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Il volo a metà di Lip Gallagher

Lip Gallagher in una scena di Shameless
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ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SU SHAMELESS

Lip è seduto sul letto con un libro appoggiato sulle gambe, mentre osserva con curiosità e un leggero stupore un disegno dell’artista Egon Schiele. Un autoritratto, per essere più precisi, con i capelli scompigliati e gli occhi grandi e velati di malinconia. I tratti nervosi e distorti, tipici dello stile del pittore austriaco, tratteggiano una figura incompleta, abbozzata. Quella pagina diventa uno specchio. Quel volto è quello di Schiele. E di Lip.

Ritengo che gli sceneggiatori di Shameless abbiano trovato l’idea perfetta per descrivere con una sola immagine questo personaggio così contorto e tormentato, oltre che dotato di un’intelligenza non comune. Al di là della somiglianza fisica, anche Schiele infatti è stato un talento precoce, seppure nel campo dell’arte e non della matematica e della fisica come il secondogenito dei Gallagher. E come tutti gli artisti aveva una spiccata sensibilità e un’innata irrequietezza, caratteristiche che ritroviamo espressamente in Lip. Inizialmente, almeno fino alla terza stagione della serie, i suoi comportamenti in realtà sono quelli di un ragazzo nato e cresciuto in un ghetto. Sveglio, furbo, cinicamente disilluso. Senza speranze per sé stesso o per le persone che lo circondano. È un Lip in bianco e nero, oppresso dal contesto in cui vive, ma allo stesso tempo amalgamato a esso.

La sua visione della realtà non riesce ad andare al di là dei confini del South Side, dei problemi economici che affliggono la sua famiglia e del risentimento per l’abbandono dei genitori. Ma è intelligente Lip. Ha i voti più alti della scuola senza neanche dover studiare poi così tanto. Dà ripetizioni per contribuire al mantenimento dei suoi fratelli, e svolge i compiti degli altri allievi a pagamento. Il suo ingegno è però un’arma a doppio taglio. Da un lato lo aiuta a cavarsela con abilità e facilità in situazioni impreviste ma dall’altro lo consuma da dentro, fino a distorcerlo. Come i segni di quell’autoritratto.

Lip al college
Credits: Showtime

Si sa che la troppa intelligenza mescolata alla troppa irrequietezza porta inevitabilmente alla sofferenza. Così, mentre guardavo Lip arrangiarsi tra un avvenimento e l’altro della sua storia, mi ritrovavo a pensare che a volte un po’ di beata ignoranza può essere la salvezza. Perché rende le persone inconsapevoli di ciò che accade intorno a loro. Si vive senza interrogarsi sui misteri dell’esistenza, senza capire pienamente le ingiustizie, i meccanismi sociali e politici.

Ma Lip non è così. Al contrario, passa la sua vita a osservare, a ragionare e a soffrire. In alcuni primi piani mi sembrava persino di sentire il rumore degli ingranaggi del suo cervello che giravano e giravano…senza sosta. Ma capisco, per affinità, che quando si è in quello status mentale è difficile darsi un freno. Diventa un circolo vizioso. Lip è un accumulatore seriale di pensieri, e questa aggregazione caotica e inespressa, è ciò che lo conduce ogni volta alla rovina e all’autosabotaggio.

A differenza dei suoi fratelli, che in un modo o nell’altro riescono a chiedere aiuto quando hanno un problema o quanto meno provano a esprimerlo ad alta voce, il secondogenito si chiude in sé stesso. Fiona ha Veronica. Ian ha Lip (qui potete leggere i 5 momenti di vero amore fraterno tra Lip e Ian Gallagher). Carl è un libro aperto e Debbie ha Fiona. Chi rimane per il ragazzo? A parte brevi conversazioni con la sorella maggiore, con Kevin e con il suo adorato Ian, Lip cerca sempre di non mostrare il suo malessere, probabilmente per non far preoccupare nessuno.

Anzi, quando il padre e la madre entrano brevemente nelle vite dei loro figli, Lip cerca di proteggere i fratelli più piccoli, allontanando con rabbia sia Frank che Monica. Lui è il più grande, insieme a Fiona, quindi si sente responsabile. Sa cosa si prova quando si rimane delusi da qualcuno, e non vuole che i suoi fratelli subiscano lo stesso.

Lip e Frank
Credits: Showtime

In tutto questo però c’è stato un periodo della sua vita in cui noi spettatori abbiamo sperato e creduto veramente che ce l’avrebbe fatta. Che si sarebbe realizzato professionalmente e umanamente. Che avrebbe salvato la sua famiglia e sé stesso. È il momento in cui Lip è a colori, più luminoso di tutti gli altri Gallagher. Soddisfatto di ciò che sta facendo. Persino contento. I mesi del college sono una fuga dal ghetto e una fase di redenzione, nonostante gli impegni scolastici e le responsabilità famigliari. È infatti nella quarta stagione di Shameless che Fiona lascia della droga incustodita in casa, e il piccolo Liam la ingerisce per sbaglio.

Lip così diventa il capofamiglia, pronto a sostituire la sorella mentre è in carcere. E si dimostra un’ottima guida, superando qualsiasi aspettativa. In questa circostanza abbiamo visto come l’intelligenza e l’irrequietezza di cui abbiamo parlato prima, possano aver giocato a favore del ragazzo. Tra la vita universitaria e quella personale, non ha troppo tempo per pensare. Agisce istintivamente e finalmente sta bene. È questa la soluzione a tutti i suoi mali. Pensare meno.

Ci sono state altre situazioni all’interno degli episodi di Shameless in cui Lip ha avuto dei brevi attimi di splendore. Quando accompagna Ian all’ospedale psichiatrico e Debbie alla visita ginecologica, ad esempio. La sostiene nella sua scelta di diventare madre, anche se Fiona non è d’accordo. O quando aiuta il suo ex-professore Younes a provare a disintossicarsi dall’alcol. E ancora, quando diventa papà e da solo si prende cura del suo piccolo Freddie. Infine c’è il discorso davanti alla commissione disciplinare del college, in cui riconosce apertamente che il padre sia stato, in passato, un uomo brillante. Se ci riflettete è l’unico dei Gallagher a esprimere un pensiero così onesto e lucido nei confronti di Frank. Risplende di luce propria Lip, in questi momenti. È radioso. Sembra aiutare tutti e tramite questa generosità, aiuta anche sé stesso. Non ha più bisogno del ghetto. È libero.

Ma la mentalità del suo quartiere d’origine non lo abbandona mai veramente. La maturazione di una persona viene influenzata dall’insieme di più fattori. Famiglia, frequentazioni, contesto sociale ed esperienze. Possiamo dire che Lip non sia stato proprio avvantaggiato per almeno tre su quattro di questi elementi. Perciò dalla sesta stagione di Shameless in avanti, lo vediamo riprendere i toni dei grigi e del nero. La sua è una parabola discendente, che procede in direzione opposta rispetto a quella degli altri fratelli. Ritorna a essere un disegno abbozzato sulla pagina di un libro.

Lip Gallagher
Credits: Showtime

Diventa papà, certo, questa può essere considerata un’esperienza positiva. Riesce a liberarsi dall’alcolismo una volta per tutte. Prende il posto di Fiona quando quest’ultima decide di lasciare Chicago. Sono tutti avvenimenti importanti e che in parte hanno riscattato questo personaggio, ma il ragazzo è comunque infelice. Emana tristezza dalla testa ai piedi. Si è spento. E come biasimarlo. Negli ultimi episodi lo vediamo consegnare cibo a domicilio proprio a quei borghesi che ha sempre disprezzato, e che ha sempre superato per intelligenza e capacità.

Ecco perché il suo destino avrebbe potuto essere molto diverso. Le potenzialità non gli mancavano di certo ma ritengo che i suoi fallimenti e il suo volo a metà non siano esclusivamente colpa del suo carattere. Secondo me infatti Lip è il personaggio più politico di Shameless, perché rappresenta un’intera categoria. Quella di coloro che hanno degli evidenti talenti naturali ma che sono nati nella parte sbagliata del mondo. La scala mobile sociale è guasta, quindi se si proviene da un contesto povero e precario si è, nella maggior parte dei casi, condannati a rimanere in quel contesto. Lip ha i suoi difetti, ma credo che se fosse vissuto in una famiglia stabile e benestante, la sua storia probabilmente sarebbe stata più lineare. E si sarebbe laureato, naturalmente.  

C’è da dire però che un percorso più facile e comodo è anche meno avventuroso. E qui torniamo al punto di partenza. La realizzazione di sé stessi passa per forza di cose dalla sofferenza? Dalla comprensione profonda di ciò che ci circonda? Vale la pena attraversare momenti di sconforto e di difficoltà con l’obiettivo di ottenere non solo soddisfazioni materiali, ma anche e soprattutto crescita spirituale? Sono sicura che questi siano interrogativi che ognuno di noi si è posto almeno una volta nella vita. E la risposta è personale. Per noi come per Lip.

Forse sono domande a cui non troveremo mai un responso definitivo. O forse la soluzione ci viene data dal professor Younes, durante una conversazione con Lip: “imparare e affrontare. E poi da capo”. È questo il senso della vita, la lezione che ci viene data attraverso il personaggio interpretato da uno splendido Jeremy Allen White. Anche se lui non è riuscito a impararla fino in fondo.

I 5 momenti di vero amore fraterno tra Lip e Ian Gallagher