Poche altre volte abbiamo assistito ad un fenomeno di tale portata. Skins, con le storie di Freddie, Effy, Cook, Naomi e tutti gli altri, ha inondato di emozioni travolgenti e dolorosamente distruttive la vita di moltissimi adolescenti. E alcune di queste hanno quasi il potere di prosciugarti fino all’osso, lasciandoti dentro il vuoto più immane. Non parliamo di un teen drama come quelli che oggi hanno comunque successo essendo attraenti prodotti di qualità per il pubblico dei giovani. Skins è altro. È una spanna più in alto rispetto a tutto il resto, nonostante non conoscesse ancora l’affascinante mondo delle OTT e dovesse sottostare ai tempi palinsestuali di MTV.
Sa essere tragico e torbido senza rinunciare alla distensione dei momenti più leggeri. Intervalla poi momenti di introspezione psicologica all’incontrollata ribellione adolescenziale, fatta di chiasso, marcio e violenza alle volte. Non a caso lo show è l’antenato di molti altri racconti posteriori come Palo Alto ed ovviamente il grandioso fenomeno di Euphoria (qui ve la raccontiamo). Si tratta infatti di storie incentrate sullo svago, spesso eccessivo, di ragazzi di varie generazioni che si ritrovano interiormente spaventati da tutte le incombenze dell’età adulta. Non è un caso quindi che cerchino di crearsi le proprie vie di fuga, anche a costo di mettere in pericolo se stessi.
Pertanto la salute sia fisica che psichica, diventa grande argomento di discussione in Skins
Questo però viene analizzato nella prospettiva inversa secondo cui gli adolescenti la sottovalutano. Non le danno dunque l’importanza che merita, preferendo ad una cura prescritta da un medico o alla terapia, strumenti di evasione più estremi, coinvolgenti, divertenti e soprattutto condivisibili con i coetanei. Inutile dire che parliamo di alcol, droghe, promiscuità e qualsiasi altra cosa che riesce a a far perdere la retta via in cambio di un immediato piacere. Effy Stonem, tra gli altri in Skins, ha iniziato a stare male dopo l’atroce e repentino incidente del caro fratello Tony. Così, non riusciva più a tenere a bada la struggente immagine dell’autobus che lo ha travolto davanti a lei. Per guarire ha iniziato quindi a confondersi volontariamente i pensieri facendo baldoria con gli amici, assumendo droghe alle feste e concedendosi a Cook e Freddie come fosse un trofeo.
Ed è proprio di quest’ultimo personaggio che parleremo oggi. Affinché tutti possiamo riesumare l’efferato ricordo che ha segnato per generazioni il penultimo episodio della quarta stagione. Sappiamo bene come Freddie McClair fosse un ragazzo abbastanza pacato, dedito allo skateboard e a qualche spinello di troppo, ma sempre abbastanza razionale e capace di autocontrollarsi. Appartenendo al trio dei tre moschettieri, cercava sempre di tirar fuori dai guai Cook, nonostante fosse il suo rivale in amore con Effy.
Freddie offriva anche il suo supporto a JJ a causa della sua sindrome di Asperger
Tuttavia, nonostante la sua affabilità e lealtà, non è stato premiato dal destino. Di fatto ad un certo punto perde la madre che si era tolta la vita per una forte depressione che le cure non erano riuscite a vincere. Questo lo porterà a coltivare dentro di sé una sofferenza così grande da farlo diventare irascibile nei confronti del padre e la sorella Karen. Lei infatti sembrava pensare soltanto al suo futuro nel mondo dello spettacolo piuttosto che alla scomparsa della madre.
Così, come necessita ogni anima fragile, si dedicherà con tutto se stesso all’infatuazione viscerale per Effy, che lui chiama amore come tutti a quell’età. Noi spettatori di Skins, però, sappiamo che di tale immenso sentimento gli adolescenti prelevano solo il bello e proprio per questo diventa una delle esperienze migliori della vita. Tuttavia, la maturità di Freddie McClair è notevole. Tanto da lottare con gli artigli per lei anche a costo di discutere più volte con il migliore amico Cook e sopportare il peso di qualche rifiuto sulle spalle.
Reduce dall’aspra perdita di una madre che nessuno sembrava davvero aver compreso in vita, stavolta decide di portare un po’ di luce nella vita di Effy offrendole tutto il suo bene. La ragazza, tanto irriverente e brillante, menefreghista ed egocentrica, capirà solo dopo di dover dare una possibilità serie a lui piuttosto che a Cook. Quest’ultimo infatti ha un animo selvaggio, è focoso e per lo più tendente ad verla nel modo in cui la maggior parte dei ragazzi della sua età bramano.
Freddie ha invece un animo più sensibile, un pensiero più raffinato ed una spiccata profondità
Così, alla fine della terza stagione questi riuscirà finalmente nel suo intento, coronando il desiderio di viversi Effy come avrebbe voluto sin dal principio! Con tutte le sue insinuazioni, le battute pungenti e il black humor d’ordinanza. Vivranno così la loro passionale love story, risolvendo la rivalità con Cook ed eludendo insieme i doveri quotidiani come la scuola. Trascorreranno giorni di edonistico isolamento a casa di Effy per scrutarsi l’un l’altra fino a suonarsi a vicenda le corde dell’animo. Si toccheranno la pelle con delicatezza alternando carnali momenti di foga incontrollati. Si erano creati il loro universo invisibile all’esterno, contaminato dalle sostanze più disparate, dalle melodie più trasportanti e dai pensieri più fantasiosi. Stavano bene, ma non potevano sentirsi peggio di così.
E così, tutto in una volta, il Freddie di Skins assisterà impotente al tracollo della sua indifesa amata. La vedrà sempre più stralunata, distante, impigrita e incredibilmente spenta. Pertanto non poteva permettere di commettere lo stesso errore che lui e la famiglia avevano perpetrato nei confronti della madre, abbandonata alle sue idiosincrasie. Cercherà così di riportarla alla luce del sole, chiedendo contemporaneamente saggi consigli al nonno su come fosse meglio agire con lei.
E nonostante l’impegno di Freddie, Effy si abbandonerà alla sua sofferenza
Dopo quei giorni di estenuante malessere infatti, la giovane in preda al delirio della depressione proverà a togliersi la vita tagliandosi le vene. Da quel terribile istante Freddie si impegnerà in tutti i modi affinché venisse preservata la vita del suo giovane amore e sanificata così la loro relazione. E dall’oscura goccia che ha fatto traboccare il suo vaso ricolmo di dolore, Effy sarà costretta ad intraprendere un percorso psichiatrico in un istituto. Si sottoporrà così a una cura farmacologia e terapeutica con il Dottor John Foster.
Egli farà in modo di farle dimenticare i cattivi ricordi attraverso una tecnica quasi ipnotica che le permettesse di sostituirli in maniera estemporanea con qualcosa di piacevole. Ma ovviamente alcuni di questi riguardavano anche Freddie, tanto da subire una sorta di lavaggio del cervello attraverso il quale lei avrebbe dovuto cancellare ogni traccia del suo passato. Inutile dire quanto sia ripugnante già da questo l’atteggiamento di Foster, nonché estremamente dannoso per l’instabile salute mentale di Effy. Ma quando il tuo terapeuta sviluppa una perversa attrazione nei tuoi confronti, è obiettivamente difficile accorgersene e venirne a capo in fretta. Effy come chiunque altro infatti, aveva imparato a vedere in lui il suo angelo custode. Il salvatore che voleva il suo bene più di tutte le persone a lei più care.
Ciò nonostante, non le basterà rinnegare il suo passato e le persone che lo abitavano
A un certo punto, infatti, il suo cervello le farà perdere ogni connessione con il reale facendola sprofondare nell’oblio più totale. Iconico in Skins è l’incontro con Cook nella panchina del parco. Qui Effy si presenterà a lui come fossero sconosciuti, andranno insieme ad una festa e soltanto nel luogo dell’incidente del fratello disinnescherà quell’incanto di cui era caduta vittima. Ed è proprio da questo climatico istante che inizierà la fine di Freddie McClair. Vittima di qualcosa di inimmaginabile, accettabile e infine verosimile.
Dopo l’esplicita richiesta di Effy di porre fine al percorso con il Dottor Foster, Freddie gli intimerà così di non avvicinarsi più a Effy in quanto le aveva fatto soltanto del male. Lui, sua madre e i loro amici si sarebbero occupati di lei, donandole tutto il loro affetto e il sostegno necessario durante la sua riabilitazione. Lo psichiatra sembrerà pertanto contrariato, ma non eccessivamente. Semmai sul punto di denunciare l’affronto del ragazzo al direttore dell’istituto, ma niente di più. Evidentemente però, né Freddie né tutti noi ci avevamo capito molto della sua personalità morbosa. Anche perché non c’è stato chissà quanto tempo per inquadrarlo a dovere.
Così un pomeriggio Freddie riceve un’insolita telefonata da parte di Foster
Questi voleva invitarlo nel suo studio per parlare meglio delle problematiche di Effy e qui nessuno avrebbe mai potuto predire il seguito. Tuttavia il glaciale psichiatra aveva già premeditato le sue subdole intenzioni ed è come se avesse il sentore che le avrebbe portate a compimento. Così senza pensarci troppo, Freddie andrà da lui ribadendo quanto già asserito all’istituto. Foster (qui altri 7 psicologi iconici delle serie tv) invece non perderà tempo a rivelargli quanto avesse voluto allontanarlo da Effy per farla guarire, affermando che solo lui lottava davvero per il suo bene. Finirà poi per rivelare velatamente quanto si fosse legato umanamente ad Effy e quanto l’avrebbe voluta sempre ad un passo da sé. Non specificherà davvero il modo, ma trasuderà da ogni poro una così malsana malizia che metterà in allarme il protagonista di Skins.
Smetterà infatti di ascoltarlo e lo lascerà in tronco dirigendosi verso la porta d’uscita. Tuttavia si accorgerà presto che era stata chiusa a chiave quando in fondo alle scale spunterà Foster che stringeva gaudente una mazza da baseball. Questi avanzava verso di lui impassibile, tremendamente sicuro di sé e con lo stesso flemmatico tono di inizio conversazione. Allora Freddie gli imporrà bruscamente di aprire la porta! Ma costui, di tutta risposta in quel pomeriggio plumbeo e con un frivolo sottofondo musicale, gli inferirà uno dei colpi più infausti delle serie tv. Soltanto un silenzio di lutto accompagna i minuti dopo lo spietato atto. Di questo a noi non rimane nient’altro che uno scarlatto schizzo di sangue sul vetro della porta e l’ultimo rantolo di un ragazzo innocente, nel pieno dei suoi anni e infinitamente innamorato.
Nelle antologie sul sublime incontro tra eros e thanatos troviamo quindi Freddie McClaire
Egli infatti occupa un privilegiato posto d’onore se consideriamo inoltre il poco tempo in cui tutto questo è accaduto. Tutti gli amici e i famigliari penseranno infatti che fosse semplicemente scomparso per un qualche ignoto motivo, ma che presto sarebbe tornato. Daranno infatti una festa per il suo compleanno nella rimessa, pensando solo a divertirsi come sempre tra strambi balli e le infinite skins per gli spinelli. Soltanto Cook si accorgerà che qualcuno li stesse spiando e seguendolo si ritroverà niente meno che nello scantinato di Foster. Ed è proprio qui che si macchierà le mani con il sangue del suo migliore amico. Il loro rapporto infatti era stato spesso burrascoso, ma niente avrebbe fermato Cook (ne parliamo qui) dal vendicare l’anima pura del suo moschettiere preferito.
Tanto strazio e angoscia seguiranno dunque a questo infelice evento. E dovremo aspettare soltanto l’ultima stagione per scoprire l’impulsivo ma comprensibile gesto di Cook nei confronti di Foster. Ma cosa resta a noi alla fine? Amaro in bocca, forte confusione e una conturbata alienazione intervallata da lacrime salate e pugni di rabbia. L’abbiamo sentita anche noi la potenza di quella miserabile mazza da baseball. Abbiamo provato quella frustrante sensazione di impotenza e rassegnazione immediata che avrà provato Freddie in quegli accelerati attimi. O forse no, chi può dirlo. Probabilmente non avrebbe mai pensato che quel balordo avrebbe avuto la meglio con lui, giovane e prestante, infangando così la sua reputazione professionale. Nulla di tutto questo frullava tuttavia nella sua mente malata. Tanto che si limiterà soltanto a lasciare l’istituto con tanto di implicito perdono da parte di Effy e una viscida carezza sul suo viso ignaro.
Detto ciò, un altro elemento diventa interessante
Mi riferisco al fatto che una scena del genere in una serie come Skins non ci ha fatto stringere il cuore soltanto quando eravamo solo dei ragazzini. Sappiamo infatti che in quella peculiare fase di vita tutto è tanto amplificato in positivo o in negativo. Tuttavia, anche a distanza di tempo, dopo aver fruito di tanti altri contenuti più o meno scabrosi e aver vissuto svariate e impattanti esperienze esistenziali, quel nodo in gola non riusciamo a non sentirlo.
E questa sensazione resta tale sia che si tratti della nostra prima visione di Skins che dell’ennesimo rewatch da fans accaniti. Quando una storia ti entra dentro, significa che è riuscita a comunicare con la nostra parte più umana, ingenua e sensibile indipendentemente dalle varie attitudini di ognuno di noi. E Freddie è riuscito a creare tutto questo. Si è scritto una fine da eroe antico ed ha rivendicato la sua fede nell’amore ancestrale, più che in quella per la sua Effy. Ha voluto dare un senso alla sua vita, mettendo un punto che gli proibirà di passare al capitolo successivo.