Quando Ian Gallagher, stufo delle continue minacce di Mickey Milkovich, si precipita a casa sua per chiudere i conti definitivamente, non ci aspettavamo quella conclusione. Tutto quello che Ian vuole è la pistola di Kash. Tutto quello che Mickey vuole è dormire. Ma si sa, le cose raramente vanno come si programmano. Questo non vuol dire che siano per forza negative. Perché è stato proprio in quel momento, mentre Ian sembrava spacciato, che è successo l’impensabile. Lì, in quel letto di casa Milkovich, è nata una delle coppie più amate non solo di Shameless, ma di tutto il mondo delle serie tv.
Non è una storia convenzionale. Niente in Shameless lo è.
Non è nemmeno una di quelle coppie stereotipate che abbiamo imparato a conoscere nei film. Mai smielati, mai scontati. Sono reali. Basta guardarli per vedere la chimica, per sentire la tensione e l’attrazione. Le romanticherie e le sdolcinatezze non fanno per loro. E chi dice che per dimostrare amore bisogna ripeterselo continuamente? Perché spesso un vaffanc**o sentito è molto di più di un ti amo detto tanto per dire.
E il loro amore è lì, tangibile, visibile. Anche senza troppe parole.
La Gallavich in Shameless è prima di tutto la dolcezza di Ian.
È il suo desiderio di combattere ferocemente per quello in cui crede. E nell’amore di Mickey Ian ci crede, tanto da farsi picchiare da lui per fargli ammettere quella semplice verità che il giovane Milkovich non riesce ad accettare. Tanto da cercare di dissuaderlo dallo sposare Svetlana, nonostante per Mickey lei non significhi niente. Tanto da difenderlo sempre da chi lo accusa, anche con i pugni.
Ma è anche il suo terrore di spingersi troppo oltre e perdere l’unica persona che lo fa sentire bene in quello schifo di mondo in cui si ritrova. Perché abbiamo visto in Shameless che quando Ian ama lo fa con tutto sé stesso. Sarebbe rimasto in prigione, giocandosi la sua udienza, solo perché Mickey glielo ha chiesto. Solo per stare con lui. Il sorriso del rosso Gallagher riesce a farci sentire come la migliore persona sulla Terra. Ma Ian è anche dubbio, non sentirsi all’altezza. È la mancanza di coraggio nell’aprire il suo cuore come desidera. Perché viversi Mickey un po’ alla volta è un ottimo compromesso se l’altra opzione è perderlo definitivamente.
La Gallavich è anche la crescita di Mickey.
È ciò che lo ha trasformato nella persona che è oggi, che lo ha reso un uomo di fronte a sé stesso e al mondo intero. Ian non è solo il ragazzo che ha conquistato il suo cuore. È colui che gli ha cambiato la vita. In Shameless solo Mandy si interessa a lui. Per il resto dell’universo è spazzatura, feccia della peggior specie. Il rosso Gallagher vuole quel criminale più di tutto. Ma, cosa più importante, lo ama e farebbe qualsiasi cosa per lui. Con Ian, Mickey capisce che cosa vuol dire essere importanti per qualcuno. E lo fa perché lui prova le stesse cose.
Quei sentimenti così profondi lo fanno stare bene, talmente tanto che si sente in colpa. Pensa di non meritarlo? O semplicemente è confuso?
L’amore per lui è sempre stato qualcosa di inarrivabile. Non lo ha mai ricevuto, nemmeno dai suoi genitori. All’inizio di Shameless conosceva solo l’odio. Odiava il mondo, sé stesso e persino Ian. Con tutto il suo cuore. Solo perché lo amava in maniera paralizzante. Talmente tanto da non sembrare vero. E si arrabbia tantissimo quando Ian inizialmente si tira indietro dal matrimonio. Non ci aveva mai pensato, non gli era permesso. Ma Ian l’ha reso reale, glielo ha fatto desiderare come non mai.
Il giovane Gallagher è l’unico in grado di capirlo. Una ventata nuova e fresca in una vita deprimente e sfortunata.
Ma soprattutto la Gallavich è libertà. Come dice Mickey in Shameless:
Ian, quello che ho con te mi rende libero… non quello che sanno questi st****i!
È grazie a Ian che Mickey (qui 10 motivi per amarlo) ha il coraggio di abbracciare le sue emozioni. Di ammettere finalmente chi è e di non vergognarsi più della sua vera essenza. Perdere Ian è molto più doloroso di quante ferite, calci, pugni potrà mai infliggergli il padre. Il solo pensiero lo fa stare male. E allora la paura non lo blocca più. Perché l’amore è qualcosa di naturale. Perché si può amare anche se abbiamo il mondo contro. Romeo e Giulietta non si sono fermati di fronte a un destino avverso. E nemmeno Ian e Mickey.
Non hanno mai mollato. Eppure quanti ostacoli hanno dovuto affrontare durante il loro percorso? Il padre omofobo di Mickey, l’insicurezza, la paura di essere autentici, la gelosia. E poi la prigione, la criminalità, la malattia di Ian, la fuga prima di uno e poi dell’altro. Nonostante tutto e tutti, si sono protetti quando è stato necessario.
La Gallavich è protezione. Di Ian verso Mickey e di Mickey verso Ian.
È il perdersi perché non è il momento giusto. E ritrovarsi quando lo è.
Se lasciamo andare la persona che amiamo e quella ritorna, allora sarà nostra per sempre. Ian si è separato dal suo partner per permettergli di essere un uomo libero. Allo stesso tempo Mickey, quando la bipolarità di Ian in Shameless è peggiorata, l’ha portato in una clinica per poter essere curato a dovere. Nonostante lo volesse al suo fianco ha fatto la scelta meno egoistica di tutte. E quelle lacrime, quegli abbracci testimoniano quanto entrambi siano diventati maturi.
La Gallavich è crescere, capire che cosa è meglio per l’altro, affrontando insieme i disastri della vita.
Non parliamo a Mickey dell’impossibile: lui è riuscito a batterlo, permettendo all’amore di vincere sulla paura. Non chiediamo a Ian di lasciare a Mickey. Non può farlo. Non averlo l’ha distrutto, costretto a scappare da Chicago perché così facendo pensava di lasciare il suo dolore lì. Che quello fosse l’unico modo per eliminare il vuoto che lo stava ammazzando. Solo tornando ha capito qual è il suo posto: dovunque sia Mickey.
La Gallavich è tutto questo. Ecco perché li amiamo. Sono veri. Abbiamo sofferto e gioito con loro. E al matrimonio in Shameless c’eravamo tutti. Le lacrime di Frank (qui le cose più folli che ha fatto il patriarca dei Gallagher) erano le nostre. Eravamo lo scudo che li ha protetti, gli spettatori commossi che li applaudivano. No, non sono dei moderni Romeo e Giulietta. Loro ce l’hanno fatta. E noi non potremmo essere più felici.