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La Classifica dei 5 attori che hanno interpretato meglio il proprio personaggio in Sherlock

Sherlock
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In poco tempo Sherlock si è trasformato in un fenomeno televisivo che ha ridefinito il concetto di adattamento. È riuscito, infatti, a portare nel presente una storia del passato con grandissima qualità e senza perderne l’essenza fondante. Non a caso in quella Londra contemporanea si percepisce l’atmosfera d’altri tempi tipica dei libri di Arthur Conan Doyle. Uniamo a ciò l’ottima scrittura di trame e personaggi e l’attenzione meticolosa ai dettagli e si comprende il perché lo show della BBC ha avuto un così grande successo. Ma non è finita qui, perché c’è un altro elemento che rende questa serie tv imperdibile: il perfetto casting. Il compito degli attori, infatti, non era dei più semplici, dovendosi confrontare con tantissime altre rappresentazioni dei personaggi che andavano a incarnare. Fortunatamente, non hanno fallito; anzi, molti sono stati lanciati grazie a questi ruoli.

E noi, come loro, ci buttiamo in un’altra impresa complessa: andremo a classificare i cinque migliori attori che hanno interpretato al meglio il loro personaggi in Sherlock. Magari qualcuno storcerà il naso, magari altri saranno d’accordo con noi. Del resto, le classifiche dividono sempre. Ma basta parlare e iniziamo con la posizione numero 5.

5) Lara Pulver – Irene Adler

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L’apertura di questa classifica è stata complessa. Se i primi tre posti sono abbastanza scontati, gli ultimi due invece sono stati una vera sfida. In termini di villain della storia con protagonista il famoso detective, tanti avrebbero potuto occupare questa posizione: Sian Brooke si è destreggiata tra tre personaggi, nonostante qualche polemica di troppo sulla sua Eurus; il Magnuss di Lars Mikkelsen è troppo spesso sottovalutato; ripensare a Toby Jones nei panni di Cluverton Smith è ancora terrificante. Ma, se andiamo a leggere diverse classifiche sui migliori antagonisti della serie BBC, quasi tutte dopo Moriarty mettono colei chiamata: The Woman.

Ciò vuol dire che Lara Pulver ha lasciato il segno nei panni di Irene Adler in Sherlock.

Caratterizzata così abilmente da affascinare lo stesso Sherlock Holmes, Irene è astuta, ambiziosa, bella e davvero intelligente. Mostra livelli impressionanti di pianificazione e preparazione che ingannano persino gli Holmes, avendo il controllo totale della stanza in cui si trova e arrivando pericolosamente vicina a sconfiggerli. Detentrice dell’arma più potente al mondo, l’informazione, ha lanciato Sherlock verso una nuova sfida, sia mentale che emotiva, portandolo a dubitare sul modo in cui vede e tratta gli altri. E viceversa. Lei, infatti, gli ha fatto provare sentimenti per persone che non siano Watson e Mycroft, diventando l’unica donna mai amata dal detective, così influente da venir menzionata negli episodi successivi.

Le scene con Sherlock erano elettriche e, con grande classe, Pulver è riuscita a reinventare la sua Irene rendendola uno dei personaggi più memorabili dello show. Tanto che abbiamo sperato fino alla fine che tornasse.

4) Mark Gatiss – Mycroft Holmes

Mark Gatiss non è solo uno dei creatori di Sherlock, ma ha prestato corpo e anima per interpretare il maggiore dei fratelli Holmes, con una performance che gli è valsa il plauso della critica e un enorme seguito di fan. Come quasi tutti i personaggi da lui adattati, anche Mycroft non rispecchia alla lettera la sua controparte letteraria. Però, ciò non vuole dire che ne tradisca lo spirito. Anzi.

Mycroft rimane comunque il più intelligente e brillante tra i due, continua a esercitare il suo enorme potere con tale sottigliezza e grazia che è impossibile essere sicuri di quanto sia effettivamente pericoloso. All’inizio siamo portati a schierarci con Sherlock in questo rapporto antagonistico, dato che Mycroft è l’unico a farlo sentire intellettualmente inferiore, lo controlla costantemente e appare moralmente ambiguo. In più, è freddo, arrogante, misterioso e, per questo, estremamente intrigante. Ma poi, andando avanti con la serie, vengono svelati sempre più strati di questo complesso personaggio e scopriamo che, dietro ogni suo gesto, si nasconde il desiderio di proteggere il suo fratellino. Dagli altri e, soprattutto, da sé stesso.

Gatiss esprime perfettamente il dolore del maggiore degli Holmes quando Sherlock ricomincia a drogarsi o il terrore che i suoi cecchini possano ammazzarlo. Facendoci scoprire la profonda umanità dietro la freddezza di Mycroft. D’altro canto, le battaglie d’ingegno col fratello rappresentano i migliori momenti comici dello spettacolo, con quel sarcasmo sottile con cui spesso si mostra imbarazzato dall’eccentricità di Sherlock.

3) Martin Freeman – John Watson

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Non c’è Sherlock Holmes senza John Watson e Martin Freeman riesce a rappresentare le caratteristiche da uomo qualunque e le straordinarie qualità della spalla più famosa che ci sia. Basti semplicemente pensare a quella scena straziante, meravigliosa e ottimamente recitata sulla tomba di Sherlock.

Fedelissimo al protagonista, le sue ferite di guerra qui sono di natura psicologica e il suo lavoro con Holmes lo aiuta ad affrontare i suoi demoni personali. Col tempo, però, l’aiuto sarà reciproco e spingerà il detective a confrontarsi con i suoi problemi. L’amicizia tra i due è il punto focale della trama in quasi ogni episodio (e ci sono intere teorie e siti web che li raffigurano come una coppia, piuttosto che come amici), poiché la loro relazione è costantemente messa alla prova da forze sia esterne che interne, che vogliono minarne la fiducia reciproca, invano. I due sono molto vicini, si conoscono meglio di chiunque altro, eppure rimane sempre qualcosa che non si dicono. E questo fa si che la loro chimica sia incredibile.

Watson è il fondamento emotivo della serie ed è il personaggio con cui ci identifichiamo grazie ai modi realistici e umani con cui reagisce agli eventi che accadono intorno a lui. Tuttavia, invece di crollare e scappare dai pericoli, li affronta a testa alta in una maniera davvero rinfrescante e, grazie al talento di Freeman, il suo è uno dei migliori archi evolutivi della serie tv.

2) Andrew Scott – Jim Moriarty

Per rendere avvincente una serie tv servono innanzitutto due cose: un grande protagonista e un eccezionale villain. E Sherlock li ha entrambi, tant’è che è impossibile immaginare il detective senza Jim Moriarty.

Steven Moffat e Mark Gatiss hanno sovvertito totalmente le nostre aspettative su questo personaggio, non presentandocelo come l’uomo elegante, intelligente e duro che incarna il suo archetipo. Il loro Moriarty è folle, incline agli sbalzi d’umore e al dialogo poetico, amorevolmente melodrammatico e rappresentato non come capo di una banda ma come criminale consulente. È totalmente imprevedibile, il che lo rende intrigante, ambiguo e terrificante. Il suo interprete, Andrew Scott, a questo proposito, aveva detto:

“La cosa veramente spaventosa di Moriarty è che può essere proprio di fronte a te, nascosto in bella vista”.

Ed è proprio la performance di Scott a rendere questo Jim Moriarty indimenticabile, in un ruolo che gli ha cambiato la vita (non avremmo mai avuto Hot Priest senza Moriarty, non dimentichiamocelo). Ha ridefinito e reinventato il personaggio, dandogli nuova linfa non solo a livello fisico (sembra più Moriarty Mark Gatiss nei panni di Mycroft che Scott stesso) ma anche attraverso le molteplici sfumature caratteriali che dona al suo personaggio. Il tutto senza mai tradire lo spirito profondo che gli aveva donato Doyle. Non a caso, tutti aspettavano il suo arrivo in Sherlock e lo scontro epico tra quelle due intelligenze sopraffine. E non siamo rimasti affatto delusi.

1) Benedict Cumberbatch – Sherlock Holmes

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Uno dei primi posti più scontati che ci siano, ma davvero qualcun altro poteva occupare questa posizione se non Benedict Cumberbatch? Senza esitazione, rispondiamo con un secco NO. Perché interpretare Sherlock è già difficilissimo, considerando quanti attori lo abbiano fatto, e il ritratto dell’attore è semplicemente perfetto.

Gli autori della serie hanno cucito addosso a Cumberbatch questo ruolo, creando lo Sherlock più moderno, sfrontato e dinamico di sempre. L’attore crea un’aria d’intelligenza attorno al detective che illumina ogni stanza, perché sa di essere straordinario e si comporta come tale. Il suo Holmes è eccentrico, magnetico ed estremamente affascinante, soprattutto nel funzionamento di quella mente così eccelsa: pensa sempre e velocemente, deve essere mentalmente attivo o la noia lo assale. A differenza delle versioni precedenti, lui non è indifferente o sdegnoso verso i sentimenti degli altri, ma li trova difficili da interpretare. Ed è una differenza importantissima, sottolineata meravigliosamente da Cumberbatch. Inoltre, quest’ultimo rappresenta al meglio la lotta di Sherlock contro la dipendenza e riesce a elevare anche i momenti più ridicoli, instaurando una chimica senza eguali soprattutto con Martin Freeman, ma anche con Andrew Scott.

Geniale, annoiato, premuroso e carismatico, Cumberbatch ne rappresenta ogni più piccola sfumatura. Senza di lui, la serie, che lo ha lanciato e gli ha fatto vincere numerosi premi, semplicemente non poteva esistere. E viene da chiedersi quanto di Benedict sia presente in Sherlock e viceversa.