Spesso si tende a esaltare troppo Sherlock considerandola una serie perfetta, quando in realtà non lo è mai stata. I casi, ad esempio, sono sempre stati un po’ deboli, forse perché non sono stati mai davvero il punto focale della storia – in realtà, spesso nemmeno della puntata – ma quasi un pretesto per mostrare le relazioni tra i personaggi.
In alcune puntate, addirittura non c’è un ‘vero caso’. Prendiamo The Great Game: i casi sono diversi e vengono risolti in maniera veloce e l’unico collegamento tra di loro è Moriarty, che vuole tenere impegnato Sherlock. Eppure, il motivo per cui vuole giocare con il detective non viene rivelato: non lo vuole distrarre dal caso dei piani di Bruce-Partington perché getta in acqua la chiavetta che li contiene. Certo, probabilmente è la noia a muovere Jim oppure qualche altro motivo rimasto a noi oscuro, ma è la sfida intellettuale tra Holmes e Moriarty il fulcro dell’episodio e non il caso. E più o meno lo stesso discorso si può fare per The Reichenbach Fall.
Moffat e Gatiss si sono sempre giustificati affermando che Sherlock ‘non è una detective story, ma la storia di due detective’ e che riprendono il canone holmesiano (per canone si intendono i 56 racconti e i 4 romanzi scritti da Sir Arthur Conan Doyle), dove effettivamente i casi sono spesso dei pretesti (tanto che in alcuni racconti non c’è alcun crimine da risolvere, come ad esempio ne La faccia gialla) per mettere in mostra le capacità deduttive di Holmes.
Per cui, il problema della quarta stagione non sono i casi che fanno acqua da tutte le parti, perché è così un po’ in tutte le puntate, e forse nemmeno il tono bondiano (soprattutto della 4×01 e della 4×03) perché azione e spionaggio ci sono sempre stati, basti pensare a The Blind Banker e soprattutto a A Scandal in Belgravia, che tra l’altro ricalca più che il racconto A Scandal in Bohemia, il film spionistico The Private Life of Sherlock Holmes di Billy Wilder.
Inoltre, che sarebbe stata molto diversa dalle precedenti era stato annunciato da tempo, già fin dalle prime dichiarazioni di Moffat e Gatiss, i quali affermavano di aver ridotto il cast in lacrime, di aver ucciso un personaggio importante e di aver reso più dark il tono generale della serie.
Ora, personalmente credo che una serie – così come i suoi personaggi – non dovrebbe restare statica e, d’altro canto, Sherlock aveva già avuto un’evoluzione tra le prime due stagioni, di stampo un po’ più crime e forse più ‘classico’, e la terza, che invece aveva risvolti più da drama. Questa scelta era già stata in parte criticata, ma anche molto apprezzata, tanto che la 3×03, His Last Vow, ha addirittura vinto l’Emmy per la miglior sceneggiatura.
Per cui, qual è il problema della quarta stagione? Temo di dover rispondere che è l’incoerenza. Un’incoerenza di fondo sia all’interno di queste nuove puntate sia in rapporto al resto della serie.
Mi spiego meglio. Prendiamo l’inizio di The Six Thatchers: vediamo uno Sherlock annoiato (e probabilmente fatto) che esaspera il suo comportamento. E fin qui ci siamo: è abbastanza in linea con il personaggio ed è anche una scena che fa sorridere. I problemi iniziano subito dopo, quando vediamo Sherlock nell’acquario che racconta la storia di Samarra (o di Samarcanda, che dir si voglia).
Ora, come sapete, all’acquario morirà Mary alla fine della puntata, per cui questa scena è una vera e propria anticipazione. E la domanda che mi sorge spontanea è: perché anticiparla? Insomma, Sherlock sta raccontando la storia a qualcuno? Magari alla psicologa, a Ella? Lo vediamo da lei, dopo la morte di Mary. Perché è da Ella? Per farci vedere che soffre? Che ha dei sentimenti? Che non sa come gestire la situazione? Onestamente, hanno passato tutta la terza stagione e lo speciale a mostrarci questo lato di Sherlock, a farci vedere cosa c’era dietro il ‘sociopatico iperattivo’ (definizione, tra l’altro, che Sherlock dà a se stesso, ma mai confermata da una diagnosi ufficiale o da Mycroft).
Una delle teorie che andava per la maggiore in quei giorni era che Sherlock stesse raccontando a Ella la sua versione della storia e che la morte di Mary non fosse avvenuta realmente come ce l’hanno mostrata (o non fosse avvenuta proprio). Questa teoria avrebbe giustificato anche le stranezze di quella scena all’aquario.
In His Last Vow, infatti, quando Sherlock viene ferito da Mary, nel suo Mind Palace vediamo Molly dire a Sherlock: “Non è come nei film, non c’è un grande schizzo di sangue e tu voli all’indietro”. Segue poi tutta la spiegazione su come Sherlock possa salvarsi. In The six Thatchers, invece, vediamo esattamente il contrario: un grande schizzo di sangue, Mary che cade all’indietro, e il tutto a rallentatore, proprio come in quei film che due puntate prima gli autori stessi avevano criticato. Perché questo? Se la cosa non doveva avere un seguito, quella scena avrebbe dovuto essere scritta, girata e montata in maniera più credibile.
Senza parlare poi di Sherlock e le premonizioni. Verso metà puntata, quando scopre degli AGRA e va da Mycroft a chiedere informazioni, vediamo Sherlock avere una sorta di premonizione su quello che succederà (tanto che lo stesso Mycroft lo prende in giro). Anche questa scena è un po’ buttata lì senza un vero motivo, quasi come riempitivo, così come una delle scene finali, quando Sherlock ripete la storia di Samarra nell’acquario, chiedendosi se sia possibile evitarla. Questa domanda sembrava dover diventare il leitmotiv della stagione e invece non è più stata ripresa.
Altra scena ‘inserita a caso’ è quella, sempre verso la fine, in cui Sherlock, dopo la morte di Mary, va da John, ma Molly lo manda via, affermando che John preferirebbe vedere chiunque tranne lui e consegnandogli un biglietto da parte di parte di John. Questo biglietto viene letto da Sherlock, ma il contenuto non viene mostrato al pubblico. Cosa c’è scritto? E soprattutto perché farci vedere questo biglietto che non verrà più ripreso nelle puntate successive? Se quelle che ho descritto sopra potrebbero essere ‘sviste’, questo è un buco di trama grosso come una casa, il primo di una serie imbarazzante di buchi, evidenti soprattutto nella terza puntata.
Ultimo – ma non ultimo per importanza – è il ‘problema Rosie’. Questo personaggio è totalmente inutile in tutta la stagione, in quanto non influenza in alcun modo la trama, tanto da essere utilizzato solo durante i primi dieci minuti della prima puntata per creare qualche scenetta tenera e divertente e poi completamente dimenticato e convenientemente lasciato da “amici” non meglio precisati (e che sicuramente non sono né Molly, né Mrs. Hudson, né Greg).
Il problema Rosie, che viene tirata fuori dal cilindro solo nell’ultimissima scena di The Final Problem, si ricollega al secondo episodio, un episodio che purtroppo è solo apparentemente perfetto. Dico apparentemente perché, pur avendo una sua coerenza interna, questa coerenza evapora se si mette in relazione agli altri due episodi.
Infatti, una delle prime scene vede Culverton Smith, il nuovo super-cattivo, condurre un esperimento con una nuova droga che cancella e modifica la memoria. Questo esperimento è in realtà avvenuto tre anni prima, ovvero in un periodo in cui Mary non solo era viva e vegeta, ma era anche già a Londra. Perché dico questo? Perché una delle infermiere coinvolte nell’esperimento è proprio Mary (come già si era visto nei vari trailer) e la cosa sembrerebbe ben ricollegarsi con l’ipotesi che la scena della sua morte fosse stata alterata in qualche modo. Insomma, qual è il senso di mostrarci chiaramente Mary in quella scena, se la sua storyline è definitivamente chiusa?
Senza contare che Eurus, quando si rivela a John nell’ultima scena, afferma che il foglio su cui Faith (la figlia di Culverton) aveva cercato di appuntarsi quello che era avvenuto, gli era stato fatto avere dallo stesso Culverton tramite un’amicizia comune. Perché nominare quest’amicizia in comune, che sembra preannunciare una qualche rivelazione? Chi è? Mycroft? Ma Mycroft non sembra conoscerlo personalmente. Jim? Non c’è un collegamento tra lui e Culverton. Mary invece era con lui, quindi sarebbe stata la candidata più probabile.
E veniamo a questa scena finale della 4×02. Eurus si rivela: è la sorella di Sherlock. Calcolatrice, fredda, all’apparenza solo leggermente psicopatica, non ha nulla in comune con la Eurus simil Samara di The Ring e completamente fuori di testa dell’episodio successivo.
L’altro avvenimento importante di questa scena è Eurus che spara a John. A parte che in questo modo The Lying Detective diventa l’unica puntata che non sia un finale di stagione a terminare con un cliff, in The Final Problem la cosa viene risolta in maniera abbastanza ridicola quando John afferma che Eurus gli ha sparato del tranquillante.
Il tipo di pistola non è compatibile con un dardo tranquillante e soprattutto la posizione di tiro non consentirebbe di sparare al collo, punto preferito per sparare un sedativo. Inoltre, si vede distintamente il fumo uscire dalla canna della pistola, segno che è stata usata una carica esplosiva.
Ma la domanda principale è: perché farsi riconoscere da John e poi sparargli del tranquillante? Se non voleva rapirlo, allora perché non puntargli contro la pistola e poi andarsene, magari stordendolo con il calcio della pistola o semplicemente uscendo dalla porta?
Del tranquillante veniamo a sapere a casa di Mycroft, un Mycroft che è OOC fin dall’inizio: l’uomo più intelligente del pianeta, più intelligente addirittura di suo fratello, si lascia fregare da una pantomima che era palesemente uno scherzo organizzato proprio da Sherlock. Ma questo è niente, perché poi vedremo Mycroft travestirsi per entrare a Sherrinford, un posto che praticamente comanda, in cui ha un ufficio e in cui ha fatto entrare senza problemi il criminale più pericoloso al mondo, Jim Moriarty.
Ecco, qui si comporta da incosciente. Per quanto possa servirsi della collaborazione della sorella, farla mettere in contatto con Jim è un passo falso incredibile che lo fa passare per un idiota. In The Reichenbach Fall, quando ha dato informazioni a Jim su Sherlock l’ha fatto di proposito, in accordo col fratello. Ma qui c’è un errore di valutazione semplicemente assurdo per un uomo come lui.
Senza parlare di quando vomita dopo il suicidio di David. Posso capire che non sia riuscito a ucciderlo, in fondo è pur sempre un ‘burocrate’, ma ha già assistito a morti violente (era presente a quella di Magnussen e a quella di Mary) senza battere ciglio e per il tipo di lavoro che fa deve essere abituato a vederne di tutti i colori. In fondo, collabora pur sempre sia con l’MI6 che con la CIA.
E passiamo a Jim e a Eurus. Come ho già accennato, i due sono collegati in questo episodio. Anche troppo collegati, dal momento che l’episodio si apre con la scena di una bambina, su un aereo pieno di persone addormentate, che riceve una telefonata proprio da Jim Moriarty che esordisce con: “benvenuti al problema finale”.
Ora, questa scena non ha senso di esistere, se non come rottura della quarta parete, perché, a parte che Sherlock, John e Mycroft non erano ancora arrivati a Sherrinford, anzi non avevano ancora nemmeno preso in considerazione l’idea, che diavolo ci fa Jim Moriarty nella testa di Eurus? La bambina, infatti, come scopriamo alla fine dell’episodio, non esiste: è la stessa Euros che, quando chiude gli occhi, si ritrova bambina su quell’aereo. Da sottolineare, inoltre, che Eurus stessa è cosciente di essere la bambina dell’aereo e di star chiedendo così l’aiuto di Sherlock. Quindi, perché Jim Moriarty dovrebbe chiamarla per introdurla al problema finale?
Che poi, onestamente, qual è il problema finale? In The Abominable Bride, di cui abbiamo parlato qui, alla fine Sherlock aveva detto che Moriarty era effettivamente morto, ma che la sua idea, la sua organizzazione criminale era ancora viva sotto il comando di un nuovo leader. Questo è il senso di tutto lo speciale e dell’organizzazione delle spose assassine. Eppure, in The final problem, che teoricamente chiuderebbe tutto l’arco narrativo delle quattro stagioni, non si accenna a nessuna organizzazione, anzi Moriarty viene usato come countdown.
Quindi The Abominable Bride perde la sua ragione d’esistere sia a livello di trama che di costruzione del personaggio, dal momento che tutta la puntata mira ad arrivare al momento in cui Sherlock, alle cascate, si libera del cappello, che rappresenta l’immagine pubblica in cui è rimasto cristallizzato per 130 anni. Tuttavia, il ‘maledetto cappello’ torna a fine 4×02, quando Sherlock lo indossa di nuovo perché ‘ai bambini piace’ e a inizio 4×03.
Ma torniamo a Moriarty che, dopo l’epica entrata in scena sulle note di I want to break free dei Queen, scopre da Mycroft l’esistenza di una terza sorella Holmes e dalla stessa Euros di Redbeard. Essendo un flashback ed essendo avvenuto a Natale di cinque anni prima (siamo più o meno durante il caso di Irene Adler, secondo i calcoli), è molto strano che Jim non solo non abbia usato le nuove informazioni contro Sherlock, ma addirittura abbia girato tutti quei video per Euros, nonostante progettasse di indurre Sherlock al suicidio. Non dimentichiamoci che Jim su quel tetto si è sparato proprio per impedire al rivale di trovare una via d’uscita, quindi perché avrebbe dovuto fare quei video per Euros? Questo è un altro grande buco di trama.
Certo, Euros potrebbe averlo ‘costretto’, dal momento che sembra possedere poteri sovrannaturali, come la preveggenza e il controllo mentale. Pensate che le bastano meno di cinque minuti per costringere una persona a fare qualunque cosa voglia. Insomma, è una sorta di mix tra un Kilgrave e un Professor Xavier cattivo. Al che sorge spontaneo tornare su John: se è così abile e potente, che senso aveva sparare a John? Le sarebbe bastato convincerlo a tornare a casa e rivelare a Sherlock la sua esistenza (se era quello il suo intento). O John è la Jessica Jones della situazione ed è immune al suo potere?
E se Euros è davvero così potente da comandare tutto Sherrinford, da poter entrare e uscire a suo piacimento, perché Mycroft non è andato lì con l’esercito? O con i servizi segreti? Non si è mai fatto problemi a ostentare il suo potere e quando Sherlock ha sparato a Magnussen lui era lì proprio con i servizi.
Inoltre, proprio Mycroft ben sa quanto possa essere pericolosa la sorella, dal momento che sa cosa è successo con Victor, che ha ucciso per attirare l’attenzione di Sherlock. E veniamo all’altro errore di fondo. Victor e Euros sono dei bambini e il pozzo sembra essere abbastanza vicino alla casa della famiglia Holmes. Deve esserlo: come potrebbe una bambina sparire per ore senza che la cosa venga notata? E soprattutto perché quando parlava di ‘drowning Redbeard’ nessuno ha pensato di controllare non solo il lago dove giocavano, ma tutte le fonti d’acqua dei dintorni?
Insomma, nel complesso tutta la quarta stagione e in particolare The Final Problem è poco curata e in certi momenti approssimativa. E dopo tre anni di attesa, il pubblico si meritava di meglio di un finale – forse – di serie che sembra un misto tra un film della Marvel e un film di Bond. Con tanto di esplosione di un drone, in cui nessuno si fa male.