Nel vasto panorama televisivo attuale, le aspettative degli spettatori spesso vengono soddisfatte, ma talvolta vengono anche ribaltate in modo sorprendente. Un esempio lampante di questa inaspettata virata di genere è rappresentato da Shining Vale, una serie televisiva che, al suo debutto, aveva già confuso i suoi spettatori, piazzandosi a metà tra un drama familiare e una comedy.
Tuttavia, gli spettatori sono stati presto catapultati in un territorio totalmente inaspettato e spesso delicato: l’horror. Si tratta di una serie all’apparenza poco complessa, ma che in realtà nasconde una trama che si complica episodio dopo episodio. Shining Vale non affronta in modo distorto solo le dinamiche familiari ma diventa un’esperienza intensa, dove il paranormale e l’orrore si intrecciano in modo inaspettato e paradossale.
Le premesse di Shining Vale
La trama di Shining Vale si sviluppa attorno alla famiglia Phelps, composta da Patricia (interpretata da Courteney Cox), il marito Terry (interpretato da Greg Kinnear) e i loro due figli. Decisi a iniziare una nuova vita, i Phelps si trasferiscono nella pittoresca cittadina di Shining Vale, dove presto si rendono conto che la loro nuova dimora ha più segreti di quanti ne avessero immaginato.
Mentre Patricia, una scrittrice in cerca di ispirazione, si imbatte in un diario segreto nella loro casa, iniziano a verificarsi eventi paranormali e apparizioni inquietanti. Ciò che inizialmente sembrava essere una semplice crisi di mezza età per Patricia si trasforma rapidamente in un viaggio oscuro e contorto, poiché la famiglia lotta per affrontare le forze soprannaturali che minacciano di distruggere non solo la loro felicità domestica, ma anche la loro stessa esistenza. La trama si snoda tra momenti di tensione, umorismo nero e sospetto paranormale, creando un cocktail unico di suspense che tiene gli spettatori incollati allo schermo.
Un ibrido di generi che confonde lo spettatore
Se hai mai avuto la sensazione di aver già visto mille volte la storia di una famiglia in difficoltà che si trasferisce in una vecchia casa inquietante, Shining Vale lo sa bene, motivo per cui prende quelle cose già viste e riviste e le trasforma in maniera assurda, a metà tra il comico, il drama e il disturbante. Sebbene Shining Vale non raggiunga la brillantezza e l’atmosfera inquietante della duologia The Haunting of di Netflix (di base la sua storia si allontana dal genere), possiede indubbiamente un proprio spirito unico (qui trovi qualche curiosità su Hill House).
La serie non esita a prendere ispirazione da capolavori horror come The Shining, presentando una trama che segue da vicino il percorso di un’autrice con problemi di alcolismo in una casa infestata. Tuttavia, questa omogeneità con il famoso lavoro di Stephen King potrebbe rischiare di far perdere a Shining Vale la sua originalità. L’omaggio, talvolta eccessivo, si riflette nei dettagli visivi, come le tende dell’episodio 2 che richiamano il tappeto dell’Overlook Hotel e l’uso di titoli giornalieri, contribuendo a creare un’atmosfera che, se da un lato richiama la nostalgia, dall’altro potrebbe essere percepita come un tributo troppo fedele.
Horror o parodia?
La serie sembra accennare a una parodia di diversi tropi dell’horror, specialmente con un inizio che evoca il tono di Paranormal Activity. Tuttavia, questa direzione non si sviluppa completamente, perdendo l’opportunità di esplorare il genere in modo più audace. Shining Vale offre una miscela unica di elementi horror e comici, ma la sua relazione con le convenzioni del genere potrebbe risultare ambivalente per gli spettatori.
La serie, che tenta audacemente di bilanciare il lato oscuro dell’horror con la leggerezza della commedia, si trova in un limbo narrativo che sfida le aspettative degli spettatori. La protagonista Patricia Phelps, alle prese con il blocco dello scrittore e la depressione, sembra essere coinvolta in un mondo sospeso tra il soprannaturale e la psiche umana. L’omaggio evidente a Shining può far sorgere dubbi sulla direzione della serie, con il rischio di confondere il pubblico: sta cercando di spaventare o di scherzare? Mentre Shining Vale esplora audacemente l’horror-commedia, la sua natura ambivalente lascia gli spettatori con l’interrogativo costante su quale tono prevalga, creando un’esperienza che sfugge alle classiche categorizzazioni del genere.
Perché Shining Vale è unica nel suo genere
Shining Vale è certamente un‘opera unica nel suo genere, che cerca di navigare il delicato equilibrio tra horror e commedia senza spingersi abbastanza in nessuno dei due generi. La serie avrebbe potuto abbracciare con maggiore audacia l’aspetto horror, infondendogli un tono più oscuro e spaventoso, senza per questo compromettere l’atmosfera generale dello spettacolo.
Sembra quasi che i creatori Jeff Astrof e Sharon Horgan abbiano esitato nello sfruttare appieno gli aspetti promettenti di horror insiti nella stessa premessa della serie. Fortunatamente, l’interpretazione magistrale di un talentuoso cast riesce a coinvolgere e intrattenere il pubblico, nonostante le caratteristiche di genere di Shining Val lascino a desiderare ma soprattutto confondano tanto. La serie, unica nella sua ambizione di fondere elementi sovrannaturali e umoristici, potrebbe trovare la sua forza nell’originalità del suo approccio, se solo riuscisse a esplorare in modo più incisivo le potenzialità sia dell’horror che della commedia. In questo tentativo di coniugare due mondi, la serie si pone come un esperimento narrativo intrigante, ma la sua vera originalità potrebbe emergere solo se riesce a superare le incertezze narrative e a esplorare in modo più audace il suo peculiare terreno di confine tra l’orrore e la risata.