I mastini di Baskerville
Il secondo episodio di questa stagione si incentra sulla risoluzione di un caso che sembra andare oltre la razionalità. Inconsapevoli di ciò che stanno per affrontare, Sherlock e il suo fedele assistente si intrufolano nel centro di ricerca di Baskerville per avere informazioni su ciò che realmente succede lì dentro. E il loro sospetto è fondato: conducono esperimenti genetici sugli animali. Ma c’è un’altra cosa, più inquietante che porterà Sherlock a dubitare delle sue stesse capacità.
Durante la notte vanno in cerca di indizi nella brughiera vicino Baskerville, luogo dove il padre di Henry è stato ucciso da un gigantesco mastino – a dire del figlio – diversi anni prima. Quella stessa notte anche Sherlock vede un enorme mastino. Non vuole credere a quello che ha visto, ma sa che l’ha visto. Si lascia sopraffare, e il sentimento di Sherlock che scopriamo in questo episodio è la paura. L’impavido Sherlock questa volta ha davvero paura, al punto di tremare. Non per il mastino in sé, ma perché ha visto ciò che non si sarebbe mai aspettato di vedere. Ciò che riteneva impossibile esistere. Nonostante cerchi un modo razionale per poter spiegare quello che ha visto, sembra non riuscirci, non inizialmente.
Un altro sentimento che emerge in Sherlock, più spaventoso della paura, è il dubbio. Il sicuro e deciso Sherlock si ritrova a dubitare di se stesso, di ciò che i suoi stessi occhi hanno visto. Ed è proprio il dubbio che lo porta a trovare una soluzione razionale a ciò che sta succedendo. In un primo momento è sicuro di aver visto quel gigantesco mastino. Ma grazie al dubbio, scoprirà la verità: ciò che ha creduto di vedere non era altro che un’allucinazione, dovuta all’assunzione di una droga, inalata o ingerita in qualche modo.
Come (quasi) sempre, riuscirà a svelare il mistero: la nebbia che si trova nella brughiera è in realtà un gas che provoca allucinazioni. Riacquisterà la sua sicurezza, ma ora sappiamo che anche uno come Sherlock può avere paura, e addirittura dubitare di se stesso.
Le cascate di Reichenbach
Il terzo ed ultimo episodio di questa stagione chiude ciò che era rimasto in sospeso nel primo episodio: Jim Moriarty. Il ritorno del villain, che in realtà non è mai andato via. Anche se dietro le quinte, è sempre stato presente. E ora ritorna il faccia a faccia tra Sherlock e Moriarty. Ma questa, è la volta definitiva. Con una mossa che lo porta alla fama in tutta Inghilterra, Moriarty diventa il nuovo cattivo. Tanto odiato dalla massa quanto desiderato da coloro che vogliono comprare il suo potere, che vogliono scoprire il modo in cui è riuscito a mettere in ginocchio la sicurezza di una nazione intera. Jim dimostra che lui può riuscire ad aprire qualunque porta, non esiste sistema di sicurezza che lui non sia in grado di decifrare e distruggere.
Jim Moriarty ha il potere nelle sue mani. È un abile manipolatore, e mette in scena un’incredibile opera in cui Sherlock da vittima diventa carnefice. Il cattivo ora, secondo la stampa e l’opinione pubblica, è Sherlock.
Dopo una serie di eventi perfettamente pianificati da Moriarty, Sherlock diventerà il malvagio, da adulato verrà denigrato. Sherlock ora è in trappola. Nessuno crede completamente alla sua innocenza, nessuno tranne due persone: John e Molly. In questo episodio abbiamo l’assoluta certezza che – nonostante finora abbia sempre negato – Sherlock ha un cuore, ed ha a cuore alcune persone, per le quali rischierebbe la sua vita pur di salvarli: John, la signora Hudson, l’amico Lestrade. E inaspettatamente anche per lei, Sherlock confessa a Molly ciò che realmente pensa di lei, ciò che prova per lei. Non ha mai dimostrato un minimo di interesse per la povera Molly, ma in realtà è una dei pochi di cui si fida, e anche lei fa parte della piccola cerchia di persone davvero importanti per lui.
Il sentimento dell’amicizia è quello che prevale. Non è riuscito a tenersi completamente fuori dai rapporti umani, dai sentimenti, e ora Moriarty punta su questo. Minaccia Sherlock di uccidere tutte le persone a cui vuole bene, se lui non pone fine alla fiaba costruita da Jim. Questa fiaba è però diversa dalle altre, perché qui il finale prevede la morte dell’eroe e la vittoria del cattivo. Ma Sherlock non si arrende facilmente. Sa che fino a quando ha Moriarty vicino, può trovare un modo per salvare i suoi amici. Ed è per questo che Moriarty si toglie la vita.
A questo punto Sherlock non ha più scelta: per salvare le persone che ama, deve uccidersi. Ed è quello che fa. Chiama John per dirgli addio. Le lacrime sul suo viso sono la prova che nessun uomo è immune ai sentimenti, nemmeno Sherlock Holmes. E infine, salta dal tetto. Chi avrebbe mai immaginato che un insensibile sociopatico potesse mai sacrificare la sua vita per salvare qualcun altro.
Vediamo il corpo di Sherlock insanguinato a terra. Increduli tanto quanto John, pensiamo che sia davvero questa la fine di Sherlock Holmes. Ma non è così.
Mentre John piange davanti la tomba del suo amico, pregandolo di fare un miracolo e di tornare in vita, vediamo Sherlock, che osserva da lontano John. Si conclude così la seconda stagione, e mille interrogativi ci tartassano il cervello. Come ha fatto Sherlock a salvarsi? Si è conclusa definitivamente la guerra contro Moriarty? Mycroft ha davvero tradito il fratello dando informazioni a Moriarty? John scoprirà la verità? Come si suol dire, lo scopriremo nella prossima stagione.