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Siamo un po’ tutti Elia Santini

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Attenzione: l’articolo può contenere spoiler su Skam Italia 5.

E’ da poco stata rilasciata su Netflix Skam Italia 5, la nuova stagione del remake nostrano della webserie norvegese di Julie Andem. Dopo quattro produzioni italiane ricalcate sulla trama originale per plot e protagonisti, arriva finalmente la prima completamente inedita. Il set di dieci episodi permette alla squadra dello showrunner (e in passato regista) Ludovico Bessegato di mettersi alla prova anche sul campo creativo con un seguito a carta bianca, non basato dunque sul riadattamento romano della storia per adolescenti norvegesi. Ed ecco che il nuovo protagonista dello show teen italiano per eccellenza è Elia Santini, interpretato da Francesco Centorame. Proprio grazie alla libertà tematica consentita dall’assenza di una stagione originale su cui poggiarsi, Skam Italia 5 scende in campo in maniera decisiva con un tema principale che ha fatto discutere il web ancor prima della sua pubblicazione. La scommessa, però, è stata vinta.

Quello della micropenia da qui l’adolescente è affetto è un problema fisico e, in particolare, sociale che provoca in lui non poche insicurezze legate in particolar modo alle pressanti aspettative sociali e di genere circostanti. In un 2022 ancora radicato a una cultura eccessivamente machista e legata a un concetto distorto di virilità, Elia è vittima di uno stigma specifico che ha ritorsioni nocive, fisiche e soprattutto psicologiche, sul tipo di soggetti più fragili: quelli in età adolescenziale. Ma non solo. Quello che Skam Italia 5 porta all’attenzione è un problema comune che non riguarda soltanto il pene. Questo diventa anche sinonimo di qualsivoglia altro problema fisico, che sia l’obesità dell’amica Federica, o qualsiasi altro elemento indicato a difetto dal tessuto sociale convenzionale. Quello del pene è solo un mezzo e simbolo di una società in cui l’esser uomo è ancora spesso vantaggioso e veicolo di potere. Inedito e con l’intento di scioccare, il tema della quinta stagione narra di un’anomalia fisica ignorata o celata proprio dal tabù che affligge una mascolinità fragile e dominante.

Che sia perpetuata o subita, la percezione mascolina (a oggi aggettivata “tossica”) e le pretese sociali standardizzate non fanno altro che far crescere Elia, e molti altri come lui, in un ambiente in cui dover rientrare, piuttosto che in una realtà che possa e sappia adattarsi al singolo.

elia skam

Nelle prime quattro stagioni, Elia è l’amico sempre presente, festaiolo, forte, e apparentemente sicuro di sé. Sembra avere tutto e non necessitare d’altro. È raccontato come il dongiovanni del gruppo dei Contrabbandieri di Luchini, eppure sempre e comunque single. Se prima poteva dare l’idea di uno sciupafemmine che non avesse intenzione di accontentarsi di una compagna fissa, in Skam Italia 5 conosciamo finalmente ciò che realmente lo tormenta. Tra un trauma familiare non indifferente e la bocciatura scolastica che lo lascia indietro rispetto agli amici, nella quinta stagione Elia è bloccato: non riesce ad aprirsi completamente agli altri perché non ancora in grado di aprirsi a sé stesso e accettarsi. In particolare, la sua differenza fisica rispetto a quella che è la condizione convenzionale lo rende insicuro e fragile. Elia ha un pene al di sotto delle dimensioni mediamente narrate e professate in una società in cui la virilità è tutto. L’insicurezza alimentata dalla paura dell’essere diverso e non all’altezza premono incessantemente su un giovane ragazzo come tanti che giustamente teme stigma e rifiuto. Proprio per questo, pur essendo interessato realmente alla ragazza di turno (e poi innamorato di Viola), Elia finisce sempre per interrompere la conoscenza prima che questa sfoci nel lato fisico del rapporto. E’ l’avvio della quinta stagione a dare il via al suo percorso di scoperta e conoscenza individuale. Si tratta di un viaggio introspettivo e personale che, come è ovvio che sia, non trova conclusione nel decimo episodio. Le puntate raccontano il principio della rinascita di Elia che finalmente trova la forza di dare una svolta alla sua condizione ed esistenza.

Quello che Skam Italia 5 evidenza con Elia è un problema rilevante e metafora di una pluralità implicita di insicurezze fisiche ancora additate da un body-shaming che ci perseguita da fin troppo.

Essere maschi in un’Italia contemporanea può essere spesso conveniente, ma ci dimentichiamo alle volte di quanti ancora siano gli stigma portati avanti da una percezione storicamente errata. Perché essere maschi implica la necessità di rientrare in una struttura standardizzata fatta di aspettative virili, specifiche, in cui debolezza e fragilità non sono ben accettate. Elia si sente inadeguato da sempre, le ha provate tutte per rientrare nei canoni di forma fisica accettati. Senza sapere che in realtà l’unico modo per superare il proprio limite è quello di sradicarlo dal catalogo delle sue insicurezze. L’anomalia parte da noi stessi e da quanto costantemente interiorizzato.

skam italia elia

Skam Italia 5 è forse la stagione più delicata della produzione romana. Le fragilità più intime di ciascuno sono portate in scena attraverso il giovane corpo di Elia. Con la dolcezza alle volte utopica della serie tv, ci viene narrata una storia che è in realtà può essere di tutti. Riadattata a qualsivoglia corpo e individualità, quella dell’adolescente è un’insicurezza che accomuna a modo suo giovani e non solo. Attraverso un problema poco affrontato e ancora fortemente legato a tabù e stereotipi, Skam Italia 5 attacca col suo tono leggero e confortante una società che dei suoi personaggi se ne fa spesso poco. Giovani che affrontano virilità e pregiudizi con la bontà di chi si accetta e accetta il prossimo. Anche quando pensiamo che un determinato aspetto possa essere meno rilevante (proprio come nel caso della tematica della quinta stagione), è bene ricordarsi che c’è ancora molto su cui lavorare. Siamo tutti troppo calati in un contesto che, inconsciamente o meno, stabilisce che cosa sia normale, deviante, diverso, giusto e sbagliato.

L’empatia è la chiave per riconoscersi sullo schermo.

Siamo tutti un po’ Elia Santini, siamo tutti un po’ Federica Cacciotti. Ancora una volta Skam Italia ci ricorda che non siamo soli. Qualunque sia il nostro tormento personale, in qualche modo la serie tv di Bessegato ci porta sullo schermo. Fragili, onesti e veri come pochi, gli adolescenti di Skam Italia sono quelli italiani che, nonostante i riadattamenti del caso, parlano di noi in un’epoca in cui spesso rimaniamo nell’ombra perpetuata da chi cerca di promuovere una visione passata e falsamente utopica di ciò che è definito come “normalità”. Attraverso Eva, Martino, Eleonora, Sana e ora anche Elia l’universo di Skam ci ricorda senza spettacolarizzazioni l’importanza di essere fragili e aprirsi al diverso come mezzo principale per soffocare quanto di più inappropriato sia costantemente reiterato da una realtà che ha ormai smesso di rappresentarci, come giovani e soprattutto come adulti.

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