Certe serie tv non si limitano a regalarci una visione piacevole, riempire qualche ora del nostro tempo o farci divertire: alcune hanno i denti, gli artigli, e ad ogni episodio li affondano sempre più dentro di noi. Skins è una di queste. La serie (creata da Jamie Brittain e Bryan Elsley e trasmessa tra il 2007 e il 2013) ci invita a disperderci nei meandri della confusione adolescenziale, percorrendo il sentiero degli eccessi e combattendo cavalieri neri che portano nomi quali Solitudine, Discriminazione, Depressione, Morte. Skins chiede a chi la guarda di sentire, di soffrire, di affrontare i propri demoni imparando a conoscerli. Insomma, Skins è una delle serie tv sull’adolescenza più realistiche di sempre.
Nelle sette stagioni, la serie racconta le storie di tre gruppi di adolescenti di Bristol, definendo il profilo di ognuno di loro e permettendoci di capire e immedesimarci nelle più disparate e disperate situazioni. L’obiettivo non è mai il lieto fine, ma la condivisione emotiva: il dolore ha innumerevoli forme e, anche se spesso ce ne dimentichiamo, tutti siamo delle potenziali vittime. Oggi, in particolare, facciamo conoscenza con i mostri che perseguitano la dolcissima Cassandra Ainsworth.
Skins e il tema dell’anoressia
Appartenente alla prima generazione di Skins, e dunque protagonista delle prime due stagioni, Cassie viene interpretata da Hannah Murray, nota anche per il ruolo di Gilly in Game of Thrones. Eccentrica, dotata di una sensibilità fuori dal comune, fragile ma estremamente schietta, la ragazza è anche affetta da anoressia nervosa. Cassie si approccia a questo disturbo con una creatività e una leggerezza quasi infantili, avvolgendo il suo mondo in un alone di purezza e di magia. Nonostante il dolore, infatti, tende sempre a meravigliarsi e a cogliere la bellezza in dettagli che ad altri potrebbero sembrare insignificanti, facendoci innamorare con il suo personalissimo modo di vedere le cose.
Se indosso un vestito bianco, riesco a ingoiare yogurt, zuppa di porri e nocciole tostate. Non ho più nausea se sto accanto ai gatti… direi che sono giornate vellutate, a volte.
Ciò che Skins propone, non è infatti una versione fiabesca dei drammi adolescenziali, in cui ogni problema viene affrontato in modo maturo e consapevole, con il giusto supporto da parte di professionisti, familiari e amici, e in cui tutto si risolve. Questa serie analizza in profondità il modo assolutamente personale in cui ogni individuo visualizza il proprio malessere e reagisce (o meno) a esso. Cassie costruisce una sorta di barriera dietro alla quale si nasconde, vivendo in un precario equilibrio tra fantasia e realtà, nel perenne tentativo di dare un senso al selvaggio mondo che la circonda.
Tutto sotto controllo
L’anoressia per Cassie non rappresenta solo una richiesta di attenzione o un sintomo di bassa autostima (nonostante siano sicuramente dei presupposti), ma anche uno strumento di potere: il ricatto morale che impone agli altri decidendo di non mangiare, e la furbizia con cui trova degli stratagemmi per fingere di aver terminato i pasti, la rendono un’abile manipolatrice e le permettono di mantenere una parvenza di controllo sulla sua vita e sui comportamenti degli altri. La sua richiesta d’aiuto è evidente, tuttavia né la sua famiglia, così stravagante e libertina, né i suoi amici, immersi nei loro problemi personali, sono in grado di fornirle un vero sostegno emotivo e sfondare la parete che la separa dalla realtà. Cassie dovrà scoprire come farlo da sola.
Ho smesso di mangiare e tutti facevano quello che dicevo. Quello era potere. Credo che sia stato il momento più felice della mia vita, ma ho dovuto smettere prima di morire, perché altrimenti non sarebbe più stato divertente.
Si tratta di una vera e propria battaglia contro un mondo spesso crudele, di una lotta quotidiana con se stessi e i propri limiti. Nelle due stagioni Cassie non vincerà il suo disturbo, mai la si vedrà nel pieno della forma fisica e mentale. Si può invece assistere a una continua crescita personale e a una maggiore presa di consapevolezza rispetto alle situazioni che si ritrova ad affrontare. In questo consiste l’evoluzione che la porta a concretizzare la sua eterea visione delle cose, trasformando il suo bisogno di attenzioni in un istinto di cura e protezione verso le persone che ama.
Amore: un’arma a doppio taglio?
La sua relazione con Sid e la sua amicizia con gli altri ragazzi del gruppo le permetteranno, infatti, di fare alcuni passi avanti nel suo percorso di riabilitazione, ma saranno proprio questi stessi rapporti a farla maggiormente soffrire e ricadere nel baratro quando la ragazza ne percepirà le incrinature: consideriamo ad esempio il suo tentativo di suicidio per overdose dopo il rifiuto di Sid (episodio che potete ritrovare in questo articolo, tra i 15 momenti più strazianti della serie), il quale solo in seguito si renderà conto dei suoi sentimenti per lei.
Mille sono i motivi per innamorarsi di Cassie e lasciarsi persino spezzare il cuore da lei, e noi ci caschiamo un po’ come Sid, senza nemmeno rendercene conto: l’atteggiamento meravigliato da eterna bambina, l’ingenuo sguardo che rivolge al mondo circostante, le infinite domande e insicurezze che spesso la gettano in un abisso di paura e rifiuto, sono tutti dettagli che fanno di Cassie un personaggio fragile e fortissimo, ragazzina e donna, che ci permettono di crescere insieme a lei e, chissà, magari di osservare la vita da un’altra prospettiva.