Mike Ehrmantraut  (Breaking Bad)
Di Breaking Bad scegliamo lui, perchè Gus Fring è un personaggio favoloso ma non indubbiamente amabile, e perchè il mitico Walter White, pur compiendo un’infinità di malefatte, rimane un ibrido fino alla fine, sospeso a metà tra il bene e il male, tra l’autocompiacimento compulsivo nel tirar fuori la sua parte cattiva ed i sensi di colpa, con cattive, cattivissime azioni inframezzate da cose buone (il tentativo di salvataggio di Hank a costo di rimetterci un patrimonio, il salvataggio finale di Jesse, la copertura offerta alla moglie) ed una vita a metà tra il bene e il male, tra la figura del borghese professore ed i laboratori di metanfetamina, tra l’I did it for me’ e il ‘Lo faccio per la famiglia’, tra aneliti di cattiveria assoluta e rigurgiti di coscienza\tentativi di redenzione. Insomma, ci premeva giustificare perchè un badass come WW non fosse in classifica: volente o nolente, rimane un cattivo a metà .
Mike invece è cattivo per intero. Non a metà , ma completamente schierato col male, di cui è il principale soldato. E lo è per scelta, non per attitudine.  Mike è un criminale per vocazione: sa che sa farlo bene e lo fa, con abnegazione totale e massima professionalità . Ma nell’animo non è un criminale vero ed è per questo che nonostante tutto non si può non amarlo. Il suo rapporto con la nipotina Kaylee scioglie il cuore. Ma anche quello che sviluppa con Jesse Pinkman, trattato nelle ultime due stagioni alla stregua di un figlio, è davvero toccante.
Poi Mike quando deve essere spietato lo è, e non si fa pregare. Ma quell’aria triste ed allo stesso tempo rassicurante, da uomo che probabilmente vorrebbe fare tanto il nonno ed il padre ma sa che se c’è una cosa che gli viene bene fare è fare il criminale, ce lo fa amare alla follia.
‘Chiudi quella c***o di bocca. E lasciami morire in pace’
Addio grande Mike, sarai sempre nei nostri cuori!