Attenzione: evitate la lettura se non volete incorrere in spoiler sulla terza puntata di Silo.
Il terzo episodio della seconda stagione di Silo (potete recuperarlo qui su Apple TV+) è stato ricco di rivelazioni e colpi di scena. Ha sollevato molte domande, spianando perfettamente la strada a una stagione che si prospetta spettacolare. Se nei primi due episodi abbiamo avuto modo di seguire separatamente le due storie centrali, nel terzo episodio le narrazioni si mescolano e si intrecciano. Da un lato abbiamo Juliette che approfondisce la sua conoscenza con Solo (interpretato da Steve Zahn) nel silo 17. Dall’altro, vediamo l’evolversi della precaria situazione in cui si ritrovano gli abitanti del silo originale e, soprattutto, la crescente preoccupazione di Bernard verso il futuro del silo. In questo episodio, ricco di rivelazioni, si può iniziare a vedere il modo in cui i semi della ribellione, piantati nello scorso episodio, stiano lentamente germogliando.
Solo, non sei più solo.
I meandri del silo 17 sono rimasti vuoti e desolati per moltissimi anni. La ribellione ha portato alla morte tutti i suoi abitanti, riducendo il silo in una tetra e inquietante rovina. Quando Juliette si è addentrata al suo interno per sfuggire anch’essa alla morte, non pensava certo di trovarvi dentro qualche superstite. Eppure, seguendo una luce e una musica di sottofondo, sospettando si trattasse della sua immaginazione, ha invece incontrato Solo. Solo perché è rimasto solo per così tanto tempo da aver perso e dimenticato la sua identità. Quando incontra Juliette, Solo pensa che sia frutto della sua immaginazione, dopotutto lui immagina spesso cose e persone. Anzi, per essere certo che Juliette sia reale e non una fantasia, le porta del cibo e la guarda mangiare per assicurarsi che lo faccia davvero.
Inizialmente la tratta con ostilità e freddezza poiché Juliette cerca di entrare nel suo bunker. Solo non ha mai lasciato entrare nessuno, come possono dimostrare i numerosi cadaveri al suo esterno. Il legame tra i due, però, si evolve gradualmente e decide di raccontarle cose accadde al suo silo (che scopriamo essere il numero 17). Le racconta così la storia di un certo Ron Tucker, mandato all’esterno a pulire e che, però, si è rifiutato di farlo. Non solo: Ron ha scritto “Lies” sul vetro della Lente, ha oltrepassato la collina e se ne è andato. Nessuno sa come abbia fatto ad andarsene indenne senza morire come i suoi predecessori, ma ciò ha convinto gli abitanti del silo che l’esterno fosse sicuro e che non ci fosse più pericolo.
Per questo motivo, hanno deciso di uscire e di seguire Ron verso l’apparente libertà. Appreso il parallelismo tra la sua storia e quella di Ron Tucker, Juliette si rende conto che anche gli abitanti del suo silo potrebbero aver pensato che l’esterno fosse sicuro. Teme che, come il popolo del silo 17, anche quello del suo silo possa ribellarsi alle autorità e poi morire nel tentativo di raggiungere l’esterno. Per questo motivo, decide di trovare un modo per ritornare da loro aiutata da Solo che, incredibilmente, prende coraggio ed esce dal suo bunker dopo un tempo indefinito. Nel frattempo, ci rimane il dubbio su cosa sia successo ai cadaveri all’esterno del bunker di Solo, dal momento che sembrano essere morti molto tempo dopo la popolazione del silo.
Perché volevano entrare nel bunker di Solo? Cosa nasconde al suo interno? Erano stati mandati appositamente per eliminarlo poiché che era l’unico superstite?
Un’altra rivelazione sorprendente riguarda un misterioso farmaco che sembra essere in grado di cancellare la memoria. Robert Sims (interpretato da Common) propone a Patrick Kennedy di assumere questo farmaco per fargli dimenticare non solo il contenuto del video che gli aveva mostrato Juliette, ma anche la recente morte della moglie. Kennedy non solo si trova d’accordo, ma gli chiede di aumentare la dose per fargli cancellare tutti i ricordi che aveva della moglie per liberarsi dal dolore. L’introduzione di questo farmaco sembra poter spiegare moltissime cose. Per esempio, potrebbe spiegare come le persone del silo abbiano gradualmente dimenticato tutto del mondo esterno. Oppure, del perché nessuno si ricordi della ribellione passata nominata nella prima stagione.
Questo aspetto potrebbe essere tanto sorprendente quanto pericoloso, e porta innumerevoli interrogativi che non vediamo l’ora di scoprire.
Parallelamente, Bernard (interpretato da Tim Robbins) sembra intenzionato a mantenere la parola data al giudice Meadows. I due infatti, avevano stretto un accordo: la giudice lo avrebbe aiutato a sedare la rivolta e Bernard in cambio l’avrebbe lasciata libera di uscire all’esterno. Infatti, le ha promesso di confezionare per lei una tuta nuova di zecca, anche se non speriamo troppo nel fatto che la lasci andare così facilmente. Il giudice Meadows, intanto, rivela a Billings la sua teoria riguardo la cosiddetta Sindrome che affligge lo sceriffo. Non si tratterrebbe di una comune malattia, ma di una condizione psico-fisica indotta dalla mente come sistema di difesa. È un modo di ribellarsi alla condizione innaturale in cui si trovano, dal momento che, a detta del giudice, l’essere umano non è fatto per vivere sottoterra.
Il terzo episodio di Silo è stato un turbinio di emozioni e di rivelazioni. Ha gettato le basi per i futuri episodi che, viste le premesse, si prospettano sorprendenti. Questo episodio lascia moltissime domande in sospeso e, finalmente, offre al personaggio di Solo una presentazione adeguata. Inoltre, ha evidenziato come personaggi come il dottor Nichols stanno lentamente iniziando a sfidare le imposizioni delle autorità, lasciando apertamente diffondere i germi della ribellione. Una ribellione che ha già causato inconsapevolmente delle perdite, come il giovane Cooper, l’ombra di Juliette. La narrazione si fa sempre più serrata e complessa. Il mondo di Silo si sta espandendo e, da esso, ne conseguono innumerevoli interrogativi.