cui si spera, ma in cui la dura realtà torna sempre indietro come un boomerang. Inoltre, la quarta stagione meriterebbe una visione o un rewatch anche solo per l’episodio finale, Lazarus, la sua punta di diamante. La scena conclusiva è un quadro fatto di neve, di luce, di freddo e sì…anche di una lieve tenerezza.