La quarta stagione di Sherlock sembra ormai lontana anni luce. Tutto ciò che è successo ci ha sconvolto. Sentiamo il bisogno di sfogarci scrivendo. E cosa c’è di meglio se non una buona e classica lettera? Questa volta affrontiamo un passo difficile. John Watson prova a rivolgersi a sua moglie, Mary. Sconsigliamo la lettura a chi non fosse in pari con la Serie perché potrebbe contenere materiale “rischioso” in materia di spoiler.
Cara Mary,
rivolgermi a te non è esattamente facile come scrivere sul mio blog i casi di Sherlock. Ho iniziato più di una volta questa lettera, appallottolando ogni foglio che riuscivo a produrre. Sai perché? Sì certo, lo sai il perché. Vorrei che ci fosse un modo di mettere tutto nero su bianco, tutta la nostra storia, tutti i nostri trascorsi. Ma non c’è. Te ne sei andata mentre io sono ancora qui. Anzi, noi siamo ancora qui. Io, Rosie e quella palla al piede di Sherlock. Alla fine il tuo passato è riuscito a trovarti, nonostante tutti i tentativi di lasciartelo alle spalle. Non fraintendermi, ovviamente credo che tu abbia fatto tutto il possibile per cambiare vita. Purtroppo però i fantasmi sono duri a morire. Tornano sempre a tormentarci. Il nome del tuo fantasma era A.G.R.A., il mio è Afghanistan.
Sapevi che sarebbe successo, lo sapevi dannazione. Altrimenti non mi spiego i tuoi messaggi postumi e il piano “Salva John Watson” che hai affidato a Sherlock. Come hai potuto lasciarmi solo a crescere la nostra bambina? Come hai potuto? Sono arrabbiato. Davvero furioso, Mary. Ero riuscito a perdonarti pur avendo dubitato della tua onestà. Sono un uomo semplice, un buono. E la vita insieme mi piaceva. Tempo, fatiche, sforzi. E ora devo ricominciare da capo. Con la sola differenza che non ho la tua forza immensa ad aiutarmi.
Rivedo ora in Rosie i tuoi occhi e il tuo sorriso. Spero di vedere in lei, appena crescerà, la grinta e il coraggio tipici del tuo carattere.
In qualche modo avevi previsto che avrei incolpato Sherlock, che la tua morte ci avrebbe portato ad una rottura senza precedenti. Ma già in passato avevi fatto in modo che perdonassi la sua finta morte. Allo stesso modo ci hai riavvicinati oggi. Però fammi dire una cosa: come potevo capire fin da subito? Quel dannatissimo proiettile ha colpito il tuo torace quando era destinato al suo. Avrei potuto avere anche io la stessa reazione, anche io mi sarei probabilmente buttato per proteggere il mio migliore amico. Ma in certe situazioni la logica della mente cede e vince il cuore. Un pezzo del mio si è spento con il tuo, rendendomi incapace di essere lucido.
Quella notte all’acquario ha cambiato tutto, non c’è bisogno nemmeno di ripeterlo. Perdonami però se ho ceduto alla rabbia, perdonami se non sono stato l’uomo che forse ti aspettavi. Hai capito sempre tutto, persino la mia fatica nell’andarmene via dall’appartamento dopo il nostro matrimonio. Ho avuto una moglie invidiabile e non c’è giorno in cui io non ti pensi. Senza di te, ritorno ad essere semplicemente John Watson, un Baker Street Boy. Continuerò sì a risolvere i casi più disparati con Sherlock. Questo già lo sapevi. Ma al tempo stesso alleverò nostra figlia con tutto l’amore di questo mondo, non temere. La proteggerò come avresti fatto tu.