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I quattro finali di Sherlock a confronto

La quarta stagione di Sherlock ha confezionato l’ultimo (e chi lo sa, forse il definitivo) finale di stagione di questa intrigante Serie Tv della BBC One; come tutti sanno, gli episodi finali di ogni stagione rappresentano un vero e proprio crocevia per molti fan, perchè in base a come lo percepiscono e valutano possono cambiare completamente l’opinione sull’intera Serie Tv. Il finale di stagione è dunque un momento fondamentale per la trama e Sherlock ha sfornato 4 finali di stagione di livello qualitativo molto diverso: il confronto è, inoltre, inevitabile.

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Il finale della prima stagione risulta senza dubbio ben orchestrato e pieno di una suspense notevolmente elevata; The Great Game, infatti, apre le porte all’eterno confronto fra Sherlock Holmes e James Moriarty, con il primo grande effetto collaterale: John Watson. La tecnica usata in questo finale è molto efficace, perchè consente allo spettatore di non avere mai la certezza che gli eventi potranno andare come la logica vorrebbe; l’incontro tra Moriarty e Holmes è inaspettatamente corredato dalla presenza del dottore avvolto in un giubbotto carico di esplosivo, sotto tiro da uno o più complici del criminale.

Quando sembra che tutto ormai stia per risolversi in tragedia, Moriarty permette a Watson di liberarsi e lascia la piscina: in questo momento l’audience ha la possibilità di conoscere la follia del criminale; egli, infatti, tornerà indietro qualche secondo dopo, puntando la pistola verso i due protagonisti: fine. Un finale come si deve, degno inoltre delle puntate precedenti.

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Tuttavia, il finale della seconda stagione è addirittura migliore; infatti, la suspense ammirata nella prima stagione, in The Reichenbach Fall è accentuata e accompagnata da uno strabiliante effetto sorpresa che conclude la puntata. Ancora una volta, e sarà così anche per il finale della terza stagione, filo conduttore è la presenza di Moriarty: in una rivisitazione del racconto “L’ultima avventura” di A. Conan Doyle, Sherlock e il Napoleone del crimine sono ad un faccia a faccia decisivo che si conclude, apparentemente, con la morte di entrambi.

Moriarty si toglie la vita sparandosi, per evitare che Sherlock trovi il codice necessario a fermare gli assassini, mentre l’investigatore si butta giù dal tetto su cui si trovava, sotto gli occhi di John Watson. Dopo il funerale, tuttavia, scopriamo che Sherlock Holmes è vivo e vegeto ma non abbiamo la minima idea di come ciò possa essere possibile: fine. Questo finale rasenta la perfezione: da questo punto di vista, però, rappresenterà il canto del cigno, visto che i due finali successivi non sono affatto dello stesso livello.

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His last Vow è invece il finale della terza stagione di Sherlock. Il protagonista, in una situazione senza vie di fuga, compie un atto estremo, uccidendo il villain della puntata, l’editore Magnussen: sorvolando sul fatto che questa scelta non solo si distacca, ma distrugge completamente l’idea generale che si ha di Sherlock Holmes in riferimento alla sua rappresentazione letteraria, il finale è completato da una improvvisa comparsa di Moriarty in tutti gli schermi di Londra (apparentemente vivo, sembrerebbe), evento che permette a Sherlock di bloccare il suo viaggio verso l’Oriente e di rimanere nella capitale inglese.

Dal punto di vista dell’effetto sorpresa, l’episodio è in linea con i due finali precedenti: ma è sempre un bene seguire sempre lo stesso filo rosso? L’inserimento di Moriarty ha un peso logico importante nello sviluppo della storia? La risposta data dagli episodi della quarta stagione sembrerebbe negativa.

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Veniamo dunque al tanto discusso finale della quarta stagione, The Final Problem. In questa sede tutti i discorso sul valore complessivo della stagione non contano, e l’unica precisazione che sento di fare è che, contrariamente alle stagioni precedenti, l’episodio migliore è stato rappresentato dal secondo (The lying detective), generalmente il punto debole di ogni stagione.

Ad ogni modo, il finale di stagione della quarta stagione di Sherlock ha un grande, incorreggibile difetto: la fretta; giunto alla parte conclusiva del “gioco” architettato dalla sorella Euros, Sherlock riesce a salvare se stesso (ricordando i veri eventi del passato), la sorella (offrendole il conforto emotivo che non era mai riuscito a darle) e John Watson intrappolato in un pozzo che si riempie di acqua (non abbiamo idea di come riesca, quindi queste parentesi andrebbero considerate vuote).

Le ferite profonde che erano state sottolineate e portate alla luce riguardanti la famiglia di Sherlock sono risolte in pochi minuti: la connessione emotiva come elemento principale ma, a mio modo di vedere, non sufficiente. Questo, insieme alla superficialità prima sottolineata, rende tale finale il peggiore dei quattro.

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Un saluto agli amici di Sherlock (BBC) Italia