Se cinque anni fa qualcuno mi avesse detto che non solo avrei visto Sherlock della BBC ma che ne sarei anche stata ossessionata, gli avrei riso dietro. Il motivo?
Sono una holmesiana praticamente da quando respiro (colpa di papà) e trasporre Sherlock Holmes in un’epoca moderna mi sembrava uno stupro bello e buono. Senza contare che avevo provato a guardarla quando è arrivata in Italia, salvo cambiare canale dieci minuti dopo perché trovavo Sherlock un ragazzino supponente.
Poi la primavera scorsa, il colpo di fulmine. Tutta colpa di una ragazza conosciuta una mattina sul treno che mi portava all’università. Lei non faceva che parlare di questa serie, ne era così innamorata che mi sono detta: “okay, diamole un’altra opportunità, magari questa volta in lingua originale”. Com’è andata? Credo che essere qui a elencarvi i dieci motivi per amare questa serie la dica lunga.
- SCENEGGIATURA
Forse perché studio sceneggiatura, come sia scritta una serie è la prima cosa che noto. E Sherlock è scritta non bene, di più. I dialoghi sono letteralmente da paura, veloci, con quella leggera sfasatura tra gli interlocutori che è allo stesso tempo di impostazione teatrale ma anche molto verosimile. Per non parlare della cura con cui è scelta ogni singola parola, dei continui riferimenti – spesso molto sottili – al canone holmesiano (per chi non lo sapesse si definisce canone l’insieme dei romanzi e dei racconti su Holmes scritti da sir Arthur Conan Doyle) e al film di Billy Wilder La vita privata di Sherlock Holmes…
Insomma, la sceneggiatura di ogni singola puntata è una piccola perla a livello di scrittura. E per questo non possiamo che ringraziare che l’idea per questa serie sia venuta a due scrittori di così alto livello quali sono Steven Moffat e Mark Gatiss.