ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler su Shōgun 1×06, l’episodio sbarcato martedì su Disney+!!
Guerra, gelosia, passione. Il cielo di Shōgun si accende di sentimenti forti. È vivo, acceso, straripante e pulsa di energia, mentre tutto intorno sembra procedere con una calma robotizzata. Il Giappone del XVII secolo segue il lento flusso di un ciclo vitale che si rigenera di continuo. I riti, le pause, le attese, gli inchini, incorniciano un mondo assennato e meditativo, dove ogni parola pesa e ogni gesto ha un valore. La morte è una componente ineliminabile del flusso delle cose. I giapponesi non la temono. La interiorizzano come elemento necessario alla vita, il contraltare di un’esistenza completa e pienamente vissuta. Shōgun 1×06 è una fiamma scoppiettante nel lungo fluire di questa serie. Vivace, intensa, rosso fuoco. Color cremisi.
Nella recensione del quinto episodio, avevamo preannunciato che l’azione non sarebbe tardata ad arrivare. Mentre la prima parte della serie è stata molto intima e ripiegata su se stessa, pronta ad esplorare i personaggi, il loro mondo e le loro differenze, con Shōgun 1×06 c’è un vero e proprio cambio di registro. Gli eventi del mondo di fuori e quelli del mondo di dentro si incrociano inevitabilmente. La storia degli individui intercetta la grande storia, quella che si materializza come conseguenza delle scelte dei singoli. La relazione tra John Blackthorne e Lady Mariko, il superamento delle differenze tra due culture distanti, i destini dei singoli personaggi, diventano un tassello nel grande puzzle di Shōgun. Che finalmente inizia ad avere una sua specifica conformazione.
Shōgun 1×06 accoglie il tempo che deve compiersi.
Lo aveva detto Lady Ochiba nel finale del quinto episodio: il tempo della politica è finito. Lo dice Toranaga alla fine di Shōgun 1×06: il tempo è giunto. C’è un unico grande cordone che tiene insieme queste due affermazioni. Che lega i due finali di episodio tra loro e che rende Shōgun 1×06 un ponte tra il prima e il dopo. Tra l’inizio di questa meravigliosa serie e la sua parte conclusiva, l’apice della sua tensione drammatica. Mentre Ishido tiene in ostaggio i Reggenti sotto la pressione di Lady Ochiba, la madre dell’Erede, Toranaga si predispone alla guerra, ormai inevitabile. Ad Osaka, i membri del Consiglio sono alla ricerca del quinto Reggente, indispensabile per poter votare l’incriminazione di Toranaga.
Ishido propone Ito, uno sceneggiatore teatrale che si presterebbe alle macchinazioni di Lady Ochiba e del signore di Osaka. Ma malgrado l’opera di persuasione di Ishido, il Consiglio non vota all’unanimità, ragion per cui si richiede di agire saltando i convenevoli politici e andando dritti al dunque. La guerra è iniziata sulle coste del Giappone e persino i portoghesi iniziano a fiutarne l’odore. I nemici di John Blackthorne contano sulla stabilità politica del Paese, ma Shōgun 1×06 ci chiarisce che quella stabilità è quanto di più lontano si possa immaginare.
Nel finale del quinto episodio, l’Anjin ha salvato la vita a Toranaga, che sembra essere sempre troppo generoso nei confronti dello straniero.
Gli assegna un feudo e il comando dell’esercito come generale e ammiraglio, un onore che a pochi giapponesi è concesso in vita. Che siano espedienti per trattenerlo sulle coste giapponesi è chiaro persino a lui, che infatti cerca garbatamente di rifiutare e di farsi restituire la nave con l’equipaggio. Per riavere indietro i suoi uomini – e la chance di tornare a casa e scappare da quel mondo – Blackthorne si offre di assaltare la Nave Nera dei portoghesi per allontanare la loro minaccia dalle coste del Giappone. Ma il destino di John Blackthorne è ormai legato alle sorti di quel Paese e delle persone che stanno tentando di salvarlo.
Shōgun 1×06 è un episodio che, nonostante si focalizzi molto sui grandi eventi e sulla trama orizzontale, esplora ancora in maniera intelligente i destini tragici dei suoi personaggi.
Uno squarcio definitivo si apre sul passato di Lady Mariko, amica d’infanzia di Lady Ochiba, messa in salvo da suo padre con il matrimonio con Buntaro. Il legame di Mariko con suo padre è intenso e delicato. Lui ha sempre visto in sua figlia la speranza che la sua guerra potesse avere un seguito. Darla in sposa a Buntaro non era solo uno stratagemma per salvarle la vita, ma anche l’occasione di avere, presto o tardi, una rivincita. La guerra di Toranaga è perciò anche la guerra di Lady Mariko. Con una differenza: mentre gli uomini sono in guerra per l’onore, per il potere, per la gloria, le donne sono in guerra e basta. Così lo scontro tra Mariko e Lady Ochiba diventa ancora più interessante alla luce di ciò che scopriamo in Shōgun 1×06.
La madre dell’Erede, per diventare tale, è passata attraverso sofferenze indicibili. Si è sentita tradita, sfruttata, messa da parte, oltraggiata. Ma alla fine ha avuto la meglio, perché ha obbligato il destino a guardarla in faccia, dandole l’occasione di cavargli gli occhi. I personaggi di Shōgun sono esplorati in maniera molto profonda. Ad ogni episodio, aggiungiamo un tassello al mosaico. Un mosaico che, dalle tinte tenui dei primi episodi, inizia ad assumere tonalità più forti, i colori vivi dei sentimenti impulsivi. Della vendetta, della gelosia, della passione frustrata, della violenza. Il cielo di Shōgun è diventato color cremisi. Burrascoso, turbolento, irrequieto.
Il legame tra i due principali personaggi femminili avrà sicuramente dei risvolti importanti nell’ultima parte della stagione.
Ma è tutto il corollario di individui che popolano l’affascinante mondo di Shōgun a fare di questa serie un prodotto veramente interessante. Il burbero e violento Buntaro ha scoperto le sue fragilità e i suoi tormenti. Omi e Nagakado cercano di ritagliarsi un posto nel futuro del Giappone, presi dalla smania dell’ambizione giovanile. Il silente Yabushige attende il corso degli eventi per posizionarsi dalla parte del vincitore, ambiguo quanto basta da suscitare immediata diffidenza nello spettatore come in chi gli sta accanto. E John Blackthorne, finito nel Mondo dei Salici dell’ammaliante Kiko per sfuggire al Giappone, ha scoperto il peso dell’assenza – “la presenza di qualcosa si apprezza molto di più in sua assenza”.
Shōgun va avanti così, tra momenti profondamente riflessivi e l’attesa dell’azione vera e propria.
Giunti al sesto episodio, possiamo affermare di trovarci difronte a un tentativo validissimo di trasformare in immagini le pagine del romanzo di James Clavell. La fotografia e tutto l’impianto visivo sono di altissima fattura. Ogni gesto assume un significato molto più ampio, come dimostra la scena della rappresentazione teatrale di Shōgun 1×06. Gli sguardi comunicano sempre qualcosa, a dispetto di quelle difficoltà comunicative messe in luce in tutta la prima parte della serie. I dettagli, le immagini, le inquadrature, la scenografia sono da grande serie tv. C’è una ragione se la serie ha già conquistato il mondo (e non a caso era tra le novità più attese di marzo 2024 su Disney+!). Nulla al suo interno è dato per scontato. Nulla si piega alle logiche del fanservice. E lo dimostra l‘assenza delle scene di sesso, molto più presenti in tanti cult della televisione, a partire da Game of Thrones.
Shōgun 1×06 dà la sensazione che ci possa essere molta più intimità, molto più coinvolgimento, nello scambio di sguardi e di parole tra l’interprete Mariko e John Blackthorne nella Casa dei Salici che in una dettagliata sequenza di sesso. Questa serie sa essere sensuale con il fluire lento delle immagini, violenta con il boato improvviso di una sceneggiatura che oscilla tra picchi emotivi intensi e disorientanti. Tutto lascia supporre che la seconda parte di questa stagione possa regalarci ancora meravigliose sorprese. È giunto il tempo del cielo cremisi. L’opacità e il fluire lento dei primi episodi lascerà definitivamente il posto agli istinti sfrenati e sarà interessante vedere come ciascun personaggio reagirà al nuovo fluire degli eventi.