Attenzione: evita la lettura se non vuoi imbatterti in spoiler di Skins
Skins nasce, per la prima volta, nel 2007. Ma Skins è nata e rinata tante volte, a volte con un successo enorme, altre con un seguito solamente affezionato. Ma a prescindere dal successo, Skins rimane, ancora oggi, una serie cult che ha segnato in modo evidente una generazione intera. Una tra le prime serie trasmesse da MTV Italia, nel 2008, Skins ha sicuramente il merito di aver raccontato dei disagi adolescenziali in modo veritiero e anche piuttosto crudo, ma sempre con una narrazione critica e puntuale. I tre gruppi di adolescenti analizzati da Skins o, come piace chiamarle ai fan le tre generazioni, fanno tutte parte di un immaginario che è diventato sempre più collettivo. Per gli spettatori della prima ora è stato difficile distaccarsi dalla primissima generazione, ma in qualche modo Skins ha sempre saputo reinventarsi ed è riuscita a modo suo, a rimanere sempre al passo coi tempi (tanto da essere ancora oggi più attuale di alcuni prodotti che a lei si ispirano). Molti dei nostri lettori avranno sicuramente più volte fatto un rewatch dell’intera serie; ma ci sono degli episodi, che potremmo definire cardine, che hanno l’abilità di rispecchiare la serie intera, come se avessero vita propria. Che, insomma, da soli riescono a rievocare dei ricordi forse un po’ malinconici ma anche legati a un periodo decisamente più spensierato.
1. Chris – 1×04
La particolarità della prima stagione, e quindi della prima generazione di Skins, è che si concentra molto sul parallelo tra realtà e finzione. Se inizialmente tendiamo a giudicare i ragazzi che vediamo in maniera superficiale, a poco a poco gli episodi cominciano a soffermarsi sulle loro caratteristiche. E, uno per uno, impariamo a conoscerli più in profondità, rispetto a quello che tendono a non far vedere alla società. L’episodio dedicato a Chris, uno dei migliori episodi dell’intera serie, è uno di quegli episodi che lasciano sconvolti e sorpresi. Sicuramente senza parole. Il ragazzo festaiolo che pensiamo di conoscere toglie la maschera e mostra la sua più grande debolezza: la solitudine. Chris, che ama il vizio e tende a circondarsi di gente in qualsiasi situazione, è in realtà molto insicuro e soprattutto ha un grande trauma d’abbandono. Dietro alla facciata di festaiolo accanito, quindi, intravediamo per la prima volta la sua vera natura. Che è poi la natura di molti suoi coetanei. L’espediente del disvelamento delle personalità è qualcosa che Skins porterà avanti in tutte le sue stagioni perché è funzionale al racconto di una generazione, attraverso delle individualità. Chris, che è anche uno dei personaggi meglio scritti di Skins, è il primo che si mette a nudo sul serio ed è quindi il primo ad incarnare il vero spirito della serie.
2. Finale prima stagione – 1×09
“Oh baby, baby, it’s a wild word”, canta Cat Stevens alla fine della puntata. E Sid, che ha tra le braccia il corpo ferito di Tony, canta con lui in una delle scene più belle di Skins (e anche tra le più traumatiche). Il finale di stagione, che è in realtà solo l’inizio di un’altra grande avventura che aspetta i protagonisti, è un finale particolare e piuttosto unico. Si chiude con un cliffhanger, il che è normale, ma per il resto della puntata vediamo i ragazzi condurre la loro vita come sempre. Semplicemente, non è dedicata a uno di loro in particolare, ma torna a essere corale. Tony cerca di recuperare ai vari danni che ha fatto, Sid rincorre Cassie dopo aver capito molte cose su di lui e soprattutto su di lei, Effy fa il suo ritorno in scena e Chris combatte con le sue pulsioni. Il finale di stagione della prima di Skins è un’opera corale, come si diceva, che coinvolge in maniera quasi morbosa. Sembra essere una storia a se stante, come se dovessimo ricominciare da zero a conoscere i protagonisti. E si conclude con una delle colonne sonore della serie che più delle altre ha lasciato il segno. Perché Skins non fa altro, in tutte le sue stagioni, che raccontare di quanto il mondo sia crudele, beffardo e davvero molto complicato.