Ammettiamolo, noi serializzati abbiamo una sconfinata e fervida immaginazione, tale da creare nelle nostre menti intere linee temporali alternative delle nostre serie tv preferite, in cui gli eventi vanno esattamente come desideriamo – e non sempre corrisponde a ciò che vediamo sullo schermo. Dove poi siamo i numeri uno è nel formulare teorie su teorie riguardo a un finale di stagione, un personaggio, un evento e via dicendo. Soprattutto se il soggetto in questione è il più amato e popolare detective fittizio di sempre. Non ne abbiamo mai abbastanza di Sherlock Holmes, che ha affascinato il mondo prima sulla carta, poi al cinema e successivamente in TV. Steven Moffat ha preso brillantemente una storia del passato e l’ha adattata in forma completamente nuova nel presente, senza disperderne l’essenza originaria, con quella Londra contemporanea in cui si sente l’odore dei tempi che furono. Inoltre, è curata nei minimi dettagli, è scritta meravigliosamente, ha un cast eccezionale (su tutti Benedict Cumberbatch) e sa creare suspense e tenerezza allo stesso tempo.
Soprattutto, Sherlock è una delle serie tv intellettualmente più stimolanti di sempre. Le teorie elaborate sono tantissime, soprattutto in quel mare immenso chiamato Reddit. E siamo sicuri che, di molte, ne avrete sentito parlare, che siate d’accordo o meno. Tra le più gettonate ci sono: Sherlock, in realtà, è un agente dell’MI6 che lavora per Mycroft, che è il capo dei servizi segreti britannici; gli Holmes non sono i veri genitori dei fratelli interpretati da Benedict Cumberbatch e Mark Gatiss, dato che non hanno niente in comune con loro; Sherlock e John Watson in realtà sono una coppia romantica (e ci sono siti con numerosissimi indizi a riguardo); Moriarty e Mary sono la stessa persona o quest’ultima lavorava per il primo, aiutandolo a fingere la sua morte – così come Molly; infine, tutto quello che vediamo è frutto dell’immaginazione del protagonista, con Watson e Moriarty che sono due attori ingaggiati da Mycroft o il primo che è il suo infermiere.
Se, però, noi fan siamo bravi nel formulare teorie sempre più intricate, Sherlock è stato altrettanto abile nello smentirci, nel prenderci in giro nel senso buono del termine. Soprattutto per quanto riguarda un preciso evento della serie tv: la morte del detective.
Certo, non mancano quelle estremamente fantasiose. Ad esempio, c’è chi pensa che il personaggio di Benedict Cumberbatch sia un robot controllato da persone in miniatura. Seppur sembra insensata, in realtà è così che il Dottore di Doctor Who faceva quando voleva far credere di essere morto; e si sa, i critici accusavano spesso Moffat di ripetere le idee… Ma diciamo che non sembra questo il caso. Più plausibile è che John non è stato casualmente investito da un ciclista. C’è chi sostiene che quest’ultimo abbia addirittura spruzzato in faccia a Watson – e a noi del pubblico – un farmaco allucinatorio (quello di Baskerville) che rende vere le sue peggiori paure, facendogli credere che quello a terra fosse il corpo dell’amico. O è stato proprio il detective a somministrarglielo? Ma, anche se non c’entrasse niente questo farmaco, non serve un dottore per capire che una botta alla testa, per di più in uno stato già stressato e angosciato, può confonderlo ulteriormente e distorcere i dettagli, scambiando un cadavere per Sherlock o non dando la diagnosi corretta. Solo per svelarci la verità nel successivo episodio rivelazione, come Moffat ha fatto tante volte in Doctor Who (su tutti, il mistero di River Song), nascondendo i dettagli in bella vista. Inoltre, il ciclista avrebbe dato il tempo per un eventuale sostituzione di cadavere.
E qui entrano in gioco le teorie su Molly e Mycroft.
Se davvero aveva bisogno di un cadavere, non c’era persona migliore della patologa Molly Hooper, che, inoltre, poteva creare un certificato di morte falso, far finta di identificarlo o portare il detective all’obitorio, dove l’avrebbe aiutato a fuggire. E chi meglio di Mycroft Holmes avrebbe potuto aiutarlo ad attuare il suo piano, data la sua posizione nel governo? I motivi potrebbero anche essere: senso di colpa per aver rivelato molte informazioni sul fratello a Moriarty o il fatto che i due Holmes stessero da sempre complottando assieme. E chissà, magari sulla bicicletta c’è uno di loro due. O Irene Adler. Sì, qualcuno su Reddit ha pensato che anche lei fosse coinvolta in questo machiavellico piano.
Mycroft potrebbe anche essere coinvolto nella teoria dell’auricolare. John ne ha uno nell’orecchio, che perde dopo la caduta. Il maggiore degli Holmes potrebbe averglielo dato per chiedergli un rapporto dettagliato su ciò che stava accadendo, oppure è stato Lestrade, che ha sempre creduto all’innocenza del detective, a faglielo indossare. Magari è un dettaglio insignificante, ma sappiamo ormai che niente è tale in una serie così. Più importante, però, è quel camion della spazzatura, posizionato in modo da fornire a Sherlock un atterraggio morbido e, grazie al tempo extra datogli dall’incidente di John, permettere a chiunque fosse coinvolto – immaginiamo la sua rete di senzatetto – di aver il tempo di scambiare i corpi. O di simulare la morte con tecniche come il posizionarsi in un certo modo, così da non cadere di testa e aumentare le possibilità di sopravvivenza; oppure l’usare una pallina di gomma da mettere sotto l’ascella per rallentare il battito al polso fino a fermarlo. E lui ne aveva fatto rimbalzare una in laboratorio. Coincidenze? Qualcuno ha pensato di no. Sebbene resta difficile da comprendere come possa essere rimasta sotto il suo braccio per tutto il tempo, dato che si si muovevano continuamente.
Abbiamo menzionato Moriarty più volte e, anche su di lui, ci sono teorie per quanto riguarda la finta morte di Sherlock.
C’è chi ha suggerito che Moriarty, quando in precedenza aveva rapito i bambini, indossasse una maschera iperrealistica della sua nemesi; la stessa che gli è stata messa addosso – assieme ai vestiti e a lenti blu – quando il suo cadavere è stato spinto giù dal tetto. Oppure, uno dei suoi scagnozzi ha subito un intervento chirurgico per assomigliare a Holmes ma è stato ucciso e ha sostituito il corpo “morto” del personaggio di Benedict Cumberbatch. Il vero Sherlock, invece, è saltato sul camion di spazzatura oppure su un cavo elastico che gli permise di rimbalzare ed entrare nell’ospedale attraverso una finestra. Le varianti includono l’uso di un manichino mascherato, di un sosia o, appunto, di un cadavere dell’obitorio. Watson, ovviamente, non ha visto niente e nemmeno gli è stato permesso di misurare il polso dell’amico. Un’altra teoria che spiega il perché, ma non il modo, è quella riguardante l’indagine nella fabbrica di dolci: lì, stranamente il detective non indossa i guanti, ma potrebbe averlo fatto per accelerare le indagini che avrebbero portato all’incriminazione di Moriarty.
Alla fine la spiegazione è arrivata e alcune teorie sono pure state confermate (come Mycroft, Molly e la catena segreta di senzatetto). Eppure, non sapremo mai se le parole che Sherlock ha detto ad Anderson siano vere o meno. Ma è questo che adoriamo dello spettacolo, la sua intrinseca genialità, nonostante possa smentire ogni nostra ipotesi. E allora, in fondo, spetta a noi scegliere la versione finale di uno dei misteri più grandi non solo della serialità, ma dell’arte in generale: come ha fatto il nostro detective preferito a sopravvivere?